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Copertura finanziaria: progressione senza fondi è nulla

Un dipendente pubblico si è visto negare la progressione di carriera nonostante si fosse collocato in posizione utile in una selezione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, stabilendo che la procedura era inefficace a causa della mancanza di una preventiva e specifica copertura finanziaria nel bilancio dell’ente. La sentenza ribadisce il principio inderogabile secondo cui ogni atto della Pubblica Amministrazione che comporta una spesa deve essere supportato da un impegno contabile concreto, senza il quale non può sorgere alcun diritto per i dipendenti.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Copertura Finanziaria: Indispensabile per la Progressione di Carriera nel Pubblico Impiego

Con la recente sentenza n. 31521/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale per il pubblico impiego: la necessità della copertura finanziaria per la validità delle procedure di progressione economica. La decisione ribadisce un principio fondamentale: nessuna spesa può essere legittimamente assunta da un ente pubblico senza un preventivo e specifico impegno di bilancio. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Un dipendente di un Comune, inquadrato nella posizione economica D2, partecipava a una selezione per la progressione alla posizione D3. Collocatosi in posizione utile, chiedeva al Tribunale il riconoscimento del suo diritto al passaggio di livello con decorrenza dal 1° gennaio 2004.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la sua richiesta. Tuttavia, la Corte d’Appello, su ricorso del Comune, ribaltava la decisione, respingendo la domanda del lavoratore. La ragione? La delibera con cui era stata indetta la selezione era priva della necessaria attestazione di copertura finanziaria. Di conseguenza, l’intera procedura era da considerarsi inefficace.

Il dipendente, non rassegnato, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo principalmente che la copertura finanziaria esistesse, in quanto derivante dal fondo annuale per il miglioramento dei servizi, e che la Corte d’Appello avesse omesso di esaminare documenti decisivi da lui prodotti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del dipendente, confermando in toto la sentenza d’appello. I giudici hanno chiarito che, anche nei rapporti di lavoro pubblico privatizzato, le decisioni del datore di lavoro che incidono sui costi del personale e comportano spese devono essere sempre supportate da una reale e certificata disponibilità economica.

Le Motivazioni: Il Principio della Copertura Finanziaria

Il cuore della motivazione risiede nel principio inderogabile della copertura finanziaria, sancito per gli enti locali dagli articoli 191 e 153 del d.lgs. n. 267/2000. Secondo queste norme, un ente può effettuare una spesa solo se esiste un formale impegno contabile registrato nel bilancio di previsione, accompagnato dall’attestazione di copertura da parte del responsabile del servizio finanziario.

La Corte ha specificato che l’inosservanza di questa prescrizione determina la nullità o l’inefficacia della delibera e degli atti conseguenti, escludendo qualsiasi obbligazione per l’ente pubblico. Non è sufficiente, come sostenuto dal ricorrente, fare riferimento a un generico “fondo per il miglioramento dei servizi”. È indispensabile un atto formale che vincoli specifiche somme a quella determinata spesa.

Nel caso di specie, i documenti prodotti dal dipendente si riferivano a un triennio (1999-2001) diverso da quello di interesse per la progressione (2004) e, in ogni caso, non costituivano quella concreta e specifica attestazione di copertura richiesta dalla legge. La Corte ha concluso che “quella che conta è l’esistenza in concreto dei finanziamenti e della conseguente copertura di spesa per la delibera in concreto assunta”.

Analisi degli Altri Motivi di Ricorso

La Cassazione ha dichiarato inammissibili anche gli altri motivi di ricorso. La richiesta di riesaminare i documenti è stata respinta poiché la Suprema Corte non può entrare nel merito dei fatti, ma solo giudicare la corretta applicazione del diritto. Inoltre, il contenuto di tali documenti non era stato adeguatamente trascritto nel ricorso. Anche la doglianza relativa all’omesso esame della domanda di risarcimento danni è stata giudicata inammissibile, in quanto il ricorrente non aveva dimostrato di aver riproposto tale domanda in appello come richiesto dal codice di procedura civile.

Conclusioni

La sentenza n. 31521/2024 rappresenta un’importante conferma delle rigide regole di contabilità pubblica e delle loro ricadute sui rapporti di lavoro. Per i dipendenti pubblici, la lezione è chiara: la partecipazione con successo a una selezione non è sufficiente a garantire un diritto se la procedura non è sorretta da un valido e preventivo impegno di spesa da parte dell’amministrazione. Per gli enti pubblici, la decisione funge da monito a rispettare scrupolosamente le norme sulla copertura finanziaria, la cui violazione rende gli atti privi di qualsiasi effetto giuridico, frustrando le legittime aspettative dei lavoratori e potenzialmente esponendo i funzionari a responsabilità.

Una progressione di carriera nel pubblico impiego può essere valida senza una specifica copertura finanziaria?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le decisioni della Pubblica Amministrazione che comportano una spesa, come una progressione economica, devono essere supportate da una necessaria e preesistente copertura finanziaria. In sua assenza, la procedura e gli atti correlati sono privi di effetti.

È sufficiente l’esistenza di un fondo generico per il miglioramento dei servizi a garantire la copertura finanziaria per una progressione?
No. Secondo la sentenza, non basta una generica previsione di fondi. È necessario un impegno contabile specifico, registrato sul competente programma del bilancio, che attesti la copertura per la spesa derivante dalla progressione. Previsioni negoziali o fondi relativi ad anni precedenti non sono sufficienti.

Cosa succede se un dipendente pubblico partecipa e si colloca in posizione utile in una selezione poi dichiarata inefficace per mancanza di fondi?
Il dipendente non acquisisce alcun diritto alla progressione economica. La sentenza chiarisce che la mancanza di copertura finanziaria rende l’intera procedura priva di effetti, impedendo il sorgere di diritti in capo ai partecipanti, anche se hanno superato la selezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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