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Copertura finanziaria: la sua assenza annulla tutto

Un dipendente pubblico si vede negare una progressione di carriera vinta tramite selezione. L’ente pubblico eccepisce la nullità della procedura per mancanza di copertura finanziaria. La Corte di Cassazione conferma che l’assenza di fondi è un vizio insanabile, che determina la nullità dell’intera procedura e che può essere rilevato dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo, anche d’ufficio, purché i fatti a fondamento risultino già dagli atti di causa.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Copertura finanziaria: la sua assenza annulla tutto

Nel mondo del pubblico impiego, ogni decisione che comporta una spesa per lo Stato deve poggiare su solide basi. Una di queste è la copertura finanziaria, un principio cardine che garantisce la sostenibilità delle finanze pubbliche. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza un concetto fondamentale: le procedure indette dalla Pubblica Amministrazione senza una preventiva e adeguata copertura finanziaria sono nulle. Questo vizio, talmente grave, può essere rilevato in qualsiasi momento del processo, anche d’ufficio dal giudice. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso

Un dipendente di un ente locale partecipava a una selezione per una progressione economica orizzontale, risultando primo in graduatoria. Nonostante l’esito favorevole, l’amministrazione non dava seguito alla progressione. Il lavoratore, quindi, si rivolgeva al Tribunale, che accoglieva la sua domanda, riconoscendogli il diritto all’avanzamento di carriera e alle relative differenze retributive.

L’ente pubblico, tuttavia, proponeva appello, sostenendo una tesi decisiva: l’intera procedura di selezione era nulla fin dall’origine per la mancanza della necessaria copertura finanziaria e del visto di regolarità contabile. La Corte d’Appello accoglieva questa tesi, ribaltando la decisione di primo grado. Il dipendente, a sua volta, ricorreva in Cassazione, contestando, tra le altre cose, che l’eccezione di nullità fosse stata sollevata tardivamente.

La Questione Giuridica e il Ruolo della Copertura Finanziaria

Il nodo centrale della controversia era duplice. In primo luogo, la Corte doveva stabilire se una procedura pubblica che genera costi per l’amministrazione possa essere considerata valida in assenza di una formale attestazione di copertura finanziaria. In secondo luogo, doveva chiarire se tale vizio potesse essere fatto valere dall’amministrazione solo entro termini perentori o se potesse essere rilevato in ogni stato e grado del giudizio.

La Cassazione ha chiarito che la legislazione (in particolare il d.lgs. 267/2000 per gli enti locali) impone inderogabilmente che ogni spesa sia preceduta da un impegno contabile e dall’attestazione della relativa copertura. Questo non è un mero adempimento burocratico, ma una garanzia fondamentale per l’equilibrio dei bilanci pubblici. La violazione di questo obbligo comporta, senza eccezioni, la nullità degli atti.

La Rilevabilità d’Ufficio della Nullità

Il punto più interessante della sentenza riguarda l’aspetto processuale. Il ricorrente lamentava che l’eccezione di nullità fosse stata sollevata tardi. La Corte, però, ha spiegato che la nullità per mancanza di copertura finanziaria rientra nella categoria delle “eccezioni in senso lato”.

Questo significa che non è un’eccezione che deve essere sollevata dalla parte interessata entro precisi termini di decadenza. Al contrario, trattandosi di una violazione di norme imperative poste a tutela di interessi pubblici, la sua esistenza può e deve essere rilevata dal giudice d’ufficio (cioè di sua iniziativa) in ogni stato e grado del processo, compreso l’appello.
L’unica condizione è che i fatti che dimostrano la nullità (in questo caso, l’assenza di un’adeguata previsione di spesa nei documenti contabili) siano già stati acquisiti al processo, senza la necessità di nuove prove.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del dipendente, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici si è basato su principi consolidati. In primo luogo, hanno ribadito che la regola della necessaria copertura finanziaria è un presupposto di validità di qualsiasi atto della P.A. che comporti una spesa. La sua assenza non è una semplice irregolarità, ma un vizio che determina la nullità radicale dell’atto, rendendolo improduttivo di effetti giuridici. Nel caso specifico, i documenti prodotti a supporto della procedura si riferivano a un triennio economico precedente e non erano idonei a coprire i costi della progressione per gli anni di effettivo interesse.

In secondo luogo, la Corte ha confermato la correttezza procedurale della Corte d’Appello. Avendo rilevato dagli atti di causa l’assenza di tale copertura, il giudice di secondo grado aveva il potere e il dovere di dichiarare la nullità della procedura, indipendentemente dalla tardività con cui l’eccezione era stata formalizzata dall’ente. Questo potere-dovere del giudice di rilevare d’ufficio le nullità negoziali a tutela di interessi generali prevale sulle preclusioni processuali delle parti.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un monito importante sia per le pubbliche amministrazioni che per i dipendenti. Per le prime, sottolinea l’obbligo imprescindibile di programmare ogni spesa con rigore, assicurando sempre la preventiva copertura finanziaria, pena la nullità dei propri atti. Per i secondi, chiarisce che il superamento di una selezione o di un concorso non genera alcun diritto se la procedura è viziata alla radice. Un atto nullo non può produrre effetti e, pertanto, non può essere fonte di un diritto soggettivo all’assunzione o alla progressione di carriera. La stabilità dei conti pubblici è un valore che l’ordinamento tutela con la massima severità, anche a costo di sacrificare le legittime aspettative del singolo.

È valida una procedura di progressione economica per un dipendente pubblico se manca la copertura finanziaria?
No, la procedura è radicalmente nulla. La legge impone che ogni atto della Pubblica Amministrazione che comporti una spesa debba essere assistito da una preventiva e attestata copertura finanziaria. La sua assenza rende l’atto e l’intera procedura privi di effetti.

La nullità per mancanza di copertura finanziaria può essere fatta valere in qualsiasi momento del processo?
Sì. Trattandosi di una nullità per violazione di norme imperative a tutela di interessi pubblici, essa costituisce un’eccezione ‘in senso lato’. Ciò significa che può essere rilevata d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del processo, anche in appello, a condizione che i fatti su cui si fonda risultino già dagli atti di causa.

Cosa succede se un dipendente pubblico vince una selezione che poi viene dichiarata nulla?
Il dipendente non acquisisce alcun diritto alla progressione o all’assunzione. Un atto nullo è come se non fosse mai esistito e non può produrre alcun effetto giuridico. Pertanto, il lavoratore non può pretendere l’adempimento da parte dell’amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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