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Copertura finanziaria: contratto nullo con la P.A.

Un ingegnere ha richiesto il pagamento per un incarico professionale svolto per un Comune. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3198/2024, ha confermato la nullità del contratto a causa della mancanza di una certificata copertura finanziaria nella delibera di incarico. La Corte ha stabilito che le norme sulla spesa pubblica sono imperative e prevalgono, rendendo l’obbligazione non riferibile all’ente ma al funzionario che l’ha assunta senza le dovute garanzie contabili.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto con la P.A. Nullo Senza Copertura Finanziaria: La Cassazione Conferma

Lavorare con la Pubblica Amministrazione richiede attenzione non solo agli aspetti tecnici della prestazione, ma anche a quelli burocratici e contabili. La questione della copertura finanziaria è un pilastro fondamentale che determina la validità stessa del rapporto contrattuale. Con l’ordinanza n. 3198 del 5 febbraio 2024, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema cruciale, ribadendo un principio consolidato: senza un impegno di spesa formale e attestato, il contratto stipulato con l’ente pubblico è nullo. Analizziamo insieme questo caso e le sue importanti implicazioni pratiche per professionisti e imprese.

I Fatti del Caso: Il Professionista contro l’Ente Locale

La vicenda ha origine dalla richiesta di compenso di un ingegnere, incaricato da un Comune siciliano per la progettazione e direzione dei lavori di un impianto fognario. A seguito del mancato pagamento, il professionista avviava un giudizio arbitrale, ottenendo un lodo favorevole che condannava l’ente locale a saldare le sue spettanze.

Il Comune, tuttavia, impugnava la decisione arbitrale dinanzi alla Corte d’Appello. L’argomento principale dell’ente era la nullità della delibera di Giunta con cui era stato conferito l’incarico, a causa della mancanza di un formale impegno di spesa e della relativa attestazione di copertura finanziaria. La Corte d’Appello accoglieva l’impugnazione, dichiarava nullo il lodo arbitrale e rigettava le pretese del professionista, sostenendo che l’invalidità dell’atto amministrativo a monte si estendeva inevitabilmente al contratto di prestazione d’opera a valle. Di conseguenza, il professionista proponeva ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Delibera Invalida, Contratto Nullo?

Il ricorrente, dinanzi alla Suprema Corte, sosteneva che la normativa applicabile al suo caso (risalente nel tempo) fosse meno rigorosa di quella più recente e che, in ogni caso, il Comune disponesse di ampi fondi residui da un altro finanziamento, sufficienti a coprire il suo compenso. Contestava, inoltre, l’applicabilità diretta delle norme statali più stringenti in una Regione a statuto speciale come la Sicilia.

Il nodo centrale della controversia era quindi stabilire se un contratto con un ente pubblico potesse considerarsi valido nonostante l’assenza, nella delibera di incarico, della previsione dell’entità della spesa e della formale attestazione di copertura finanziaria da parte del responsabile del servizio finanziario.

La Decisione della Cassazione e la necessità della copertura finanziaria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del professionista, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno riaffermato la giurisprudenza consolidata, secondo cui il divieto per i Comuni di effettuare spese senza un impegno contabile registrato sul competente capitolo di bilancio è un principio inderogabile.

Questa regola, oggi contenuta nell’art. 191 del Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000) e precedentemente nell’art. 23 del D.L. 66/1989, si applica a tutte le spese, anche se finanziate da altri enti. L’assenza di tale impegno determina la nullità del contratto e il rapporto obbligatorio, per la controprestazione, non intercorre con l’ente, ma direttamente tra il privato e l’amministratore o funzionario che ha assunto l’impegno senza rispettare le procedure.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato le argomentazioni del ricorrente punto per punto. Innanzitutto, ha chiarito che le norme sulla contabilità pubblica e sulla copertura finanziaria delle spese degli enti locali, pur essendo inserite in leggi amministrative, incidono direttamente sulla validità e sull’efficacia dei contratti. Per questo motivo, esse rientrano nella materia dell'”ordinamento civile”, la cui competenza legislativa è esclusiva dello Stato, ai sensi dell’art. 117 della Costituzione. Di conseguenza, tali norme si applicano a tutti i Comuni italiani, inclusi quelli situati nelle Regioni a statuto speciale, a prescindere da un formale recepimento nella legislazione regionale.

In secondo luogo, i giudici hanno specificato che la finalità di queste regole è la tutela del buon andamento della Pubblica Amministrazione e l’equilibrio economico-finanziario degli enti. Permettere agli enti di assumere obbligazioni senza una preventiva e certa disponibilità di fondi aprirebbe la porta a un indebitamento incontrollato. Pertanto, la semplice esistenza di “risparmi” su altri capitoli di spesa è irrilevante; ciò che conta è l’impegno specifico, formale e attestato per quella determinata obbligazione. La copertura finanziaria non può essere presunta né condizionata a finanziamenti futuri o incerti.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione funge da monito per tutti i professionisti e le imprese che si rapportano con la Pubblica Amministrazione. Prima di iniziare qualsiasi prestazione, è fondamentale non solo acquisire l’atto formale di incarico (delibera o determina), ma anche verificare scrupolosamente che questo contenga l’indicazione precisa dell’importo e, soprattutto, l’attestazione della relativa copertura finanziaria rilasciata dal responsabile dei servizi finanziari dell’ente. In assenza di questi requisiti, il rischio concreto è quello di eseguire la prestazione e di non poter poi agire legalmente contro l’ente per ottenere il pagamento, ma solo contro il funzionario che ha agito al di fuori delle regole, con un percorso di recupero del credito spesso più complesso e incerto.

Un contratto con un Comune è valido se la delibera di incarico non ha una copertura finanziaria certificata?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che l’assenza di un impegno di spesa regolarmente registrato dal responsabile finanziario rende nullo il contratto. Di conseguenza, l’obbligazione di pagamento non sorge in capo all’ente pubblico.

La presenza di risparmi su altri fondi può sostituire la copertura finanziaria specifica per un incarico?
No. Secondo la Corte, non è sufficiente il richiamo a generiche economie di spesa o a finanziamenti futuri. La copertura finanziaria deve essere specifica, attestata e registrata sul competente capitolo di bilancio al momento in cui l’obbligazione viene assunta.

Le norme statali sulla spesa pubblica si applicano anche ai Comuni delle Regioni a statuto speciale?
Sì. La Corte ha chiarito che le norme sulla copertura finanziaria incidono sulla validità dei contratti e, pertanto, rientrano nella materia dell'”ordinamento civile”, che è di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Si applicano quindi a tutti gli enti locali, a prescindere dall’autonomia regionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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