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Copertura finanziaria: Cassazione fissa i paletti

Un dipendente pubblico si vede negare una progressione economica dalla Corte d’Appello. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide il caso ma lo rinvia a pubblica udienza per risolvere questioni fondamentali sulla necessità e la prova della copertura finanziaria negli atti della Pubblica Amministrazione. Vengono delineate quattro questioni cruciali che influenzeranno la validità delle future procedure selettive interne.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Copertura Finanziaria nelle Progressioni: La Cassazione Fa il Punto

L’ordinanza interlocutoria n. 15554/2024 della Corte di Cassazione pone le basi per una pronuncia di fondamentale importanza in materia di pubblico impiego, incentrata sul tema della copertura finanziaria delle progressioni economiche. La vicenda, che vede contrapposti un dipendente e un Comune, ha offerto alla Suprema Corte l’occasione per sospendere il giudizio e rimettere la causa a una pubblica udienza, al fine di chiarire alcuni snodi cruciali che da tempo alimentano il contenzioso.

I Fatti di Causa

Un dipendente di un ente locale, con il profilo di istruttore direttivo in categoria D, posizione economica D2, partecipava a una selezione interna per la progressione alla posizione D3. Pur essendosi collocato in posizione utile, l’Amministrazione non dava seguito alla promozione. Il lavoratore si rivolgeva quindi al Tribunale, che accoglieva la sua richiesta, riconoscendogli il diritto al passaggio di livello con effetto retroattivo.

Successivamente, il Comune proponeva appello e la Corte territoriale ribaltava la decisione di primo grado, accogliendo le ragioni dell’ente. Il dipendente, non dandosi per vinto, ricorreva in Cassazione, lamentando l’erroneità della sentenza d’appello.

La Questione della Copertura Finanziaria

Il cuore del problema, come emerge dall’ordinanza, risiede nella validità della procedura selettiva in assenza di alcuni requisiti formali e sostanziali di natura contabile. La Corte d’Appello aveva dato peso alla presunta mancanza di una corretta copertura finanziaria, dell’impegno di spesa nel capitolo di bilancio e del visto di regolarità contabile sull’atto di indizione della selezione.

Di fronte alla complessità e alla rilevanza di queste tematiche, la Corte di Cassazione ha ritenuto necessario non decidere immediatamente, ma approfondire la questione in una pubblica udienza. L’obiettivo è quello di fornire risposte chiare a quattro domande fondamentali.

Le Motivazioni: I Quattro Pilastri della Futura Sentenza

La Suprema Corte ha strutturato la sua ordinanza interlocutoria attorno a quattro quesiti principali, che rappresentano le colonne portanti della futura decisione:

1. Validità della procedura e potere della P.A.: Il primo punto da chiarire è se la copertura finanziaria, l’impegno di spesa e il visto contabile siano elementi costitutivi della validità della procedura selettiva o se, piuttosto, incidano a priori sull’esistenza stessa del potere della Pubblica Amministrazione di avviare tali procedure. La differenza non è di poco conto: nel primo caso, la loro assenza renderebbe l’atto nullo; nel secondo, l’atto sarebbe addirittura inesistente per carenza di potere.

2. Modalità di attestazione: Come devono essere concretamente dimostrati questi requisiti contabili? La Corte si interroga su quali documenti siano necessari e sufficienti per provare l’avvenuta attestazione della copertura, dell’impegno di spesa e del visto di regolarità.

3. Rilievo della nullità: In che termini e a quali condizioni può essere eccepita la nullità per vizi legati alla copertura finanziaria? La questione tocca anche il tema del rilievo d’ufficio da parte del giudice, alla luce dei principi stabiliti dalle Sezioni Unite con le note sentenze del 2014 in materia di nullità negoziali.

4. Onere della prova: A chi spetta dimostrare la mancanza dei requisiti contabili? La Corte dovrà definire la distribuzione degli oneri di allegazione e prova tra le parti, considerando anche la possibilità di depositare documenti in corso di causa e i limiti temporali per la rilevabilità del vizio.

Le Conclusioni: Implicazioni per la Pubblica Amministrazione

L’ordinanza della Cassazione, pur non decidendo il caso specifico, ha un’enorme portata pratica. La futura sentenza che scaturirà dalla pubblica udienza è destinata a diventare un punto di riferimento per tutte le Pubbliche Amministrazioni e per i dipendenti pubblici. Fornirà principi chiari su come gestire le procedure di progressione economica, garantendo da un lato la certezza dei rapporti giuridici e la tutela dei diritti dei lavoratori, e dall’altro la sostenibilità finanziaria delle decisioni amministrative e il rispetto dei vincoli di bilancio. L’esito di questo giudizio influenzerà profondamente le future controversie in materia, stabilendo un confine netto tra vizi formali e sostanziali e definendo le responsabilità in capo all’ente e le tutele per il dipendente.

Qual è il problema principale affrontato dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
Il problema principale è definire la natura e le conseguenze giuridiche della mancanza di copertura finanziaria, impegno di spesa e visto di regolarità contabile nelle procedure di progressione economica all’interno della Pubblica Amministrazione.

La mancanza di copertura finanziaria rende automaticamente nulla una procedura di progressione?
La Corte non ha ancora risposto a questa domanda. Ha sollevato il dubbio se tale mancanza costituisca un vizio di validità della procedura (nullità) o se incida addirittura sull’esistenza stessa del potere dell’Amministrazione di avviare la selezione, demandando la risposta alla futura trattazione in pubblica udienza.

Perché la Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza invece di decidere subito?
La Corte ha rinviato la decisione perché le questioni legali sollevate sono di “estremo rilievo” e hanno importanti implicazioni per l’intera Pubblica Amministrazione. Una trattazione in pubblica udienza permette un esame più approfondito e ponderato per stabilire principi di diritto chiari e duraturi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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