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Copertura assicurativa medici: obblighi dell’Azienda

Un medico dirigente ha citato in giudizio la propria azienda sanitaria per il mancato risarcimento dei danni derivanti da un’interruzione nella copertura assicurativa per responsabilità civile. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del medico, ha stabilito che l’obbligo di copertura assicurativa a carico dell’azienda sanitaria, previsto dal contratto collettivo, è ampio e deve garantire una tutela adeguata e continua, comprendendo tutte le spese di giudizio e non solo quelle previste in casi specifici di patrocinio legale diretto.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Copertura Assicurativa Medici: L’Azienda Sanitaria Deve Garantire Tutela Completa

La questione della copertura assicurativa per i medici dipendenti di strutture sanitarie pubbliche è un tema di cruciale importanza. Un’adeguata polizza non solo protegge il professionista da richieste di risarcimento per responsabilità civile, ma rappresenta un obbligo preciso per il datore di lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito la portata di questo obbligo, specificando che deve essere ampio, continuo e comprensivo di tutte le spese legali, anche quando il medico sceglie un difensore di fiducia. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un dirigente medico, dipendente di un’Azienda Ospedaliera Universitaria, si trovava a dover affrontare una causa per danni iatrogeni lamentati da una paziente per prestazioni sanitarie risalenti a diversi anni prima. Al momento di attivare la tutela legale, l’Azienda lo informava dell’impossibilità di farlo a causa di un ‘buco’ temporale nella polizza assicurativa: la copertura era infatti inoperativa perché erano trascorsi i dodici mesi di ultrattività previsti in caso di mancato rinnovo.

Di conseguenza, il medico veniva condannato a risarcire una quota del danno (10%) e, successivamente, raggiungeva un accordo transattivo con la compagnia assicurativa per il pagamento delle somme. Tuttavia, le spese legali sostenute rimanevano a suo carico. Il medico decideva quindi di citare in giudizio l’Azienda Sanitaria, chiedendo il risarcimento del danno subito a causa dell’inadempimento dell’obbligo di garantire la copertura assicurativa, come previsto dal contratto collettivo nazionale.

Sia in primo grado che in appello, le sue richieste venivano respinte. I giudici di merito ritenevano che l’obbligo di rimborso delle spese legali fosse strettamente legato alle condizioni previste da una norma specifica (l’art. 25 del CCNL), che lo condizionava all’esito favorevole del giudizio per il medico.

L’Obbligo di Copertura Assicurativa Medici secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del medico. La Suprema Corte ha chiarito un punto fondamentale: l’obbligo dell’Azienda Sanitaria di stipulare una polizza assicurativa (previsto dall’art. 24 del CCNL dell’8.6.2000) è distinto e più ampio rispetto alla disciplina del rimborso delle spese legali (contenuta nell’art. 25 dello stesso contratto).

Secondo la Corte, l’articolo 24 impone alle aziende sanitarie di assumere “tutte le iniziative necessarie per garantire la copertura assicurativa della responsabilità civile dei dirigenti”. Questo non significa solo stipulare una polizza, ma anche assicurarsi che questa sia “adeguata” e “idonea”, ovvero priva di interruzioni o periodi di scopertura che possano lasciare il medico privo di tutela.

L’Estensione della Garanzia alle Spese Legali

Il punto cruciale della sentenza riguarda l’interpretazione del riferimento alle “spese di giudizio ai sensi dell’art. 25”. La Corte d’Appello aveva interpretato questo richiamo in modo restrittivo, legando la copertura assicurativa delle spese legali alle stesse, rigide condizioni previste dall’art. 25 (che, ad esempio, per il medico che sceglie un avvocato di fiducia, richiede la vittoria totale nella causa per ottenere il rimborso).

La Cassazione ha invece affermato che tale interpretazione è errata. Il rinvio all’art. 25 va inteso in senso ampio, come un riferimento a tutte le spese di lite, e non solo a quelle rimborsabili direttamente dall’Azienda secondo le casistiche dell’art. 25. In altre parole, la polizza assicurativa che l’Azienda è obbligata a stipulare deve coprire anche le spese legali che non rientrano nelle ipotesi di rimborso diretto, come nel caso del medico che, pur non ottenendo una vittoria completa, ha dovuto farsi assistere da un proprio legale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato il suo ragionamento su una logica sistematica. L’art. 24 e l’art. 25 hanno finalità diverse. L’art. 25 disciplina le ipotesi in cui l’Azienda è tenuta a pagare direttamente o rimborsare le spese legali ai propri dipendenti (ad esempio, fornendo un proprio avvocato o rimborsando le spese in caso di vittoria). L’art. 24, invece, impone un obbligo più generale di copertura assicurativa, che serve a tutelare il medico proprio nei casi non coperti dall’art. 25.

L’obbligo di stipulare una polizza che copra anche le spese legali è una tutela fondamentale per il dirigente medico, che deve poter svolgere la propria attività con serenità, senza il timore di dover affrontare ingenti costi legali in caso di contenzioso. L’inadempimento di questo obbligo da parte dell’Azienda, come la mancata garanzia di continuità della polizza, costituisce una violazione contrattuale che dà diritto al risarcimento del danno.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento per la tutela dei medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. Si afferma con chiarezza che la responsabilità delle aziende sanitarie non si esaurisce nella mera stipula di un contratto di assicurazione, ma si estende alla garanzia di una copertura effettiva, continua e adeguata. Tale copertura deve comprendere non solo il risarcimento per responsabilità civile, ma anche tutte le spese legali, a prescindere dall’esito del giudizio e dalla scelta del difensore. Per i medici, ciò significa una maggiore sicurezza e la certezza di non essere lasciati soli ad affrontare i costi, spesso elevati, dei contenziosi legati alla loro professione.

L’azienda sanitaria è sempre obbligata a fornire una copertura assicurativa ai suoi medici dirigenti?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’art. 24 del CCNL di settore impone alle aziende sanitarie l’obbligo di assumere tutte le iniziative necessarie per garantire una copertura assicurativa adeguata e continua per la responsabilità civile dei propri dirigenti medici.

La copertura assicurativa che l’azienda sanitaria deve stipulare deve comprendere anche le spese legali?
Sì. La Corte ha chiarito che la garanzia assicurativa deve coprire i rischi relativi a tutte le spese di giudizio, e non solo quelle che l’azienda sarebbe tenuta a rimborsare direttamente al medico in base a specifiche condizioni (come la vittoria totale in causa).

Cosa succede se il medico sceglie un avvocato di fiducia e non vince completamente la causa? Ha comunque diritto alla copertura delle spese legali?
Sì, secondo la sentenza, la polizza assicurativa che l’azienda è obbligata a stipulare deve coprire anche le spese legali in questa ipotesi. L’obbligo assicurativo dell’azienda è più ampio del semplice rimborso diretto delle spese e serve a tutelare il medico anche nei casi non coperti dalle rigide condizioni per il rimborso diretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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