LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Copertura assicurativa: familiari esclusi dai terzi

Una donna suesce la società installatrice di un elevatore per un incidente occorso alla madre, lamentando una carente copertura assicurativa. La Cassazione rigetta il ricorso, specificando che la domanda era per inadempimento contrattuale, non per l’indennizzo. Viene inoltre evidenziato che, secondo i giudici di merito, la polizza escludeva i familiari dalla nozione di ‘terzi’ danneggiati, rendendo la richiesta di rimborso infondata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Copertura Assicurativa e Familiari: La Cassazione Fa Chiarezza

Quando si stipula un contratto che include una copertura assicurativa per la responsabilità civile, è fondamentale comprendere chi sono i “terzi” tutelati dalla polizza. Un’ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su questo punto, analizzando un caso complesso nato da un incidente domestico e dalle successive richieste di risarcimento. La vicenda mette in luce la distinzione cruciale tra l’azione per inadempimento contrattuale e la richiesta di indennizzo diretto, e i limiti della tutela per i familiari dell’assicurato.

I Fatti del Caso: Un Incidente e un Contratto Controverso

Una donna acquistava da una società specializzata un impianto elevatore da installare nell’abitazione della madre. Il contratto prevedeva, oltre alla manutenzione, una polizza assicurativa per la responsabilità civile verso terzi derivante dal servizio. A seguito di un incidente in cui la madre cadeva utilizzando l’elevatore, riportando lesioni, la figlia concludeva una transazione con la madre e altri parenti, versando una somma a titolo di risarcimento.

Successivamente, la figlia citava in giudizio la società installatrice, chiedendo la risoluzione del contratto e il rimborso di quanto pagato ai familiari. La sua domanda si fondava sull’inadempimento della società, che a suo dire non aveva garantito l’effettiva copertura assicurativa promessa. La società convenuta chiamava in causa la compagnia assicurativa, la quale eccepiva la prescrizione del diritto.

L’Iter Giudiziario e le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano le domande della figlia. I giudici hanno stabilito che la società installatrice non era inadempiente, avendo effettivamente procurato la copertura assicurativa. La Corte d’Appello ha inoltre specificato due punti chiave:

1. La richiesta di rimborso non rientrava nell’oggetto del contratto di manutenzione.
2. La polizza escludeva comunque i parenti dell’assicurato dal novero dei “terzi” risarcibili, rendendo la pretesa di rimborso per le somme versate alla madre infondata.

Anche le domande risarcitorie degli altri parenti venivano respinte, poiché la somma già versata in via transattiva era stata ritenuta sufficiente a coprire il danno subito dalla vittima principale.

La Decisione della Corte di Cassazione e la questione della copertura assicurativa

I ricorrenti si rivolgevano alla Corte di Cassazione, lamentando l’omesso esame delle clausole della polizza che, a loro avviso, avrebbero dovuto includere i familiari tra i beneficiari. La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su una ragione logicamente prioritaria: la causa petendi, ovvero il fondamento della domanda iniziale. L’azione della figlia non era una richiesta di indennizzo basata sulla polizza, ma un’azione per inadempimento contrattuale contro la società di manutenzione. I giudici di merito avevano già accertato che non vi era stato alcun inadempimento, poiché il contratto di manutenzione non prevedeva un obbligo di rimborso diretto e la polizza era stata regolarmente stipulata.

Di conseguenza, l’interpretazione delle clausole assicurative e la questione se i familiari potessero essere considerati “terzi” diventavano irrilevanti. Il rigetto della domanda principale (inadempimento contrattuale) assorbiva ogni altra questione. La Corte ha sottolineato che, essendo fallita la premessa fondamentale dell’azione, non era necessario analizzare nel dettaglio la portata della copertura assicurativa. La Corte ha inoltre rilevato l’inammissibilità di diversi motivi di ricorso per vizi procedurali, confermando la solidità delle sentenze di merito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre spunti pratici di grande importanza:

1. Distinguere l’Azione: È cruciale distinguere tra un’azione per inadempimento contrattuale (es. la mancata stipula di una polizza promessa) e un’azione per ottenere l’indennizzo assicurativo. Le due domande hanno presupposti e conseguenze diverse.
2. Definizione di “Terzo”: Le polizze di responsabilità civile spesso contengono definizioni specifiche di “terzo”, che possono escludere coniuge, genitori, figli e altri parenti stretti dell’assicurato. È essenziale leggere attentamente le condizioni di polizza per comprendere i limiti della tutela.
3. Onere della Prova: Chi agisce in giudizio deve provare i fatti a fondamento della propria domanda. In questo caso, non è stato provato un inadempimento contrattuale da parte della società fornitrice, il che ha reso vane tutte le successive argomentazioni sulla polizza.

Un familiare dell’assicurato può essere considerato ‘terzo’ ai fini di una polizza di responsabilità civile?
No, secondo la valutazione dei giudici di merito confermata dalla Cassazione, la polizza in questione escludeva i parenti stretti dell’assicurato (in questo caso, la madre) dalla nozione di ‘terzo’ avente diritto al risarcimento.

Qual è la differenza tra agire per inadempimento contrattuale e per ottenere l’indennizzo assicurativo?
Agire per inadempimento contrattuale significa contestare alla controparte di non aver rispettato un obbligo previsto dal contratto (come stipulare una polizza). Agire per l’indennizzo, invece, significa chiedere direttamente alla compagnia assicurativa il pagamento previsto dalla polizza. La sentenza chiarisce che se l’azione principale per inadempimento fallisce, le questioni relative all’operatività della polizza diventano irrilevanti.

Perché la domanda di rimborso della figlia è stata respinta?
La domanda è stata respinta perché si basava su un presunto inadempimento contrattuale della società di manutenzione, che però i giudici hanno escluso. La società aveva adempiuto al suo obbligo di procurare una copertura assicurativa. Il fatto che tale copertura non indennizzasse i familiari non costituiva un inadempimento del contratto di manutenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati