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Convocazione assemblea: quando escludere il condomino?

Una condomina impugna una delibera assembleare per tardiva convocazione. La Corte d’Appello di Genova ha respinto il ricorso, stabilendo che la convocazione assemblea condominiale non è necessaria per il condomino in palese conflitto di interessi, quando l’ordine del giorno riguarda proprio la controversia legale tra lui e il condominio. La Corte ha chiarito che il diritto alla convocazione è strettamente legato al diritto di voto, che in questo caso specifico manca.

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Pubblicato il 27 novembre 2024 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Convocazione Assemblea Condominiale: Il Condomino in Lite Può Essere Escluso?

La corretta convocazione assemblea condominiale è un pilastro fondamentale per la validità delle decisioni prese. Ma cosa succede quando all’ordine del giorno c’è una controversia legale che vede contrapposti il condominio e uno dei suoi membri? Una recente sentenza della Corte di Appello di Genova fa luce su un punto cruciale: il condomino in conflitto di interessi ha diritto a ricevere l’avviso di convocazione? La risposta, supportata dalla Cassazione, potrebbe sorprendere.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Convocazione

Una condomina impugnava una delibera assembleare sostenendo di non aver ricevuto l’avviso di convocazione nei termini di legge, ovvero almeno cinque giorni prima della data fissata per la riunione. Tale ritardo, a suo dire, le aveva impedito di partecipare e far valere le proprie ragioni.

Il condominio, tuttavia, si difendeva eccependo la carenza di interesse ad agire della condomina. Il motivo? L’ordine del giorno dell’assemblea riguardava specificamente la gestione di alcune cause legali intentate proprio dalla stessa condomina contro il condominio. In sostanza, l’assemblea era chiamata a deliberare sulla costituzione in giudizio e sul conferimento del mandato a un legale per difendersi dalle azioni della ricorrente. Secondo il condominio, la condomina si trovava in un palese conflitto di interessi che le precludeva, in ogni caso, il diritto di partecipare e votare.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al condominio, dichiarando inammissibile l’impugnazione. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Appello.

La Decisione della Corte d’Appello e la Convocazione Assemblea Condominiale

La Corte di Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello della condomina. I giudici hanno stabilito un principio di diritto molto chiaro, basandosi su precedenti pronunce della Corte di Cassazione (in particolare la n. 3192/2023).

Il punto centrale è che, in ipotesi di una controversia giudiziaria tra il condominio e un singolo condomino, se l’assemblea è chiamata a deliberare esclusivamente su tale controversia, non sussiste un obbligo di convocazione assemblea condominiale nei confronti del condomino-controparte. Questo perché la compagine condominiale si scinde in due fronti contrapposti: da un lato il condominio che deve difendere gli interessi collettivi, dall’altro il singolo condomino portatore di un interesse antitetico.

Il Conflitto di Interessi come Elemento Discriminante

La Corte ha sottolineato che il diritto del singolo a partecipare all’assemblea viene meno quando il suo interesse è palesemente contrario a quello che la gestione collegiale è chiamata a tutelare. In questi casi, il condomino non ha legittimazione a chiedere l’annullamento della delibera per omessa, tardiva o incompleta convocazione. La sua posizione di “controparte” lo esclude dal processo decisionale collettivo su quel punto specifico.

Le Motivazioni: Il Diritto di Partecipazione vs. il Diritto di Voto

La difesa della condomina si basava sulla distinzione tra il diritto di partecipare alla discussione assembleare e il diritto di esercitare il voto. Sosteneva di avere comunque interesse a presenziare per esporre le proprie ragioni, anche se poi si fosse astenuta al momento della votazione. La Corte ha respinto questa tesi, definendola “giuridicamente non configurabile”.

Citando la Cassazione, i giudici hanno ribadito che la convocazione è un requisito essenziale finalizzato a garantire la partecipazione di chi ha diritto di voto (art. 1136 c.c. e art. 66 disp. att. c.c.). Non esiste un “distinto diritto alla convocazione per la sola fase preparatoria della riunione”. L’intervento nella discussione è funzionale all’espressione del proprio voto, sia esso di assenso o di dissenso. Se il diritto di voto su un argomento è precluso a causa di un conflitto di interessi, viene meno anche il presupposto fondamentale per il diritto alla convocazione. Le ragioni del condomino, in questo caso, erano già state ampiamente esposte negli atti di citazione notificati al condominio, rendendo superflua una loro ripetizione in sede assembleare.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Condomini e Amministratori

Questa sentenza offre un’importante chiave di lettura per la gestione delle assemblee condominiali in cui si discutono liti interne. Le conclusioni pratiche sono le seguenti:
1. Esclusione Legittima: Un amministratore può legittimamente omettere di convocare un condomino a un’assemblea il cui unico ordine del giorno sia la gestione di una lite legale intentata da quel medesimo condomino.
2. Principio di Economia Processuale: La decisione evita che delibere, prese per tutelare il condominio, possano essere strumentalmente impugnate dalla controparte per vizi formali, garantendo maggiore efficienza all’azione difensiva del condominio stesso.
3. Chiarezza sul Conflitto di Interessi: Viene rafforzato il principio secondo cui il conflitto di interessi non solo impedisce il voto, ma, in casi così specifici, fa venir meno anche il diritto a essere convocati, poiché il diritto alla partecipazione è inscindibilmente legato all’esercizio del voto.

Un condomino deve sempre essere convocato all’assemblea condominiale?
No. Secondo la sentenza, in caso di una controversia giudiziaria tra il condominio e un singolo condomino, non sussiste l’obbligo di convocare quest’ultimo se l’ordine del giorno dell’assemblea riguarda esclusivamente la gestione di tale controversia.

Cosa si intende per conflitto di interessi in questo specifico contesto?
Si ha un conflitto di interessi quando un condomino è portatore di un interesse personale e diretto che è contrario a quello del condominio. Nel caso esaminato, la condomina aveva intentato una causa contro il condominio, e l’assemblea doveva deliberare proprio sulle strategie difensive da adottare contro di lei.

Il diritto di partecipare alla discussione assembleare è separato dal diritto di voto?
No. La Corte ha stabilito che non esiste un diritto autonomo alla convocazione per la sola fase di discussione. La convocazione è funzionale a garantire la partecipazione di chi ha diritto a votare. Se il diritto di voto è escluso a causa di un conflitto di interessi, viene meno anche il presupposto per il diritto alla convocazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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