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Convocazione assemblea condomino: esclusione in lite

La Corte di Cassazione ha stabilito che un condomino in causa con il proprio condominio non ha diritto alla convocazione all’assemblea che delibera sulla gestione di tale lite. Essendo considerato una controparte, il condomino non ha legittimazione a partecipare né a impugnare la delibera per omessa convocazione assemblea condomino. La sua posizione è di ‘estraneità’ rispetto alla decisione, non di mero conflitto di interessi.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Convocazione Assemblea Condomino: Esclusione in Caso di Lite

La questione della convocazione assemblea condomino è un tema centrale nella vita di un edificio. Ma cosa succede quando un condomino è in causa con il condominio stesso? Ha diritto a partecipare e votare nella riunione che decide come difendersi proprio da lui? Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e definitiva, stabilendo un principio di ‘estraneità’ che prevale sul generico conflitto di interessi.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla decisione di una condomina di impugnare una delibera assembleare. L’oggetto della delibera era l’incarico a un legale per costituirsi in un giudizio di appello promosso proprio dalla stessa condomina contro il condominio. La proprietaria lamentava la nullità della decisione per un vizio fondamentale: la sua mancata convocazione alla riunione.

Inizialmente, il Tribunale aveva annullato solo parzialmente la delibera, salvando la parte relativa alla nomina del legale per la difesa in appello. Successivamente, la Corte di Appello aveva ribaltato questa decisione, annullando integralmente la delibera. Secondo i giudici di secondo grado, anche il condomino in conflitto di interessi ha sempre diritto alla convocazione, potendo tale conflitto incidere solo sulla validità del suo eventuale voto, se determinante.

Il condominio, non condividendo questa interpretazione, ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

Analisi della Corte sulla Convocazione Assemblea Condomino

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del condominio, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto di notevole importanza. I giudici hanno chiarito che la situazione di un condomino in causa con il condominio non può essere ridotta a un semplice ‘conflitto di interessi’, come quello disciplinato in ambito societario (art. 2373 c.c.).

Si tratta, invece, di una condizione più radicale: una vera e propria ‘estraneità’ del condomino rispetto alla specifica decisione da assumere. Quando l’assemblea è chiamata a deliberare su una lite contro un condomino, la compagine condominiale si scinde di fatto in due parti contrapposte: da un lato il condominio che deve difendere i propri interessi collettivi, dall’altro il singolo condomino che agisce come controparte processuale. L’interesse di quest’ultimo non è semplicemente ‘in conflitto’, ma è diametralmente opposto a quello degli altri proprietari.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di una logica stringente. Il diritto alla convocazione e alla partecipazione all’assemblea non è fine a se stesso, ma è funzionale all’esercizio del diritto di voto. Poiché il condomino-controparte non ha un interesse comune da tutelare in quella specifica deliberazione, ma unicamente un interesse contrario, viene meno il presupposto stesso della sua partecipazione al processo decisionale collettivo.

Di conseguenza, non sussiste un suo diritto a essere convocato per discutere e votare su come il condominio debba agire legalmente contro di lui. Ne discende che, non avendo diritto a partecipare, non ha nemmeno la legittimazione per lamentare in giudizio l’omessa convocazione. La delibera, pertanto, è da considerarsi valida anche se assunta in sua assenza.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale per la gestione delle liti condominiali. Un condomino che promuove una causa contro il proprio condominio (o ne è convenuto) non ha il diritto di essere convocato all’assemblea che delibera sulle strategie processuali relative a quella stessa causa. Questa esclusione non viola alcun diritto, ma riconosce la scissione degli interessi in gioco, qualificando il condomino come parte avversa e, quindi, estraneo a quella specifica decisione collegiale. La validità della convocazione assemblea condomino va valutata, in questi casi, escludendo il soggetto in lite dalla base dei partecipanti aventi diritto.

Un condomino in causa con il condominio ha diritto a essere convocato all’assemblea che decide su quella causa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il condomino in lite è considerato una ‘controparte’ e non ha diritto alla convocazione per le delibere che riguardano specificamente la controversia, in quanto portatore di un interesse opposto a quello del condominio.

Se il condomino in lite non viene convocato, può impugnare la delibera per questo motivo?
No. Poiché non sussiste un diritto alla convocazione in questo specifico contesto, il condomino non ha nemmeno la ‘legittimazione’ per chiedere l’annullamento della delibera a causa della sua mancata partecipazione.

La situazione del condomino in lite è un semplice conflitto di interessi?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che non si tratta di un mero conflitto di interessi, ma di una ‘formale e sostanziale estraneità’ del condomino rispetto alla decisione. La sua posizione è quella di un avversario processuale, non di un membro del collegio decisionale con un interesse divergente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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