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Convocazione assemblea condominio: l’email non basta

Una società impugnava una delibera condominiale sostenendo di non aver ricevuto l’avviso di convocazione, spedito tramite email ordinaria sulla base di un precedente accordo. Sebbene i tribunali di primo e secondo grado avessero dato ragione al condominio, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. Ha stabilito che le modalità di convocazione assemblea condominio previste dalla legge (PEC, raccomandata, fax, consegna a mano) sono inderogabili e non possono essere sostituite da una semplice email, neppure con il consenso del condomino, poiché tutelano interessi collettivi.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Convocazione Assemblea Condominio: Perché l’Email Ordinaria Non è Valida

La corretta convocazione assemblea condominio è un pilastro fondamentale per la validità delle decisioni prese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: l’avviso di convocazione inviato tramite email ordinaria non è sufficiente a garantire la regolarità della procedura, anche se il condomino aveva in precedenza acconsentito a tale modalità. Questa decisione rafforza la tutela dei diritti di partecipazione di ogni proprietario, sottolineando la natura inderogabile delle forme di comunicazione previste dalla legge.

I Fatti di Causa

Una società, proprietaria di un’unità immobiliare, ha impugnato una delibera assembleare sostenendo di non essere stata regolarmente convocata. L’amministratore del condominio si è difeso affermando di aver inviato l’avviso tramite email all’indirizzo che la stessa società aveva indicato anni prima per ricevere “tutte le future comunicazioni e documentazioni”. La società, tuttavia, lamentava la mancata ricezione della mail e, di conseguenza, la violazione del suo diritto a partecipare all’assemblea.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano inizialmente respinto la richiesta della società. Secondo i giudici di merito, l’autorizzazione a utilizzare un indirizzo email ordinario costituiva una valida deroga alle formalità previste dall’articolo 66 delle disposizioni di attuazione del codice civile. A loro avviso, il condominio aveva assolto al suo onere probatorio dimostrando l’avvenuto invio della comunicazione, rendendo irrilevante l’eventuale mancata ricezione da parte del destinatario.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Convocazione Assemblea Condominio

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente il verdetto, accogliendo il ricorso della società. La Suprema Corte ha chiarito che l’articolo 66, terzo comma, delle disposizioni di attuazione del codice civile, stabilisce forme di comunicazione tassative e inderogabili per la convocazione. Queste sono:
* Posta raccomandata
* Posta Elettronica Certificata (PEC)
* Fax
* Consegna a mano

La ragione di questa rigidità risiede nella necessità di garantire la certezza della ricezione dell’avviso. La posta elettronica ordinaria, a differenza della PEC, non fornisce un sistema di ricevute di accettazione e consegna che possa generare una presunzione legale di conoscenza. Inviare una semplice email non prova che il messaggio sia effettivamente giunto nella casella di posta del destinatario.

La Corte ha inoltre specificato che questa norma è posta a tutela della collegialità e degli interessi fondamentali del condominio. Pertanto, come confermato dall’art. 72 delle stesse disposizioni, non può essere derogata da accordi privati o da prassi consolidate. L’eventuale consenso del singolo condomino a ricevere comunicazioni via email ordinaria è, di conseguenza, giuridicamente irrilevante ai fini della validità della convocazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per amministratori e condomini. Viene stabilito in modo inequivocabile che per una valida convocazione assemblea condominio, l’amministratore deve utilizzare esclusivamente uno dei quattro metodi previsti dalla legge. Qualsiasi modalità alternativa, inclusa l’email semplice, espone la delibera al rischio di annullamento. Il condomino assente che non sia stato convocato secondo le forme legali ha il diritto di impugnare la decisione assembleare. Questa sentenza riafferma la centralità della certezza delle comunicazioni per garantire il corretto e trasparente funzionamento della vita condominiale.

È valida la convocazione a un’assemblea di condominio inviata tramite email ordinaria?
No, non è valida. La Corte di Cassazione ha stabilito che la convocazione deve avvenire esclusivamente tramite posta raccomandata, Posta Elettronica Certificata (PEC), fax o consegna a mano, come previsto dall’art. 66 disp. att. c.c. L’email ordinaria non offre la certezza legale della ricezione.

Un condomino può autorizzare l’amministratore a inviargli le convocazioni via email semplice, derogando alla legge?
No. Secondo la Corte, le norme sulle modalità di convocazione sono inderogabili, in quanto poste a tutela della collegialità e degli interessi fondamentali del condominio. Pertanto, un accordo privato o un’autorizzazione del singolo condomino non possono sostituire le forme di comunicazione previste dalla legge.

Cosa succede se un avviso di convocazione viene inviato con un mezzo non previsto dalla legge?
La convocazione è irregolare. Di conseguenza, la delibera approvata durante l’assemblea è annullabile. Il condomino che non è stato regolarmente convocato può impugnare la delibera e chiederne l’annullamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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