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Contributo di solidarietà: quando è illegittimo?

Una Cassa Previdenziale privata aveva applicato un contributo di solidarietà sulle pensioni, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato l’illegittimità di tali trattenute. La Corte ha stabilito che, in assenza di una specifica norma di legge, le casse non hanno il potere autonomo di imporre tale contributo, confermando la prescrizione decennale per le richieste di rimborso.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: la Cassazione ne sancisce l’illegittimità senza una legge

L’applicazione di un contributo di solidarietà sulle pensioni da parte delle casse previdenziali private è un tema di grande attualità, che tocca i diritti acquisiti dei pensionati e i limiti dell’autonomia gestionale degli enti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: senza una specifica norma di legge, tali prelievi sono illegittimi. Analizziamo questa importante decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche per i pensionati.

I Fatti del Caso: un Prelievo Contestato

Un pensionato, iscritto a una Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per professionisti, si è visto applicare, a partire dal 2009, una trattenuta sulla sua pensione a titolo di “contributo di solidarietà”. Ritenendo tale prelievo ingiusto, ha adito le vie legali per chiederne la restituzione.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al pensionato, dichiarando l’illegittimità delle somme trattenute. I giudici di merito hanno sostenuto che la Cassa non aveva il potere di imporre un simile contributo in assenza di una norma di legge che lo autorizzasse espressamente, come richiesto dall’art. 23 della Costituzione. La Cassa previdenziale, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandolo su quattro motivi principali.

Il Ricorso della Cassa Previdenziale

La Cassa ha articolato la sua difesa sostenendo che:

1. La propria autonomia regolamentare, derivante dalla privatizzazione, le consentiva di adottare misure per garantire l’equilibrio finanziario, incluso il contributo di solidarietà.
2. In subordine, il contributo sarebbe stato legittimo almeno a partire dal 2011, in virtù di nuove normative introdotte per la stabilità dei sistemi pensionistici.
3. Ancora in subordine, il prelievo era giustificato almeno per il biennio 2012-2013.
4. Infine, il diritto del pensionato alla restituzione delle somme si sarebbe dovuto prescrivere in cinque anni e non in dieci, come stabilito dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, confermando le sentenze dei gradi precedenti e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. I giudici supremi hanno smontato, punto per punto, le argomentazioni della Cassa.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su principi giuridici chiari e consolidati. In primo luogo, ha ribadito che l’autonomia regolamentare concessa alle casse previdenziali privatizzate non è illimitata. Essa permette di variare le aliquote contributive o i criteri di calcolo della pensione, ma non di introdurre prelievi su trattamenti pensionistici già quantificati e in erogazione.

Limiti all’Autonomia e la Riserva di Legge

Il contributo di solidarietà è stato qualificato come una “prestazione patrimoniale imposta” ai sensi dell’art. 23 della Costituzione. Questo significa che solo una legge dello Stato può introdurlo, nel rispetto del principio di riserva di legge. Un atto interno della Cassa, come una delibera, non è sufficiente. Le normative invocate dalla Cassa per giustificare il proprio operato riguardano misure strutturali per l’equilibrio a lungo termine e non possono legittimare un prelievo straordinario e temporaneo come il contributo in questione.

La Questione della Prescrizione: Confermato il Termine Decennale

Anche sul tema della prescrizione, la Corte ha respinto le tesi della Cassa. Il termine di prescrizione quinquennale (art. 2948, n. 4 c.c.) si applica ai ratei di pensione non pagati, ovvero a prestazioni periodiche, liquide ed esigibili. Nel caso di specie, la controversia non riguardava il mancato pagamento di un rateo, ma la contestazione sull’ammontare stesso del trattamento pensionistico, a causa della trattenuta illegittima. Di conseguenza, si tratta di un’azione per il ricalcolo (riliquidazione) della pensione, soggetta all’ordinario termine di prescrizione decennale (art. 2946 c.c.).

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un punto fermo a tutela dei diritti dei pensionati. La Corte di Cassazione ha chiarito in modo inequivocabile che le casse previdenziali private non possono, di propria iniziativa, imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni. Tale potere spetta unicamente al legislatore. La decisione ha anche importanti implicazioni pratiche, confermando che i pensionati che hanno subito trattenute illegittime hanno dieci anni di tempo per richiederne la restituzione. Questa pronuncia rafforza la certezza del diritto e il principio di legalità, ponendo un argine a possibili iniziative unilaterali degli enti previdenziali a danno dei loro iscritti.

Una Cassa previdenziale privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No, non può. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’autonomia regolamentare delle casse non si estende all’introduzione di un contributo di questo tipo, che ha natura di prestazione patrimoniale imposta e richiede una specifica previsione di legge (riserva di legge).

Qual è il termine di prescrizione per chiedere il rimborso delle somme trattenute a titolo di contributo di solidarietà illegittimo?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale (art. 2946 c.c.). Questo perché la richiesta non riguarda il semplice pagamento di ratei scaduti, ma il ricalcolo dell’intero trattamento pensionistico, contestandone l’ammontare.

Perché il contributo di solidarietà è considerato una misura diversa da quelle per l’equilibrio finanziario a lungo termine?
Perché il contributo di solidarietà è una misura di carattere provvisorio e limitato nel tempo. Le norme che consentono alle casse di intervenire per assicurare la stabilità a lungo termine si riferiscono a interventi strutturali (es. modifica delle aliquote), non a prelievi straordinari e transeunti come questo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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