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Contributo di solidarietà: la Cassazione lo boccia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale professionale contro la sentenza che aveva giudicato illegittimo il contributo di solidarietà applicato sulla pensione di un iscritto. La Corte ha ribadito che solo la legge statale, e non i regolamenti interni degli enti, può imporre prelievi patrimoniali. Inoltre, ha confermato che il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: La Cassazione ne Ribadisce l’Illegittimità

L’imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni è un tema che da anni anima il dibattito giuridico. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla questione, consolidando un orientamento ormai granitico: gli enti previdenziali privatizzati non hanno il potere di imporre autonomamente prelievi di questo tipo. La decisione in esame non solo conferma l’illegittimità della trattenuta, ma chiarisce anche in via definitiva il termine di prescrizione per chiederne la restituzione.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta del Pensionato al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine dall’azione legale di un dottore commercialista in pensione contro la propria Cassa di previdenza. Il professionista lamentava l’illegittimità della trattenuta a titolo di ‘contributo di solidarietà’ operata sul suo assegno pensionistico, sostenendo che fosse stata disposta in violazione di legge.
Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al pensionato, dichiarando il prelievo illegittimo e condannando la Cassa alla restituzione delle somme, nei limiti della prescrizione decennale. Nonostante i due gradi di giudizio sfavorevoli, l’ente previdenziale ha deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, articolando il proprio ricorso su tre motivi principali.

L’Illegittimità del Contributo di Solidarietà Imposto dagli Enti Privati

Il cuore della controversia risiede nella natura del contributo di solidarietà. La Suprema Corte, esaminando i primi due motivi di ricorso, ha ribadito un principio fondamentale sancito dall’articolo 23 della Costituzione: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.
Questo significa che un prelievo economico, quale è il contributo in questione, rientra nel genus delle prestazioni patrimoniali la cui istituzione è riservata esclusivamente al legislatore statale. Gli enti previdenziali privatizzati, pur godendo di autonomia gestionale e normativa, non possono scavalcare questa riserva di legge. I loro regolamenti, anche se approvati con decreto ministeriale, non hanno la forza di una legge e non possono quindi imporre sacrifici economici sui trattamenti pensionistici già maturati e determinati.

Prescrizione Decennale per la Restituzione: il Contributo di Solidarietà e le sue conseguenze

Un altro punto cruciale affrontato dalla Cassazione riguarda il termine di prescrizione per l’azione di restituzione delle somme indebitamente trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione della prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei pensionistici (art. 2948 c.c.).
La Corte ha respinto questa tesi, confermando l’applicazione del termine ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.). La motivazione è tecnica ma di grande importanza pratica. L’azione del pensionato non mira a ottenere singoli ratei non pagati, ma alla riliquidazione del trattamento pensionistico, epurandolo da una trattenuta illegittima. Finché tale illegittimità non viene accertata, le somme trattenute non sono considerate ‘liquide ed esigibili’ e, di conseguenza, il diritto alla loro restituzione non è soggetto alla prescrizione breve.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, poiché la decisione della Corte d’Appello era pienamente conforme alla giurisprudenza consolidata della stessa Suprema Corte, qualificabile come ‘diritto vivente’. I giudici hanno spiegato che l’autonomia concessa agli enti previdenziali privatizzati dal D.Lgs. 509/1994 è finalizzata ad assicurare l’equilibrio di bilancio e la stabilità della gestione, ma non si estende fino a poter imporre prestazioni patrimoniali in violazione della riserva di legge costituzionale. L’imposizione di un contributo di solidarietà su un trattamento pensionistico già definito nei suoi criteri di calcolo costituisce un prelievo incompatibile con il principio del pro rata e con la tutela costituzionale delle prestazioni previdenziali. Per quanto riguarda la prescrizione, la Corte ha chiarito che la richiesta di restituzione nasce dalla necessità di ricalcolare l’intera prestazione, un diritto che si prescrive nel termine ordinario decennale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida ulteriormente la tutela dei pensionati iscritti alle casse professionali. Le conclusioni sono chiare: primo, qualsiasi contributo di solidarietà o prelievo analogo può essere introdotto solo da una legge dello Stato; secondo, i pensionati che hanno subito tali trattenute hanno dieci anni di tempo per chiederne la restituzione. La decisione rappresenta un importante monito per gli enti previdenziali, riaffermando i limiti della loro autonomia e i principi costituzionali a tutela dei diritti acquisiti dei propri iscritti.

Un ente previdenziale privato (come la Cassa dei Dottori Commercialisti) può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni che eroga?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli enti previdenziali privatizzati non possono adottare provvedimenti che impongano una trattenuta come il contributo di solidarietà, poiché l’imposizione di prestazioni patrimoniali è riservata esclusivamente alla legge dello Stato, ai sensi dell’art. 23 della Costituzione.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di un contributo di solidarietà trattenuto illegittimamente?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale (dieci anni), come previsto dall’art. 2946 del codice civile. Questo perché l’azione non riguarda singoli ratei di pensione, ma il diritto alla riliquidazione dell’intero trattamento pensionistico, che non è soggetto alla prescrizione breve di cinque anni.

Perché il controricorso del pensionato è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il controricorso è stato depositato tardivamente, ovvero oltre il termine di quaranta giorni previsto dall’articolo 370 del codice di procedura civile. Per questo motivo, la costituzione in giudizio del pensionato è stata ritenuta inammissibile e non gli sono state liquidate le spese legali, nonostante l’esito a lui favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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