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Contributo di solidarietà: illegittimo sulle pensioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale privato contro un suo iscritto, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà applicato sulla pensione. La Corte ha ribadito che il diritto al rimborso delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque, in linea con la sua giurisprudenza consolidata. L’ente è stato anche condannato per abuso del processo.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà: La Cassazione Conferma l’Illegittimità e la Prescrizione Decennale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia previdenziale: il contributo di solidarietà imposto autonomamente dalle casse di previdenza private è illegittimo. Questa decisione non solo consolida un orientamento giurisprudenziale ormai stabile, ma chiarisce anche in modo definitivo la durata della prescrizione per il rimborso delle somme indebitamente trattenute, fissandola a dieci anni.

Il Caso: Una Trattenuta sulla Pensione

La vicenda ha origine dalla decisione di una Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per professionisti di applicare, a partire dal 2010, un contributo di solidarietà sulla pensione di un proprio iscritto. Il pensionato, ritenendo la trattenuta illegittima, si è rivolto al tribunale, ottenendo una sentenza favorevole. La decisione è stata confermata anche in secondo grado dalla Corte d’Appello, la quale ha dichiarato l’illegittimità delle trattenute.

Nonostante le due sentenze sfavorevoli, l’ente previdenziale ha deciso di proseguire la battaglia legale, presentando ricorso in Corte di Cassazione. I motivi del ricorso si basavano essenzialmente su due punti: la presunta legittimità del contributo e, in subordine, l’applicazione di una prescrizione breve di cinque anni, anziché decennale, per il diritto del pensionato a ottenere la restituzione delle somme.

La questione del contributo di solidarietà e la prescrizione

Il ricorso dell’ente previdenziale si fondava sulla violazione di diverse norme, tra cui quelle che regolano l’autonomia gestionale delle casse privatizzate (d.lgs. 509/1994) e quelle relative alla stabilità finanziaria degli enti (l. 335/1995). L’ente sosteneva di aver agito nell’ambito della propria autonomia per garantire l’equilibrio di bilancio.

Il secondo motivo di ricorso riguardava la prescrizione. L’ente chiedeva che venisse applicato il termine quinquennale previsto per le prestazioni periodiche (art. 2948 n. 4 c.c.), sostenendo che il diritto alla restituzione delle trattenute mensili rientrasse in questa categoria. La Corte d’Appello, invece, aveva applicato il termine ordinario decennale.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo pienamente alla sua giurisprudenza ormai consolidata. In primo luogo, ha ribadito che l’imposizione di un contributo di solidarietà costituisce una prestazione patrimoniale che può essere introdotta solo da una legge dello Stato, non da un atto di autonomia di un ente previdenziale privato. Qualsiasi delibera in tal senso è pertanto illegittima.

Per quanto riguarda la prescrizione, la Corte ha fornito un chiarimento fondamentale. Il diritto alla restituzione di somme pagate indebitamente non è una prestazione periodica. Sebbene le trattenute fossero mensili, il diritto del pensionato a riavere indietro il maltolto è un diritto unitario, che sorge al momento del pagamento non dovuto. Di conseguenza, non si applica la prescrizione breve di cinque anni, ma quella ordinaria di dieci anni, che decorre dalla data di ogni singolo pagamento illegittimo. La Corte ha inoltre sanzionato l’ente ricorrente per abuso del processo, condannandolo al pagamento di un’ulteriore somma. La decisione di insistere su questioni già ampiamente e univocamente risolte dalla giurisprudenza è stata considerata un’azione dilatoria e manifestamente infondata.

Conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti i pensionati iscritti a casse previdenziali private.
1. Conferma dell’illegittimità: Qualsiasi contributo di solidarietà imposto senza una specifica base legislativa è illegittimo e può essere contestato.
2. Prescrizione Decennale: I pensionati hanno dieci anni di tempo, a partire da ogni singola trattenuta, per richiedere il rimborso delle somme indebitamente versate. Questo estende notevolmente la finestra temporale per agire legalmente.
3. Rischio di sanzioni: Gli enti previdenziali che insistono nel difendere posizioni contrarie alla giurisprudenza consolidata rischiano non solo la condanna alle spese, ma anche sanzioni per abuso del processo, un deterrente a intraprendere liti temerarie.

È legittimo per una cassa di previdenza privata imporre un contributo di solidarietà sulla pensione dei propri iscritti?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, l’imposizione di un contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale che richiede una base legislativa. Le casse private non possono introdurlo autonomamente tramite le proprie delibere.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere il rimborso delle somme illegittimamente trattenute a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale, non quello quinquennale. Il diritto alla restituzione non è una prestazione periodica e il termine decorre dalla data di ogni singolo pagamento non dovuto.

Cosa succede se si propone un ricorso in Cassazione basato su questioni già ampiamente decise dalla giurisprudenza?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Inoltre, come avvenuto in questo caso, la parte ricorrente può essere condannata per abuso del processo ai sensi dell’art. 96 c.p.c., in quanto chiedere una decisione senza addurre nuovi argomenti su un orientamento giurisprudenziale consolidato costituisce un abuso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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