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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha stabilito l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata sulle pensioni dei suoi iscritti. La decisione si fonda sul principio della riserva di legge, secondo cui una prestazione patrimoniale obbligatoria può essere introdotta solo da una norma di legge e non da un regolamento interno dell’ente. La Corte ha inoltre confermato che il termine di prescrizione per richiedere la restituzione delle somme indebitamente trattenute è di dieci anni.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà: Illegittimo se Imposto dalle Casse Private Senza Legge

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale per i professionisti iscritti a casse di previdenza private: l’imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni già liquidate è illegittima se non prevista da una specifica norma di legge. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che pone chiari limiti all’autonomia regolamentare degli enti previdenziali, a tutela dei diritti acquisiti dei pensionati.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla decisione di una Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per una categoria di professionisti di applicare una trattenuta, denominata “contributo di solidarietà”, sui ratei di pensione maturati dai propri iscritti. Un professionista, ritenendo la trattenuta illegittima, si è rivolto al tribunale.
La Corte d’Appello, confermando la decisione di primo grado, ha dato ragione al pensionato, condannando la Cassa alla restituzione delle somme. Secondo i giudici di merito, l’ente non aveva il potere di introdurre tale prelievo in assenza di una norma di legge, come richiesto dall’art. 23 della Costituzione. Inoltre, la Corte territoriale ha stabilito che il diritto alla restituzione si prescrive in dieci anni.

I Limiti al Contributo di Solidarietà e i Motivi del Ricorso

Contro la sentenza d’appello, la Cassa di previdenza ha proposto ricorso in Cassazione, basandosi su cinque motivi. In sintesi, l’ente sosteneva di aver agito nell’ambito della propria autonomia regolamentare, finalizzata a garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine. Contestava, inoltre, la decisione sulla prescrizione, ritenendo applicabile il termine più breve di cinque anni, e la condanna al pagamento degli accessori.
La questione centrale ruotava attorno alla possibilità per un ente previdenziale privatizzato di imporre autonomamente una prestazione patrimoniale sui trattamenti pensionistici già in essere, giustificandola con la necessità di stabilità dei conti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo chiarimenti definitivi su tutti i punti controversi.

L’Illegittimità del Contributo per Violazione della Riserva di Legge

I giudici hanno ribadito che l’autonomia regolamentare delle Casse private, sebbene ampia, incontra un limite invalicabile nel principio costituzionale della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte (art. 23 Cost.). Il contributo di solidarietà, essendo un prelievo obbligatorio che incide su un diritto già acquisito (il trattamento pensionistico), ha natura di prestazione patrimoniale imposta. Pertanto, la sua introduzione non può avvenire tramite un regolamento interno dell’ente, ma richiede un’espressa previsione legislativa. L’art. 22 del Regolamento della Cassa, posto a fondamento della trattenuta, è stato quindi ritenuto inefficace in quanto non supportato da una norma di legge.

La Prescrizione Decennale per l’Azione di Restituzione

La Corte ha respinto anche il motivo relativo alla prescrizione. Ha chiarito che la prescrizione quinquennale, prevista per i ratei di pensione, si applica alle richieste di pagamento di singole rate non contestate nel loro ammontare. Nel caso di specie, invece, la controversia riguardava il diritto stesso alla riliquidazione della pensione, ossia al ricalcolo dell’importo corretto senza la trattenuta illegittima. Tale diritto è soggetto all’ordinaria prescrizione decennale (art. 2946 c.c.), che decorre dal momento in cui le somme sono state indebitamente trattenute.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione consolida un importante baluardo a difesa dei pensionati. La decisione chiarisce che l’esigenza di assicurare l’equilibrio finanziario delle Casse di previdenza, pur essendo un obiettivo legittimo, non può essere perseguita a discapito dei principi costituzionali fondamentali. L’autonomia degli enti previdenziali non è assoluta e non può spingersi fino a creare nuove imposizioni fiscali o parafiscali in assenza di un intervento del legislatore. Per i pensionati, ciò significa avere la certezza che il proprio assegno non può essere ridotto da prelievi unilaterali e che dispongono di un termine di dieci anni per agire in giudizio e recuperare quanto eventualmente trattenuto in modo illegittimo.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No, non può farlo autonomamente tramite un proprio regolamento. Secondo la Corte di Cassazione, un tale prelievo è una “prestazione patrimoniale imposta” e, in base all’art. 23 della Costituzione, può essere introdotto solo da una specifica norma di legge.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la restituzione delle somme trattenute a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione è di dieci anni. La Corte ha chiarito che non si applica la prescrizione breve di cinque anni perché l’azione legale non riguarda il mancato pagamento di singoli ratei, ma il diritto al ricalcolo dell’intera prestazione pensionistica (riliquidazione) epurata dalla trattenuta illegittima.

L’autonomia regolamentare delle Casse private ha dei limiti?
Sì. Sebbene le Casse private godano di autonomia per regolare aspetti come le aliquote contributive o i coefficienti di rendimento, questa autonomia non si estende all’introduzione di prelievi obbligatori su pensioni già liquidate, poiché ciò rientra nella riserva di legge stabilita dalla Costituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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