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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un fondo pensione per professionisti contro la sentenza che riteneva illegittimo il contributo di solidarietà applicato sulla pensione di reversibilità di una vedova. La Corte ha ribadito che l’introduzione di tale prelievo, avendo natura di prestazione patrimoniale imposta, necessita di una specifica legge e non può essere deliberata autonomamente dall’ente previdenziale. È stata inoltre confermata la prescrizione decennale per l’azione di rimborso.

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Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: Illegittimo Senza una Base Legislativa

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale in materia previdenziale: un fondo pensione privato non può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni erogate senza una specifica e chiara norma di legge che lo autorizzi. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati e definisce i limiti dell’autonomia regolamentare degli enti previdenziali.

Il Caso: Un Prelievo Indebito sulla Pensione di Reversibilità

La vicenda trae origine dalla richiesta di una pensionata, vedova di un professionista, che si era vista applicare delle trattenute sulla sua pensione di reversibilità a titolo di “contributo di solidarietà” a partire dal 2009. Tali trattenute erano state deliberate autonomamente dal Fondo Pensione di categoria del defunto marito.

La pensionata ha agito in giudizio per far dichiarare l’illegittimità di tali prelievi e ottenere la restituzione delle somme indebitamente trattenute. Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello le hanno dato ragione, affermando che il Fondo non aveva il potere di imporre tale contributo in assenza di una legge dello Stato. Il Fondo Pensione ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandolo su quattro motivi principali, tra cui la presunta violazione della propria autonomia regolamentare e l’errata applicazione del termine di prescrizione.

L’Autonomia degli Enti e il Limite del contributo di solidarietà

Il cuore della questione giuridica risiede nei limiti del potere autonomo degli enti previdenziali privatizzati. Il Fondo sosteneva di poter agire in virtù della propria autonomia gestionale e regolamentare, finalizzata a garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine. Tuttavia, la Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi.

Il contributo di solidarietà, secondo la Corte, non è uno strumento ordinario di gestione previdenziale, come la modifica delle aliquote contributive o dei coefficienti di calcolo della pensione. Esso ha, invece, la natura di prestazione patrimoniale imposta, un’obbligazione economica imposta dall’autorità pubblica. L’articolo 23 della Costituzione italiana stabilisce chiaramente che nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge (principio della riserva di legge). Pertanto, un regolamento interno o una delibera di un ente privato, anche se con finalità pubblicistiche, non sono fonti idonee a istituire un simile prelievo.

La Questione della Prescrizione

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per richiedere il rimborso delle somme trattenute. Il Fondo Pensione invocava la prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei pensionistici.

Anche su questo punto, la Cassazione ha confermato l’orientamento consolidato. La prescrizione quinquennale si applica ai singoli ratei di pensione già liquidati e dovuti. Quando, invece, la contestazione riguarda l’ammontare stesso del trattamento pensionistico e si chiede una sua riliquidazione (come nel caso di una trattenuta illegittima), il diritto in questione è soggetto all’ordinaria prescrizione decennale. Di conseguenza, la richiesta della pensionata è stata considerata tempestiva.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso del Fondo inammissibile perché si poneva in contrasto con un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. I giudici hanno ribadito che l’autonomia regolamentare concessa agli enti previdenziali privatizzati (dalla L. 335/1995) è circoscritta alla variazione di elementi strutturali del sistema, come le aliquote o i criteri di calcolo, ma non si estende fino a poter imporre prelievi su trattamenti pensionistici già quantificati e attribuiti.

Le norme invocate dal Fondo a sostegno della propria tesi (come la L. 147/2013 o il D.L. 201/2011) sono state interpretate come finalizzate a interventi strutturali per la stabilità a lungo termine, una finalità incompatibile con la natura provvisoria e limitata nel tempo di un contributo di solidarietà. In sostanza, per imporre un sacrificio economico ai pensionati è necessario un intervento del legislatore, non essendo sufficiente una delibera dell’ente.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma dei diritti dei pensionati. Stabilisce in modo inequivocabile che i fondi pensione non possono, di propria iniziativa, ridurre gli importi delle pensioni attraverso l’introduzione di contributi straordinari, anche se motivati da esigenze di bilancio. Tale potere spetta unicamente al Parlamento, nel rispetto dei principi costituzionali. Inoltre, la conferma della prescrizione decennale per le azioni di riliquidazione offre ai pensionati un arco temporale adeguato per far valere i propri diritti in caso di trattenute ritenute illegittime.

Un fondo pensione privato può introdurre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale imposta che, per il principio costituzionale della riserva di legge (art. 23 Cost.), può essere introdotta solo da una legge dello Stato e non da una delibera autonoma di un ente previdenziale.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere il rimborso di trattenute illegittime sulla pensione?
Il termine di prescrizione è decennale. La Corte ha chiarito che la prescrizione breve di cinque anni si applica solo ai singoli ratei di pensione già liquidi ed esigibili, mentre per l’azione volta a ottenere la riliquidazione dell’intero trattamento pensionistico a seguito di una trattenuta illegittima si applica il termine ordinario di dieci anni.

Perché il contributo di solidarietà è considerato una ‘prestazione patrimoniale imposta’?
Perché è un prelievo economico coattivo, imposto a un soggetto senza la sua volontà, a vantaggio della collettività o di un ente pubblico per finalità di interesse generale. Proprio per questa sua natura impositiva, la Costituzione richiede che sia una legge a prevederlo, a garanzia dei cittadini contro possibili abusi da parte del potere esecutivo o di altri enti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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