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Contributo di solidarietà: illegittimo se non per legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà prelevato sulle pensioni. Tale prelievo, non essendo un criterio di calcolo della pensione ma una prestazione patrimoniale, può essere introdotto solo da una legge dello Stato (art. 23 Cost.) e non da un atto autonomo dell’ente. La Corte ha anche ribadito che il diritto alla restituzione si prescrive in dieci anni e gli interessi decorrono da ogni singolo prelievo.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: No dalle Casse Private senza una Legge

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: un contributo di solidarietà non può essere imposto autonomamente dalle Casse di previdenza private. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che tutela i diritti dei pensionati, distinguendo nettamente tra i criteri di calcolo della pensione e le imposizioni patrimoniali, che richiedono una base legale.

I Fatti del Caso: Una Cassa di Previdenza e il prelievo contestato

Il caso ha origine dall’azione legale di un professionista in pensione contro la propria Cassa di previdenza. L’ente aveva operato delle trattenute sulla sua pensione a titolo di “contributo di solidarietà”, giustificando tale misura con la necessità di assicurare l’equilibrio di bilancio e la stabilità della gestione.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello territoriale avevano dato ragione al pensionato, dichiarando illegittime le trattenute e condannando la Cassa alla restituzione delle somme. La Cassa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandosi su tre motivi principali: la presunta legittimità del suo potere di imporre il contributo, l’applicazione di una prescrizione più breve (cinque anni invece di dieci) e la decorrenza degli interessi.

Il Contributo di Solidarietà alla prova della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto le decisioni dei giudici di merito. La decisione si fonda su un orientamento ormai consolidato, che poggia su una distinzione cruciale.

La Riserva di Legge per le Prestazioni Patrimoniali

Il punto centrale della questione è la natura del contributo di solidarietà. Secondo la Cassazione, tale prelievo non incide sui criteri di determinazione del trattamento pensionistico (come il sistema di calcolo retributivo o contributivo), ma rappresenta una trattenuta su una prestazione già determinata e liquidata.

Per questo motivo, esso non rientra nell’autonomia gestionale concessa alle Casse privatizzate, ma va inquadrato come una “prestazione patrimoniale imposta”, che, ai sensi dell’art. 23 della Costituzione, è soggetta a una riserva di legge. In parole semplici, solo lo Stato, attraverso una legge, può introdurre un prelievo di questo tipo. Le Casse di previdenza non hanno il potere di farlo autonomamente, neanche con l’obiettivo, pur lodevole, di garantire la stabilità finanziaria.

Prescrizione e Interessi: le altre questioni sul contributo di solidarietà

L’ordinanza chiarisce anche due aspetti pratici di grande rilevanza per chi intende agire per la restituzione di somme illegittimamente trattenute.

Prescrizione Decennale per la Restituzione

La Cassa ricorrente sosteneva l’applicazione della prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei pensionistici non riscossi. La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che il diritto del pensionato non riguarda singoli ratei non pagati, ma il diritto a ottenere la riliquidazione della pensione senza la trattenuta illegittima. Si tratta, quindi, di un’azione volta a far accertare il corretto ammontare della prestazione, soggetta alla prescrizione ordinaria di dieci anni (art. 2946 c.c.).

Decorrenza degli Interessi

Infine, è stato confermato che gli interessi legali sulle somme da restituire decorrono dalla data di ogni singolo prelievo indebito. I crediti previdenziali, infatti, sono considerati unitari e gli accessori (come gli interessi) ne costituiscono parte integrante. Pertanto, il diritto agli interessi matura contestualmente al prelievo della somma, ovvero dal momento in cui si è verificato l’inadempimento da parte della Cassa.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. La motivazione principale risiede nell’interpretazione dell’autonomia concessa agli enti previdenziali privatizzati (d.lgs. 509/1994). Sebbene tali enti possano modificare i criteri di calcolo delle pensioni per garantirne la sostenibilità, nel rispetto del principio del pro rata, non possono imporre prelievi su pensioni già liquidate. Il contributo di solidarietà, essendo una trattenuta su un importo già definito, esula dai poteri dell’ente e assume la natura di prestazione patrimoniale. Come tale, la sua istituzione è riservata esclusivamente al legislatore statale, in virtù dell’articolo 23 della Costituzione. Qualsiasi atto contrario è illegittimo per violazione di tale riserva di legge. Per quanto riguarda la prescrizione, la Corte ha specificato che la richiesta di riliquidazione della pensione per eliminare una trattenuta illegittima non è una richiesta di pagamento di ratei arretrati (soggetti a prescrizione quinquennale), ma un’azione di accertamento del diritto a ricevere l’intera prestazione, soggetta quindi al termine ordinario decennale. Infine, sulla decorrenza degli interessi, è stato ribadito che i crediti previdenziali sono unitari e gli accessori maturano dal momento in cui il diritto è violato, cioè da ogni singolo prelievo illegittimo.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza riafferma con forza tre principi a tutela dei pensionati iscritti alle Casse private:
1. Il contributo di solidarietà può essere introdotto solo da una legge dello Stato e non da delibere autonome delle Casse di previdenza.
2. Il diritto a richiedere la restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni.
3. Gli interessi sulle somme da restituire decorrono dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo.
Questa decisione rappresenta un importante punto fermo per i pensionati, chiarendo i limiti dell’autonomia degli enti previdenziali e garantendo una solida protezione ai diritti acquisiti.

Una Cassa di previdenza privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un contributo di solidarietà su pensioni già liquidate costituisce una prestazione patrimoniale che, ai sensi dell’art. 23 della Costituzione, può essere introdotta solo da una legge dello Stato e non da un atto autonomo della Cassa.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di un contributo di solidarietà illegittimo?
Il diritto a ottenere la riliquidazione della pensione senza la trattenuta illegittima e la conseguente restituzione delle somme si prescrive nel termine ordinario di dieci anni, e non nel termine breve di cinque anni previsto per i singoli ratei di pensione.

Da quando decorrono gli interessi sulle somme trattenute illegittimamente a titolo di contributo di solidarietà?
Gli interessi legali sulle somme da restituire decorrono dalla data di maturazione del diritto, che coincide con la data di ogni singolo prelievo illegittimo effettuato dalla Cassa, e non da una data successiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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