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Contributo di solidarietà: illegittimo se non per legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza professionale, confermando che il contributo di solidarietà imposto ai propri pensionati è illegittimo. Secondo la Corte, solo una legge dello Stato può introdurre una prestazione patrimoniale di questo tipo. Viene inoltre ribadito che il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni, non in cinque.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Il Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: Un Limite all’Autonomia delle Casse Previdenziali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia previdenziale: l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto autonomamente dalle Casse di previdenza private. Questa decisione chiarisce i confini tra l’autonomia gestionale degli enti e la riserva di legge statale per l’imposizione di prestazioni patrimoniali, offrendo importanti tutele ai pensionati.

I Fatti del Caso: Una Trattenuta Contestata

Il caso nasce dall’azione di una Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per professionisti che aveva applicato un prelievo, a titolo di ‘contributo di solidarietà’, sui trattamenti pensionistici già liquidati ai propri iscritti. Un pensionato ha contestato tale trattenuta, ritenendola illegittima.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al pensionato, dichiarando l’illegittimità del prelievo e condannando la Cassa alla restituzione delle somme indebitamente percepite. La Cassa ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato in virtù della sua autonomia e la necessità di garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Contributo di Solidarietà

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, confermando le sentenze dei gradi precedenti. La decisione si fonda su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, che pone paletti ben precisi all’autonomia degli enti previdenziali privatizzati. I giudici hanno respinto sia il motivo relativo alla legittimità del prelievo, sia quello concernente l’applicazione di un termine di prescrizione più breve per la richiesta di restituzione.

Le Motivazioni della Corte

Il Principio di Legalità: Solo la Legge Può Impostare Tributi

Il cuore della motivazione risiede nel principio sancito dall’art. 23 della Costituzione, secondo cui nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. La Corte ha ribadito che un prelievo come il contributo di solidarietà, che incide su un trattamento pensionistico già determinato, ha la natura di una ‘prestazione patrimoniale imposta’.

Di conseguenza, anche se le Casse privatizzate godono di autonomia gestionale, questa non si estende fino al potere di introdurre autonomamente prelievi forzosi. Tale potere è riservato esclusivamente al legislatore statale. La necessità di assicurare la stabilità dei bilanci non può giustificare una deroga a questo principio fondamentale di legalità.

La Prescrizione: Dieci Anni per Chiedere la Restituzione

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per l’azione di restituzione delle somme trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, tipico dei ratei di pensione.

La Cassazione ha invece confermato che l’azione volta a ottenere la restituzione di quanto indebitamente prelevato è un’azione di ripetizione dell’indebito, soggetta al termine di prescrizione ordinario di dieci anni. Questo perché la pretesa restitutoria non ha i caratteri di liquidità ed esigibilità periodica propri delle prestazioni previdenziali.

Le Conclusioni: Implicazioni per Pensionati e Casse di Previdenza

L’ordinanza consolida la tutela dei diritti acquisiti dei pensionati, affermando che i trattamenti pensionistici non possono essere ridotti da iniziative unilaterali delle Casse di appartenenza. Qualsiasi intervento che assuma la forma di un contributo di solidarietà deve avere una base normativa in una legge dello Stato.

Per i pensionati, ciò significa che eventuali prelievi simili sono illegittimi e che hanno a disposizione dieci anni per agire in giudizio e chiederne la restituzione. Per le Casse, la decisione rappresenta un monito a operare nel rispetto dei limiti costituzionali della propria autonomia, cercando soluzioni per l’equilibrio finanziario che non violino i principi di legalità e la tutela dell’affidamento dei propri iscritti.

Una Cassa di previdenza privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, trattandosi di una prestazione patrimoniale imposta, solo una legge dello Stato può introdurre un contributo di solidarietà. L’autonomia gestionale delle Casse non include questo potere.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la restituzione dei contributi di solidarietà illegittimamente trattenuti?
Il termine per esercitare l’azione di restituzione delle somme indebitamente prelevate è quello ordinario di dieci anni, e non il termine breve di cinque anni previsto per i ratei delle prestazioni previdenziali.

Perché il ricorso della Cassa di previdenza è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su argomenti che contrastavano con l’orientamento consolidato e costante della stessa Corte di Cassazione, rendendo l’esito della controversia prevedibile e la prosecuzione del giudizio non necessaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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