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Contributo di solidarietà: illegittimo per le Casse

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto sulle pensioni. Secondo la Corte, tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale che solo il legislatore può istituire, e non può essere deliberato autonomamente dagli enti. La Corte ha inoltre stabilito che il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: La Cassazione Conferma l’Illegittimità

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto autonomamente dalle Casse di previdenza privatizzate. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico, offrendo importanti tutele ai pensionati e chiarendo i limiti del potere di intervento degli enti previdenziali sui trattamenti già liquidati.

Il caso analizzato riguardava il ricorso di una Cassa di previdenza dei professionisti contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva già dato ragione a un pensionato, dichiarando illegittime le trattenute effettuate sulla sua pensione a titolo, appunto, di contributo di solidarietà. La Cassa sosteneva di aver agito legittimamente per garantire l’equilibrio di bilancio e la stabilità della gestione, ma la Suprema Corte ha respinto tutte le argomentazioni.

I Fatti del Caso

Un professionista in pensione si era visto applicare delle trattenute sul proprio assegno previdenziale, denominate “contributo di solidarietà”. Ritenendo tali prelievi ingiusti, aveva adito le vie legali. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto le sue ragioni, stabilendo che la Cassa di previdenza non aveva il potere di imporre unilateralmente tale contributo.

L’Ente previdenziale, non arrendendosi, ha presentato ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali: la presunta violazione di norme che le conferirebbero autonomia gestionale per assicurare l’equilibrio finanziario e la presunta applicabilità della prescrizione breve di cinque anni per le somme richieste dal pensionato.

Il Contributo di Solidarietà e i Limiti delle Casse Private

Il cuore della questione risiede nella natura giuridica del contributo di solidarietà. Secondo la Cassa ricorrente, si tratterebbe di uno strumento necessario per la sostenibilità del sistema. La Cassazione, tuttavia, ha sposato una linea interpretativa completamente diversa, in continuità con le sue precedenti pronunce e con i principi stabiliti dalla Corte Costituzionale.

Il prelievo in questione non è un criterio per determinare l’importo iniziale della pensione, ma una trattenuta applicata su un trattamento già calcolato e definito secondo le regole vigenti. Per questo motivo, esso non può essere considerato una modifica del calcolo pensionistico, bensì una vera e propria prestazione patrimoniale imposta, la cui istituzione è coperta da riserva di legge ai sensi dell’articolo 23 della Costituzione. In parole semplici, solo lo Stato, attraverso una legge, può imporre tasse o prelievi forzosi sui cittadini, e non un ente privato, seppur con finalità pubblicistiche come una Cassa di previdenza.

La Questione della Prescrizione: Decennale e non Quinquennale

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda i termini di prescrizione per richiedere la restituzione delle somme indebitamente trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, tipico dei ratei di pensione non pagati.

La Suprema Corte ha rigettato anche questa tesi, chiarendo una distinzione cruciale:
* La prescrizione quinquennale (cinque anni) si applica ai singoli ratei di pensione non corrisposti.
* La prescrizione ordinaria decennale (dieci anni) si applica al diritto del pensionato di ottenere la “riliquidazione” del trattamento, ovvero il ricalcolo della pensione senza la trattenuta illegittima.

Poiché il pensionato contestava la legittimità stessa del prelievo e chiedeva il ripristino dell’importo corretto della sua pensione, il suo diritto si prescrive nel termine più lungo di dieci anni, decorrenti da ogni singola trattenuta.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, basando la sua decisione su un orientamento ormai consolidato. I giudici hanno affermato che i motivi proposti dalla Cassa erano “manifestamente infondati” perché si scontrano con un principio cardine del nostro ordinamento. Gli enti previdenziali privatizzati, pur avendo autonomia gestionale, non possono scavalcare la riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali. Imporre un contributo di solidarietà su pensioni già determinate significa introdurre un prelievo che non incide sui criteri di calcolo, ma sul trattamento pensionistico già maturato, un potere che spetta esclusivamente al legislatore.

Sulla prescrizione, la Corte ha ribadito che la richiesta di ricalcolo del trattamento pensionistico, a causa di una trattenuta illegittima, non riguarda i singoli ratei, ma il diritto stesso a ricevere la prestazione nella sua interezza. Tale diritto è soggetto alla prescrizione ordinaria decennale prevista dall’articolo 2946 del codice civile.

Conclusioni

La decisione in esame rafforza la tutela dei pensionati nei confronti delle decisioni unilaterali degli enti previdenziali. Viene confermato che qualsiasi prelievo che non sia strettamente legato ai meccanismi di calcolo della pensione deve avere una base legale. L’esigenza di mantenere i bilanci in equilibrio, pur essendo un obiettivo legittimo per le Casse, non può giustificare l’adozione di misure che violano principi costituzionali come la riserva di legge. Per i pensionati, questa sentenza rappresenta una garanzia importante, confermando il loro diritto a percepire un trattamento pensionistico calcolato secondo le norme di legge e non modificabile da provvedimenti interni degli enti, e chiarendo che hanno dieci anni di tempo per agire in giudizio e recuperare le somme indebitamente sottratte.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale che, ai sensi dell’art. 23 della Costituzione, può essere introdotta solo da una legge dello Stato e non da una delibera autonoma di un ente previdenziale privato.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la restituzione di un contributo di solidarietà illegittimo?
Il diritto a ottenere il ricalcolo della pensione senza la trattenuta illegittima e la conseguente restituzione delle somme si prescrive nel termine ordinario di dieci anni, e non nel termine breve di cinque anni previsto per i singoli ratei di pensione.

Perché il contributo di solidarietà non è considerato un criterio di calcolo della pensione?
Perché non incide sui meccanismi di determinazione dell’importo originario della pensione, ma è un prelievo applicato su un trattamento già definito e liquidato. Pertanto, è considerato una misura esterna e successiva al calcolo, assimilabile a un’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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