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Contributo di solidarietà: illegittimo per la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà applicato sulle pensioni. La Corte ha stabilito che tale prelievo, non previsto dalla legge, viola la riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali. È stato inoltre confermato il termine di prescrizione decennale per la restituzione delle somme indebitamente trattenute, con interessi decorrenti da ogni singolo prelievo.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: la Cassazione ne Conferma l’Illegittimità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: un contributo di solidarietà imposto da un ente previdenziale privatizzato tramite un proprio regolamento è illegittimo. Questa decisione chiarisce i limiti dell’autonomia gestionale delle Casse professionali e rafforza la tutela dei diritti acquisiti dei pensionati, confermando il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un professionista, e successivamente dei suoi eredi, contro la Cassa di previdenza di categoria. L’ente aveva applicato una trattenuta a titolo di contributo di solidarietà sul suo trattamento pensionistico, in base a una delibera interna. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al pensionato, dichiarando l’illegittimità del prelievo e condannando la Cassa alla restituzione delle somme, maggiorate degli interessi. La Cassa previdenziale ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato in virtù della sua autonomia normativa e della necessità di garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine.

La Questione Giuridica e il Contributo di Solidarietà

La controversia si è incentrata su due questioni principali:
1. Legittimità del prelievo: Un ente previdenziale privatizzato può, nell’esercizio della propria autonomia, introdurre un contributo di solidarietà che incide su prestazioni pensionistiche già maturate e quantificate?
2. Termine di prescrizione: Qual è il termine corretto per richiedere la restituzione delle somme trattenute? Quello quinquennale previsto per i ratei di pensione o quello ordinario decennale per la ripetizione dell’indebito?

La Cassa sosteneva che il prelievo fosse un mero provvedimento amministrativo, approvato dai ministeri competenti e necessario per la sostenibilità del sistema. Gli eredi del pensionato, al contrario, hanno sempre sostenuto che si trattasse di una prestazione patrimoniale imposta in violazione della riserva di legge costituzionale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso della Cassa, basando la propria decisione su principi consolidati e di grande rilevanza.

Violazione della Riserva di Legge (Art. 23 Costituzione)
Il punto centrale della motivazione è che il contributo di solidarietà costituisce una prestazione patrimoniale imposta. Secondo l’articolo 23 della Costituzione, nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. L’autonomia normativa concessa agli enti previdenziali privatizzati (D.Lgs. 509/1994) non può spingersi fino a derogare a principi costituzionali. In altre parole, solo il legislatore statale può introdurre prelievi di questo tipo, non un ente attraverso un proprio regolamento.

Principio del ‘Pro Rata’ e Tutela dei Diritti Acquisiti
La Corte ha inoltre affermato che la trattenuta, incidendo su un trattamento pensionistico già quantificato e attribuito, viola il principio del ‘pro rata’. Questo principio tutela i diritti già maturati dal pensionato, impedendo che vengano ridotti da normative successive. Il contributo in questione non modifica i criteri di calcolo della pensione, ma impone un prelievo su una prestazione già determinata, configurandosi come un atto incompatibile con la tutela dei diritti acquisiti.

Prescrizione Decennale e non Quinquennale
Infine, la Cassazione ha risolto la questione sulla prescrizione. Il diritto alla restituzione delle somme non è un diritto a ratei di pensione non pagati (soggetti a prescrizione quinquennale), ma un’azione di ripetizione di indebito (art. 2946 c.c.). Si tratta del recupero di somme trattenute illegittimamente da un importo pensionistico già definito. Poiché il diritto alla riliquidazione della pensione al netto del prelievo illecito non riguarda crediti periodici liquidi ed esigibili, si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni. Gli interessi, inoltre, decorrono dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo e non dalla domanda giudiziale, poiché il credito previdenziale è considerato una prestazione unitaria.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa riafferma che l’autonomia delle Casse professionali non è illimitata, ma deve sempre muoversi nel rispetto dei principi costituzionali e della gerarchia delle fonti del diritto. I pensionati che hanno subito trattenute simili, basate su regolamenti interni degli enti e non su una specifica norma di legge, hanno il diritto di chiederne la restituzione. La conferma della prescrizione decennale offre una finestra temporale più ampia per agire legalmente. Questa pronuncia rappresenta una vittoria significativa per la tutela dei diritti previdenziali e un chiaro monito per gli enti: la sostenibilità dei bilanci non può essere perseguita a discapito dei diritti acquisiti e dei principi fondamentali dell’ordinamento giuridico.

Un ente previdenziale privato può imporre un “contributo di solidarietà” sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un contributo di questo tipo è una prestazione patrimoniale la cui imposizione è riservata esclusivamente alla legge dello Stato, in base all’art. 23 della Costituzione. L’autonomia regolamentare degli enti previdenziali non può derogare a tale principio.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di un contributo di solidarietà illegittimo?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni. L’azione non riguarda ratei di pensione non pagati (prescrizione quinquennale), ma la restituzione di somme indebitamente trattenute, configurando un’azione di ripetizione dell’indebito (art. 2946 c.c.).

Da quando decorrono gli interessi sulle somme trattenute illegittimamente?
Gli interessi legali competono dalla data di maturazione del diritto, ovvero dal giorno in cui è stata effettuata ogni singola trattenuta illegittima sulla rata di pensione, e non dal momento della domanda giudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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