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Contributo di solidarietà: illegittimo per i professionisti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale professionale contro la sentenza che lo condannava a restituire le somme trattenute a un pensionato a titolo di contributo di solidarietà. L’ordinanza conferma l’illegittimità di tale prelievo e stabilisce che il diritto al rimborso si prescrive in dieci anni, non in cinque, consolidando un principio a favore dei pensionati.

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Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: la Cassazione Conferma l’Illegittimità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: il contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza professionale sulle pensioni dei suoi iscritti è illegittimo. Questa decisione non solo consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai pensionati, ma chiarisce anche importanti aspetti procedurali, come il termine di prescrizione per il rimborso e le conseguenze per chi insiste in giudizio contro principi ormai consolidati.

I Fatti del Caso: La Trattenuta sulla Pensione

Un professionista in pensione si è visto applicare dalla propria cassa previdenziale una trattenuta mensile sulla pensione a titolo di “contributo di solidarietà”. Ritenendo tale prelievo ingiusto, ha agito in giudizio per ottenerne la restituzione. Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello hanno dato ragione al pensionato, condannando l’ente a rimborsare tutte le somme indebitamente trattenute dal giugno 2012 all’agosto 2022, oltre agli accessori di legge. L’ente previdenziale, non rassegnato, ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione.

Il Contributo di Solidarietà e la Decisione della Cassazione

Il cuore della controversia riguardava la legittimità del prelievo, che la cassa di previdenza giustificava sulla base della propria autonomia gestionale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’ente inammissibile, confermando in toto le decisioni dei giudici di merito.

La Questione della Prescrizione: Dieci Anni per il Rimborso

Uno dei motivi di ricorso dell’ente previdenziale verteva sulla prescrizione. Secondo la cassa, il diritto del pensionato a richiedere il rimborso si sarebbe dovuto prescrivere in cinque anni, trattandosi di ratei di pensione. La Cassazione ha respinto con fermezza questa tesi, ribadendo un principio consolidato: il diritto alla restituzione di somme pagate ma non dovute (indebito) è soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni. La Corte ha spiegato che, sebbene le trattenute avvenissero su pagamenti periodici (la pensione), il diritto al rimborso sorge come un credito unico e non ha natura periodica. Pertanto, si applica il termine decennale che decorre da ogni singolo pagamento non dovuto.

L’Inammissibilità del Ricorso e l’Abuso del Processo

La Corte non si è limitata a rigettare le argomentazioni nel merito. Ha dichiarato il ricorso inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis c.p.c., una norma che consente di definire rapidamente i ricorsi quando la decisione impugnata è conforme alla giurisprudenza di legittimità e non vi sono nuovi argomenti per cambiarla. In questo caso, l’orientamento sull’illegittimità del contributo di solidarietà e sulla prescrizione decennale era già ampiamente consolidato. L’insistenza dell’ente, senza addurre nuove e valide ragioni, è stata qualificata come un “abuso del processo”, portando a una condanna supplementare ai sensi dell’art. 96 c.p.c. per aver causato un ingiustificato dispendio di attività giurisdizionale.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni dell’ordinanza si fondano su una giurisprudenza ormai granitica. I giudici hanno richiamato numerose sentenze precedenti, incluse quelle della Corte Costituzionale, che hanno già stabilito l’illegittimità di prelievi analoghi quando non giustificati da eccezionali esigenze di sostenibilità del sistema e imposti senza rispettare i principi di ragionevolezza e proporzionalità. La Corte ha sottolineato come il ricorso dell’ente previdenziale non offrisse spunti critici o elementi innovativi tali da indurre a un ripensamento di questo orientamento. La decisione di sanzionare l’ente per abuso del processo deriva dalla constatazione che chiedere una decisione su una questione già ampiamente risolta, senza nuovi argomenti, costituisce un uso distorto dello strumento processuale, che va a gravare inutilmente sul sistema giudiziario.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre tre importanti conclusioni pratiche per i professionisti pensionati:

1. Conferma dell’illegittimità: Il prelievo forzoso a titolo di contributo di solidarietà da parte delle casse previdenziali professionali, basato su delibere interne, è ritenuto illegittimo dalla giurisprudenza consolidata.
2. Diritto al rimborso decennale: I pensionati che hanno subito tali trattenute hanno dieci anni di tempo da ogni singolo prelievo per chiederne la restituzione.
3. Rischio per i ricorsi infondati: Insistere nel promuovere cause contro orientamenti giurisprudenziali stabili senza portare argomenti nuovi e solidi espone al rischio non solo di una sconfitta, ma anche di sanzioni economiche per abuso del processo.

Il contributo di solidarietà applicato da una cassa professionale sulla pensione è legittimo?
No, l’ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato che ritiene tale contributo illegittimo, dando ragione al pensionato che ne chiedeva la restituzione.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere il rimborso delle somme trattenute a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale (dieci anni) e non quello quinquennale. La Corte ha chiarito che il diritto al rimborso di somme indebitamente pagate non ha carattere periodico, anche se le trattenute sono state effettuate su ratei di pensione.

Cosa rischia chi propone un ricorso in Cassazione contro un orientamento giurisprudenziale consolidato senza addurre nuovi argomenti?
Rischia la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e una condanna per “abuso del processo”, che comporta il pagamento di ulteriori somme a titolo di sanzione, oltre alla rifusione delle spese legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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