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Contributo di solidarietà: Cassazione lo boccia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà prelevato sulle pensioni. La Corte ha ribadito che tale prelievo, essendo una prestazione patrimoniale imposta, necessita di una base legale che i regolamenti interni degli enti non possono fornire. Viene inoltre confermata la prescrizione decennale per il diritto al rimborso delle somme indebitamente trattenute.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contributo di solidarietà: la Cassazione ne conferma l’illegittimità

L’imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni da parte delle Casse di previdenza private è da tempo al centro di un acceso dibattito giuridico. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, ribadendo un orientamento ormai consolidato: tali prelievi sono illegittimi se non previsti da una norma di legge. Questa decisione rafforza la tutela dei pensionati e chiarisce i limiti del potere regolamentare degli enti previdenziali.

## I fatti di causa: un pensionato contro la sua Cassa di previdenza

Il caso esaminato trae origine dalla richiesta di un professionista in pensione di accertare l’illegittimità delle trattenute operate sulla sua pensione a titolo di contributo di solidarietà da parte della Cassa di previdenza di categoria. Il pensionato chiedeva, di conseguenza, la restituzione delle somme indebitamente prelevate. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, dichiarando illegittima la trattenuta e condannando l’ente alla restituzione degli importi. Contro la sentenza di secondo grado, la Cassa di previdenza ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali: la presunta legittimità del contributo, l’applicazione di una prescrizione più breve (cinque anni) e una diversa decorrenza degli interessi sulle somme da rimborsare.

## La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della Cassa di previdenza integralmente inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ma la chiude definitivamente, confermando le sentenze dei giudici di primo e secondo grado. La Corte ha utilizzato lo strumento dell’art. 360 bis, n. 1, c.p.c., poiché le questioni sollevate erano già state ampiamente e ripetutamente decise in modo conforme dalla giurisprudenza di legittimità. In altre parole, il ricorso non presentava alcun elemento di novità tale da giustificare un ripensamento dell’orientamento consolidato.

## Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ripercorso i principi cardine che la portano costantemente a dichiarare l’illegittimità di prelievi come il contributo di solidarietà imposto autonomamente dagli enti previdenziali.

### Illegittimità del contributo e il principio di riserva di legge

La motivazione centrale si fonda sull’articolo 23 della Costituzione, che stabilisce una riserva di legge per le prestazioni patrimoniali imposte. Il contributo di solidarietà è, a tutti gli effetti, una prestazione di questo tipo, in quanto si tratta di un prelievo coattivo su un diritto già acquisito (la pensione). Pertanto, può essere introdotto solo da una legge dello Stato, non da un regolamento interno di una Cassa di previdenza. L’autonomia concessa a questi enti privatizzati non è illimitata, ma deve muoversi entro i confini stabiliti dal legislatore, che non includono il potere di imporre nuove tasse o contributi sui trattamenti già liquidati.

### Prescrizione decennale e decorrenza degli interessi

Anche sui punti accessori, la Cassazione ha confermato il suo orientamento.
* Prescrizione: L’azione per ottenere la restituzione delle somme non è un’azione per ottenere ratei di pensione (soggetta a prescrizione quinquennale), ma un’azione di “ripetizione dell’indebito” (art. 2033 c.c.). Si tratta di un credito restitutorio, per il quale si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni.
* Interessi: Poiché il credito, sebbene restitutorio, ha origine da un rapporto previdenziale, gli interessi legali non decorrono dalla data della domanda giudiziale, ma dal momento in cui il diritto è sorto, cioè dalla data di ogni singola trattenuta illegittimamente operata.

## Le conclusioni: implicazioni pratiche dell’ordinanza

Questa ordinanza consolida ulteriormente un principio fondamentale a tutela dei diritti patrimoniali dei pensionati. Le Casse di previdenza non possono, di propria iniziativa, imporre prelievi straordinari sulle pensioni per far fronte a esigenze di bilancio, anche se finalizzate a garantire la stabilità a lungo termine. Tale potere spetta unicamente al legislatore. Per i pensionati coinvolti, questa giurisprudenza costante significa avere la certezza di poter richiedere il rimborso dei contributi di solidarietà illegittimi entro dieci anni, ottenendo la restituzione completa delle somme comprensive di interessi calcolati dal giorno di ogni prelievo.

Un contributo di solidarietà imposto da una Cassa di previdenza privata tramite un proprio regolamento è legittimo?
No. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, tale contributo è una prestazione patrimoniale imposta ai sensi dell’art. 23 della Costituzione e, come tale, può essere introdotto solo da una legge dello Stato, non da una fonte regolamentare secondaria.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la restituzione del contributo di solidarietà indebitamente versato?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni. L’azione non riguarda il diritto alla prestazione pensionistica (soggetta a prescrizione di cinque anni), ma un’azione di ripetizione di indebito, ovvero la restituzione di somme pagate senza una causa giuridica valida.

Da quale momento decorrono gli interessi sulle somme che la Cassa deve restituire?
Gli interessi legali decorrono dalla data di ogni singola trattenuta illegittima effettuata sulla pensione, e non dalla data successiva della domanda giudiziale. Questo perché il credito, pur essendo restitutorio, origina da un rapporto di natura previdenziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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