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Contributo di solidarietà: calcolo sulla pensione intera

Un gruppo di pensionati di un fondo speciale ha contestato l’applicazione del contributo di solidarietà sull’intero importo della loro pensione, sostenendo che dovesse applicarsi solo alla parte eccedente rispetto al regime generale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando un orientamento consolidato: il contributo si calcola sull’intera pensione maturata nel fondo speciale, in linea con la finalità della norma di riequilibrare le gestioni previdenziali speciali.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di solidarietà: la Cassazione chiarisce la base di calcolo per i fondi speciali

L’applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni ha generato un notevole dibattito legale, in particolare per i titolari di trattamenti erogati da fondi speciali, come l’ex fondo per i lavoratori delle telecomunicazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla questione, stabilendo che il contributo si applica sull’intero importo della pensione liquidata dal fondo speciale e non solo sulla parte che eccede il trattamento che sarebbe spettato nel regime generale.

I fatti del caso

Un gruppo di pensionati, ex iscritti a un fondo previdenziale speciale, si è rivolto al tribunale per contestare le modalità di calcolo del contributo di solidarietà applicato dall’ente previdenziale. Secondo i ricorrenti, il prelievo avrebbe dovuto essere calcolato unicamente sulla differenza tra la pensione, più vantaggiosa, ricevuta dal fondo speciale e quella, virtuale, che avrebbero percepito se fossero stati iscritti all’assicurazione generale obbligatoria. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto questa tesi, confermando la legittimità dell’operato dell’ente di previdenza. I pensionati hanno quindi proposto ricorso per cassazione, basando le loro argomentazioni su una presunta violazione e falsa applicazione della normativa istitutiva del contributo.

La decisione della Corte sul contributo di solidarietà

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando il suo orientamento ormai consolidato in materia. I giudici hanno ribadito che il contributo di solidarietà, introdotto dall’art. 24 del d.l. n. 201/2011 per il quinquennio 2012-2017, è stato correttamente applicato sull’intero importo della pensione liquidata dal fondo sostitutivo. La finalità della norma, infatti, era quella di garantire un riequilibrio finanziario dei fondi pensionistici speciali, chiamando a contribuire in modo equo i titolari di trattamenti più favorevoli maturati prima delle riforme di armonizzazione del sistema.

Le motivazioni

La Corte ha smontato la tesi dei ricorrenti definendola ‘palesemente antiletterale’. Il testo di legge fa riferimento alla ‘quota di pensione calcolata in base ai parametri più favorevoli rispetto al regime dell’AGO’, identificandola con l’intero trattamento maturato nella gestione speciale prima dell’armonizzazione. Il termine ‘quota’ nel lessico normativo previdenziale non indica una differenza tra due importi, ma una porzione della pensione calcolata secondo specifiche regole (ad esempio, quota A e quota B basate sull’anzianità contributiva). Pertanto, interpretare la norma come se il contributo si applicasse solo su un’ipotetica eccedenza creerebbe una ‘sotto-quota’ non prevista dalla legge. Inoltre, i giudici hanno sottolineato come questa misura non violi i principi costituzionali. Il prelievo è:
* Temporaneo: limitato al periodo 2012-2017.
* Progressivo e mirato: colpisce solo le pensioni più elevate, escludendo quelle al di sotto di una certa soglia e quelle di invalidità.
* Finalizzato a scopi solidaristici: persegue l’obiettivo di sostenibilità e riequilibrio del sistema previdenziale nel suo complesso, in ossequio ai principi di adeguatezza della tutela (art. 38 Cost.) e di equilibrio di bilancio (art. 81 Cost.).

Le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio chiave: il contributo di solidarietà per i pensionati dei fondi speciali si calcola sull’intera pensione liquidata da tali fondi, senza detrarre l’importo che sarebbe spettato nel regime generale. La decisione riafferma la legittimità di misure perequative e solidaristiche volte a garantire la tenuta del sistema previdenziale, anche quando queste impongono un sacrificio a categorie di pensionati che in passato hanno beneficiato di regimi più vantaggiosi. La Corte ha ritenuto tale approccio coerente con il processo di armonizzazione dei sistemi pensionistici e giustificato dalla necessità di equità e razionalizzazione del sistema nel suo complesso.

Come deve essere calcolato il contributo di solidarietà per le pensioni dei fondi speciali?
Secondo la Corte di Cassazione, il contributo di solidarietà deve essere calcolato sull’intero importo della pensione liquidata dal fondo speciale, e non solo sulla differenza rispetto a quanto sarebbe spettato nel regime pensionistico generale (AGO).

Perché la Corte ha respinto la tesi dei pensionati secondo cui il prelievo doveva applicarsi solo sulla parte ‘eccedente’ della pensione?
La Corte ha ritenuto tale tesi ‘antiletterale’, poiché la normativa fa riferimento all’intera quota di pensione maturata con i parametri più favorevoli del fondo speciale. Il termine ‘quota’, nel linguaggio giuridico-previdenziale, non indica una differenza ma una porzione del trattamento pensionistico calcolata secondo determinate regole. La tesi dei ricorrenti avrebbe introdotto una ‘sotto-quota’ non prevista dalla legge.

Il contributo di solidarietà così applicato è stato ritenuto costituzionale?
Sì, la Corte ha confermato la legittimità costituzionale della misura. Ha evidenziato che il contributo è temporaneo, non indiscriminato (esclude le pensioni più basse e quelle di invalidità), e persegue una finalità di riequilibrio e sostenibilità del sistema previdenziale, in linea con i principi di solidarietà, adeguatezza delle tutele ed equilibrio di bilancio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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