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Contratto scritto sanità: obbligatorio per il rimborso

Una struttura diagnostica privata ha fornito prestazioni sanitarie in regime di accreditamento provvisorio, ma si è vista negare il pieno pagamento per il superamento dei tetti di spesa e, soprattutto, per l’assenza di un accordo formale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, il contratto scritto sanità è un requisito indispensabile per la validità dell’accordo e per il diritto alla remunerazione. La sua assenza comporta la nullità del rapporto, che non può essere sanata da comportamenti concludenti o da contratti stipulati a posteriori. La decisione sottolinea che l’accreditamento da solo non è sufficiente a garantire il pagamento.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Scritto Sanità: Perché è Indispensabile per i Rimborsi dalla PA

L’erogazione di prestazioni sanitarie in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si basa su un equilibrio delicato tra autorizzazioni, accreditamenti e accordi economici. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine che ogni operatore del settore deve conoscere: la necessità imprescindibile di un contratto scritto sanità per poter legittimamente richiedere il pagamento delle prestazioni alla Pubblica Amministrazione (PA). La vicenda, che ha visto contrapposti un centro diagnostico e un’Azienda Sanitaria Locale, offre una lezione chiara sulla nullità degli accordi verbali o basati su prassi consolidate.

I Fatti del Caso: Dalla Prestazione al Contenzioso

Una struttura sanitaria privata, operante in regime di accreditamento provvisorio, erogava prestazioni per conto del SSN negli anni 2006 e 2007. L’Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente applicava una decurtazione dei rimborsi, sostenendo che la struttura avesse superato il tetto di spesa massimo previsto.

Il contenzioso, iniziato con un decreto ingiuntivo richiesto dalla struttura, è passato per due gradi di giudizio prima di approdare in Cassazione. La questione centrale si è spostata dal mero superamento del budget a un problema più radicale, sollevato d’ufficio dalla Corte d’Appello: l’assenza di un contratto scritto, in particolare per le prestazioni del 2006. Sebbene fosse stato stipulato un accordo in data 31 maggio 2007, i giudici di merito hanno ritenuto che questo non potesse sanare retroattivamente le prestazioni già eseguite in assenza di un vincolo contrattuale formale.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’obbligo del contratto scritto sanità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della struttura sanitaria, confermando la linea dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale rigoroso. I giudici supremi hanno chiarito che il rapporto tra erogatori privati e SSN si fonda su tre pilastri inscindibili:

1. Autorizzazione all’esercizio di attività sanitarie.
2. Accreditamento istituzionale, che attesta il possesso di ulteriori requisiti di qualità.
3. Stipulazione di accordi contrattuali specifici, che definiscono il volume e la tipologia delle prestazioni, nonché i relativi corrispettivi.

L’assenza anche di uno solo di questi elementi, in particolare del contratto scritto, rende il rapporto invalido e, di conseguenza, fa venire meno il diritto alla remunerazione.

Il Ruolo del Giudice e la Nullità Rilevabile d’Ufficio

Un aspetto procedurale di grande importanza evidenziato dalla Corte è che la nullità di un contratto per difetto di forma scritta è una questione talmente grave da poter essere rilevata d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del processo, purché non si sia già formato un giudicato esplicito sulla validità del contratto. Questo significa che il giudice ha il dovere di verificare la validità del rapporto, anche se le parti stanno litigando su altri aspetti, come l’ammontare del pagamento.

Le Motivazioni: La Forma Scritta come Garanzia

Perché la legge e la giurisprudenza sono così severe su questo punto? La motivazione risiede nella natura stessa dei contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione. La forma scritta non è un mero cavillo burocratico, ma un requisito richiesto ad substantiam, ovvero per l’esistenza stessa dell’atto. Essa svolge una funzione essenziale di garanzia per diverse ragioni:

* Trasparenza e Controllo: Assicura che l’impiego di fondi pubblici sia tracciabile e verificabile, prevenendo accordi arbitrari.
* Certezza del Diritto: Definisce chiaramente obblighi e diritti delle parti, riducendo il rischio di contenziosi.
* Imparzialità: Garantisce che l’azione amministrativa segua i principi di buon andamento e imparzialità.

La Corte ha specificato che comportamenti concludenti (facta concludentia), anche se protratti nel tempo, non possono mai sostituire la forma scritta richiesta per legge. Allo stesso modo, un contratto stipulato successivamente non può “sanare” o “ratificare” prestazioni eseguite in sua assenza, poiché un atto nullo non può essere convalidato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Strutture Sanitarie

L’ordinanza in esame rappresenta un monito per tutte le strutture sanitarie private che operano o intendono operare in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. La lezione è inequivocabile: l’accreditamento, sia esso provvisorio o definitivo, è una condizione necessaria ma non sufficiente per avere diritto al rimborso. È assolutamente indispensabile che, prima di erogare qualsiasi prestazione a carico del SSN, esista un contratto scritto, valido ed efficace, che disciplini il rapporto con l’ASL di competenza. Affidarsi a prassi consolidate, accordi verbali o promesse di future regolarizzazioni espone al rischio concreto e grave di lavorare senza poter pretendere alcun compenso.

È valido un accordo verbale tra una struttura sanitaria privata e la Pubblica Amministrazione per l’erogazione di prestazioni?
No, la sentenza conferma che i contratti con la Pubblica Amministrazione devono avere la forma scritta per la loro stessa validità (ad substantiam). Un accordo verbale o basato su comportamenti concludenti è considerato nullo e non produce alcun effetto giuridico, compreso il diritto al pagamento.

L’accreditamento provvisorio con il Servizio Sanitario Nazionale è sufficiente per ottenere il pagamento delle prestazioni?
No, l’accreditamento è solo uno dei tre requisiti fondamentali. Per avere diritto alla remunerazione, la struttura sanitaria deve possedere anche l’autorizzazione regionale e, soprattutto, aver stipulato uno specifico contratto scritto con l’ASL che definisca le prestazioni da erogare e i relativi corrispettivi.

Un contratto scritto può validare retroattivamente prestazioni sanitarie già eseguite in sua assenza?
No, la Corte chiarisce che un contratto non può sanare o ratificare prestazioni eseguite prima della sua stipulazione. Il rapporto contrattuale, per essere valido, deve essere instaurato nelle forme di legge prima dell’esecuzione delle prestazioni. Un atto nullo, come un accordo verbale con la PA, non può essere convalidato a posteriori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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