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Contratto scritto PA: nullo l’accordo verbale

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’azienda non ha diritto al pagamento per prestazioni sanitarie fornite a un’Azienda Sanitaria Locale se manca un contratto scritto, richiesto per la validità dell’accordo. Anche se i servizi sono stati resi e parzialmente pagati, l’assenza del contratto scritto con la Pubblica Amministrazione rende nulla l’obbligazione di pagamento. La Corte ha rigettato il ricorso del centro, confermando che la forma scritta è un requisito imprescindibile per la nascita del vincolo contrattuale.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Scritto Pubblica Amministrazione: Senza Firma, Nessun Pagamento

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nei rapporti con lo Stato: la necessità di un contratto scritto con la Pubblica Amministrazione. La vicenda analizza il caso di un centro di riabilitazione che, pur avendo erogato servizi sanitari a un’Azienda Sanitaria Locale (ASL), si è visto negare il pagamento per la mancanza di un accordo formale sottoscritto. Questa decisione sottolinea come la forma scritta non sia una mera formalità, ma un requisito essenziale per la validità stessa del vincolo contrattuale.

I Fatti del Caso: La Fornitura di Servizi Sanitari

Un centro di riabilitazione specializzato in disturbi dello spettro autistico erogava prestazioni per conto di un’Azienda Sanitaria Locale. A fronte di un credito residuo, il centro otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento. L’ASL si opponeva, e il Tribunale, in primo grado, pur revocando il decreto, condannava l’ente pubblico a versare una somma residua, riconoscendo che gran parte del debito era stato saldato.

La Decisione della Corte d’Appello: La Mancanza del Contratto Scritto

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, rigettava completamente la domanda del centro di riabilitazione. Il fulcro della decisione risiedeva nella constatazione che l’obbligo di pagamento da parte dell’ASL era subordinato alla sottoscrizione di un apposito accordo integrativo. Questo accordo, previsto da una delibera dell’ASL, costituiva il contratto scritto richiesto dalla legge ad substantiam, ovvero come condizione per la validità stessa del rapporto. Poiché il centro non era stato in grado di dimostrare di aver mai sottoscritto tale accordo, la Corte ha concluso che non fosse sorto alcun obbligo contrattuale in capo all’ASL, e di conseguenza, nessun diritto al pagamento per il centro.

Il Ricorso in Cassazione sul Contratto Scritto con la Pubblica Amministrazione

Il centro di riabilitazione proponeva ricorso in Cassazione, lamentando principalmente che la Corte d’Appello avesse frainteso l’oggetto della causa, sostenendo che la sua richiesta si basasse su una tariffa differente e non legata all’accordo non firmato. Inoltre, lamentava un’omissione di pronuncia e una decisione ultra petita (oltre il richiesto).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso, confermando in toto la linea della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito che la questione centrale non era quale tariffa applicare, ma se esistesse un valido titolo giuridico che obbligasse l’ASL a pagare. L’assenza del contratto scritto con la Pubblica Amministrazione, richiesto a pena di nullità dalla normativa sui contratti pubblici, rendeva l’intera pretesa infondata sin dall’origine.

La Corte ha specificato che, per le prestazioni sanitarie rese da strutture private per conto del Servizio Sanitario Nazionale, non è sufficiente essere accreditati o aver erogato le prestazioni. È indispensabile un rapporto contrattuale formalizzato per iscritto che definisca volumi, requisiti e corrispettivi. La mancata sottoscrizione dell’accordo integrativo ha quindi impedito la nascita stessa dell’obbligazione di pagamento. Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva correttamente individuato e risolto la questione, negando radicalmente il diritto alla remunerazione e rigettando implicitamente ogni argomentazione contraria.

Le Conclusioni

L’ordinanza riafferma con forza un principio consolidato: nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, la forma scritta del contratto è un elemento costitutivo ed essenziale del vincolo. Le imprese e i professionisti che forniscono beni o servizi a enti pubblici devono prestare la massima attenzione alla formalizzazione degli accordi. Affidarsi a intese verbali o a prassi consolidate non offre alcuna garanzia, poiché, in assenza di un contratto scritto valido, il diritto al compenso può essere negato, anche se la prestazione è stata regolarmente eseguita.

È valido un accordo verbale con un’Azienda Sanitaria Locale per la fornitura di prestazioni?
No. La sentenza chiarisce che per la fornitura di prestazioni sanitarie da parte di strutture private accreditate è necessario un contratto scritto, richiesto ad substantiam (cioè per la validità stessa dell’accordo). L’assenza di tale contratto rende l’obbligazione di pagamento nulla.

Se una Pubblica Amministrazione paga una parte del dovuto, riconosce l’esistenza del debito anche senza contratto scritto?
No. La sentenza dimostra che il pagamento parziale non sana la nullità del rapporto. Anche se l’ASL aveva pagato una parte consistente delle somme, la Corte ha ritenuto che l’assenza del contratto scritto rendesse l’intero credito inesistente dal punto di vista legale, portando al rigetto totale della domanda.

Cosa succede se un giudice, in un’opposizione a decreto ingiuntivo, scopre che il credito non è mai esistito?
Il giudice deve revocare integralmente il decreto ingiuntivo e rigettare la domanda del creditore. Il giudizio di opposizione non si limita a verificare la validità del decreto, ma accerta l’esistenza del diritto di credito. Se questo diritto risulta insussistente, come nel caso di un contratto nullo, l’intera pretesa viene respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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