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Contratto pubblico forma scritta: Cassazione rinvia

Un Comune ha richiesto il pagamento per servizi di smaltimento rifiuti a un altro Comune. Le corti di merito hanno respinto la richiesta per l’assenza di un contratto scritto. La Corte di Cassazione, ritenendo la questione di massima importanza, in particolare riguardo la possibilità di agire per arricchimento senza causa in caso di nullità di un contratto pubblico per vizio di forma, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Pubblico Forma Scritta: Quando l’Accordo Verbale Non Basta

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione Civile, Sez. 3, n. 1884 del 2025, riaccende i riflettori su un tema cruciale per la Pubblica Amministrazione: la necessità della forma scritta per i contratti pubblici. La vicenda, che vede contrapposti due Comuni, mette in luce le gravi conseguenze derivanti dalla mancanza di un contratto pubblico in forma scritta, sollevando questioni di tale importanza da richiedere una trattazione in pubblica udienza. Analizziamo i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

La controversia nasce dalla richiesta di pagamento avanzata da un Comune (Comune A), gestore di una discarica, nei confronti di un altro Comune (Comune B), che vi aveva conferito i propri rifiuti solidi urbani. A fronte del mancato pagamento, il Comune A otteneva un decreto ingiuntivo per una somma considerevole.

Il Comune B si opponeva al decreto, contestando la pretesa creditoria. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello accoglievano l’opposizione, annullando il decreto ingiuntivo. La ragione fondamentale della decisione era l’assenza di un valido contratto stipulato in forma scritta tra i due enti pubblici, requisito imposto a pena di nullità dalla legge sulla contabilità di Stato (R.D. n. 2440 del 1923).

La Questione del Contratto Pubblico e la Mancata Forma Scritta

Le corti di merito hanno ribadito un principio consolidato: i contratti stipulati dalla Pubblica Amministrazione devono avere la forma scritta ad substantiam, ovvero come elemento essenziale per la loro stessa esistenza giuridica. Secondo i giudici, le delibere comunali con cui il Comune B riconosceva il debito e proponeva una rateizzazione non potevano sanare la nullità originaria del rapporto, non potendo sostituire la forma contrattuale richiesta dalla legge. Il Comune A, nel suo ricorso per Cassazione, ha sostenuto che la fonte dell’obbligazione non fosse contrattuale, ma derivasse direttamente da atti autoritativi regionali emessi in un contesto di emergenza rifiuti. Tale tesi, tuttavia, non aveva convinto i giudici dei gradi precedenti.

L’Azione di Arricchimento Senza Causa come Alternativa

Di fronte al rigetto della domanda principale, il Comune A aveva proposto in via subordinata un’azione per arricchimento senza causa (art. 2041 c.c.). Questa azione consente a chi ha subito un danno economico, a vantaggio di un altro soggetto senza una giusta causa, di ottenere un indennizzo. Tuttavia, anche questa domanda era stata respinta. La Corte d’Appello l’aveva ritenuta inammissibile, sostenendo che l’obbligazione, in assenza di un contratto valido, sarebbe sorta direttamente in capo al funzionario o amministratore che aveva autorizzato la prestazione, e non in capo all’ente.

Le Motivazioni della Cassazione per il Rinvio

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, non entra nel merito della vicenda, ma compie un passo fondamentale. Riconosce che le questioni sollevate, in particolare la possibilità di esperire l’azione di arricchimento senza causa in relazione a pretese nascenti da rapporti contrattuali pubblici nulli per difetto di forma scritta, presentano un “rilievo nomofilattico”.

Ciò significa che il caso solleva dubbi interpretativi di massima importanza, la cui soluzione è cruciale per garantire un’applicazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. La Corte ritiene che un tema così delicato, con impatti significativi per tutti gli enti pubblici, meriti una discussione più approfondita di quella che avviene in camera di consiglio.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha disposto il rinvio della trattazione dei ricorsi a una pubblica udienza. Questa decisione, pur non essendo una sentenza definitiva, segnala l’elevata complessità giuridica del caso. L’esito finale del giudizio è atteso con grande interesse, poiché fornirà un chiarimento fondamentale sui rimedi esperibili dal creditore di una prestazione resa a favore di un ente pubblico in assenza di un formale contratto scritto, delineando i confini tra nullità contrattuale e l’azione di arricchimento senza causa nel diritto amministrativo.

Un accordo tra due Comuni è valido senza un contratto scritto?
No. Secondo quanto emerge dalle decisioni dei giudici di merito riportate nell’ordinanza, i contratti con la Pubblica Amministrazione richiedono la forma scritta come requisito essenziale per la loro validità. L’assenza di tale forma determina la nullità dell’accordo.

Se un contratto pubblico è nullo per mancanza di forma scritta, si può chiedere un indennizzo per arricchimento senza causa?
Questa è la questione centrale che la Cassazione ha ritenuto di particolare importanza. Le corti inferiori hanno negato questa possibilità. La Cassazione, riconoscendo il “rilievo nomofilattico” della domanda, ha rinviato il caso a una pubblica udienza proprio per fornire una risposta chiara e definitiva a questo complesso quesito giuridico.

Cosa significa che la Corte di Cassazione rinvia la causa a pubblica udienza?
Significa che la Corte ritiene le questioni legali sollevate troppo complesse e importanti per essere decise con una procedura semplificata. La causa verrà discussa in modo più approfondito in un’udienza pubblica, prima che venga emessa una sentenza, sottolineando il valore del caso come precedente per la corretta e uniforme interpretazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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