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Contratto part time: senza forma scritta è full time

La Corte di Cassazione conferma che, in assenza di un contratto part time in forma scritta, il rapporto di lavoro si presume a tempo pieno. In un caso riguardante un operaio agricolo, i giudici hanno stabilito che spetta al datore di lavoro l’onere di provare l’esistenza di un accordo per un orario ridotto. La semplice affermazione di aver corrisposto una retribuzione per un numero di ore inferiore a quelle del full time non è sufficiente a superare la presunzione di un rapporto di lavoro a tempo pieno, con conseguente obbligo di pagare le differenze retributive.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Part Time: Senza Forma Scritta si Presume Full Time

La stipulazione di un contratto part time è una prassi comune nel mondo del lavoro, ma la sua validità e opponibilità sono subordinate a requisiti formali precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7450 del 2024, ribadisce un principio fondamentale: in assenza di un accordo scritto che specifichi la riduzione dell’orario, il rapporto di lavoro deve considerarsi a tempo pieno. Questa decisione ha implicazioni significative per datori di lavoro e dipendenti, specialmente riguardo all’onere della prova.

Il Caso in Esame: da Lavoro a Termine a Rivendicazione Full Time

La vicenda riguarda un operaio agricolo che per oltre un decennio ha lavorato presso una tenuta, formalmente assunto con una serie di contratti a tempo determinato per periodi specifici dell’anno. Il lavoratore ha adito il tribunale sostenendo di aver, in realtà, prestato la sua attività in modo continuativo e per un orario a tempo pieno, richiedendo il pagamento delle relative differenze retributive.

I datori di lavoro, succedutisi nel tempo, si sono difesi affermando che la prestazione lavorativa era sempre stata a orario ridotto, per un massimo di 65 ore mensili, e solo nei periodi coperti dai contratti. La questione centrale è diventata quindi la qualificazione del rapporto: una serie di contratti a termine con orario ridotto o un unico rapporto di lavoro a tempo pieno?

La Corte d’Appello, riformando parzialmente la decisione di primo grado, ha accolto la tesi del lavoratore, basando la sua decisione sulla presunzione di un rapporto full-time a causa della mancanza di prova scritta di un accordo per l’orario ridotto.

La Decisione della Cassazione sul contratto part time

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai datori di lavoro, confermando integralmente la sentenza d’appello. I giudici hanno chiarito in modo inequivocabile la ripartizione dell’onere probatorio nelle controversie relative alla durata dell’orario di lavoro.

Secondo la Suprema Corte, quando un lavoratore agisce in giudizio per ottenere il pagamento di una retribuzione commisurata a un orario di lavoro a tempo pieno, è il datore di lavoro a dover provare l’esistenza di un patto contrario. Se il datore di lavoro eccepisce che il rapporto era un contratto part time, ha l’obbligo di dimostrare che le parti avevano consensualmente concordato un orario inferiore a quello legale o contrattuale.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati del diritto del lavoro e del diritto processuale.

1. La Necessità della Forma Scritta: La normativa di riferimento (in particolare il D.Lgs. 61/2000) richiede la forma scritta per il patto di riduzione dell’orario di lavoro. Sebbene questa forma sia richiesta ai fini della prova (ad probationem) e non della validità del contratto, la sua assenza rende estremamente difficile per il datore di lavoro dimostrare l’accordo. In mancanza di un documento scritto, il rapporto si presume a tempo pieno.

2. L’Onere della Prova a Carico del Datore di Lavoro: È un principio cardine che chi eccepisce un fatto modificativo o estintivo del diritto altrui debba provarlo. Nel caso di specie, il diritto del lavoratore si basa sul rapporto di lavoro, che si presume a tempo pieno. L’esistenza di un contratto part time è un’eccezione che modifica questo assunto e, pertanto, deve essere provata da chi la invoca, ovvero il datore di lavoro.

3. Applicabilità al Settore Agricolo: La Corte ha inoltre specificato che, a seguito delle riforme legislative (D.Lgs. 276/2003), la disciplina ordinaria del lavoro a tempo parziale si applica anche ai rapporti di lavoro in agricoltura. Non sussistono quindi regimi derogatori che possano giustificare un’assenza di formalizzazione dell’accordo di riduzione oraria.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza la tutela del lavoratore e invia un messaggio chiaro ai datori di lavoro: la gestione informale dei rapporti di lavoro, specialmente per quanto riguarda l’orario, comporta rischi legali ed economici significativi. La presunzione di un rapporto a tempo pieno in assenza di prova scritta di un contratto part time espone l’azienda al rischio di dover corrispondere ingenti somme a titolo di differenze retributive, contributive e relativi accessori.

Per i datori di lavoro, la lezione è evidente: ogni accordo che preveda un orario di lavoro ridotto deve essere formalizzato in un contratto scritto, chiaro e dettagliato. Per i lavoratori, questa decisione rappresenta un’importante conferma del fatto che i loro diritti a una retribuzione piena sono tutelati dalla legge, e che l’onere di dimostrare eventuali accordi in deroga spetta alla parte datoriale.

In un rapporto di lavoro, chi deve dimostrare che l’orario era part time e non full time?
Secondo la sentenza, l’onere della prova spetta al datore di lavoro. Se un dipendente richiede una retribuzione per un orario a tempo pieno, è l’azienda che deve dimostrare l’esistenza di un accordo consensuale per un orario di lavoro ridotto.

Cosa succede se un contratto part time non è stipulato per iscritto?
In assenza di un accordo scritto che formalizzi la riduzione dell’orario di lavoro, il rapporto si presume a tempo pieno (full time). Il datore di lavoro, di conseguenza, potrebbe essere condannato a pagare le differenze retributive e contributive maturate.

Queste regole sul contratto part time si applicano anche al lavoro in agricoltura?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, a seguito delle evoluzioni normative (in particolare il D.Lgs. 276/2003), la disciplina ordinaria che richiede la prova scritta per il contratto a tempo parziale si estende anche ai rapporti di lavoro nel settore agricolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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