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Contratto monofirma: valido senza firma della banca

La Corte d’Appello di Napoli conferma la validità di un contratto monofirma per un finanziamento, respingendo l’appello dei debitori. La sentenza stabilisce che il consenso della banca può essere dimostrato da comportamenti concludenti, come l’erogazione dei fondi, e che l’onere di provare il pagamento spetta al debitore una volta che l’obbligazione è provata.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Monofirma: La Firma della Banca Non è Essenziale per la Validità

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Napoli ha ribadito un principio cruciale nel diritto bancario: la validità del contratto monofirma. Questo tipo di contratto, firmato solo dal cliente, è pienamente efficace se l’accettazione della banca è dimostrata da comportamenti successivi inequivocabili, come l’erogazione del finanziamento. La decisione chiarisce che la forma scritta ha lo scopo di proteggere il consumatore, non di imporre una rigidità formale che richieda necessariamente entrambe le firme sul documento.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Benevento, con cui si ordinava a due persone di pagare circa 40.000 euro a una società finanziaria. Il debito derivava da un contratto di finanziamento stipulato per l’acquisto di un’automobile, che prevedeva anche la potenziale attivazione di una linea di credito revolving.

I debitori si erano opposti al decreto, sostenendo diverse nullità, tra cui quella del contratto stesso per mancanza della firma della banca. Il Tribunale di primo grado aveva rigettato l’opposizione, confermando il decreto ingiuntivo e condannando gli opponenti al pagamento. Contro questa decisione, i debitori hanno proposto appello.

I Motivi dell’Appello e la validità del contratto monofirma

Gli appellanti hanno basato il loro ricorso su quattro motivi principali:
1. Nullità della sentenza di primo grado: per motivazione apparente o omessa, specialmente riguardo alle clausole sul credito revolving.
2. Nullità del contratto di credito al consumo: per violazione delle norme di settore.
3. Nullità del contratto monofirma: per l’assenza della sottoscrizione da parte dell’istituto di credito e per la mancata consegna di una copia del contratto.
4. Mancanza di prova del credito: secondo gli appellanti, la banca non aveva adeguatamente dimostrato l’esistenza e l’ammontare del suo credito.

La società finanziaria appellata ha contestato tutte le argomentazioni, chiedendo la conferma della sentenza di primo grado.

L’Analisi della Corte d’Appello sul Contratto Monofirma

La Corte d’Appello di Napoli ha respinto integralmente l’appello, confermando la decisione del Tribunale. Il punto centrale della motivazione riguarda la validità del contratto monofirma. I giudici hanno richiamato il consolidato orientamento della Corte di Cassazione, in particolare la sentenza a Sezioni Unite n. 898/2018.

Secondo tale orientamento, il requisito della forma scritta nei contratti bancari e di intermediazione finanziaria ha una finalità ‘funzionale’ e non ‘strutturale’. Ciò significa che il suo scopo primario è proteggere il cliente, garantendo che sia pienamente informato sulle condizioni contrattuali. Non è invece un requisito strutturale che impone, a pena di nullità, la presenza di entrambe le sottoscrizioni sul medesimo documento.

Di conseguenza, un contratto è valido se:
– È redatto per iscritto.
– È firmato dal cliente.
– Una copia viene consegnata al cliente.

L’accettazione e il consenso della banca possono essere desunti da comportamenti concludenti (facta concludentia), come l’aver dato esecuzione al contratto erogando la somma finanziata. Nel caso di specie, gli appellanti avevano sottoscritto una clausola in cui dichiaravano di aver ricevuto copia del modulo contrattuale, adempiendo così al requisito informativo.

La Prova del Credito

Anche il motivo relativo alla mancanza di prova del credito è stato rigettato. La Corte ha osservato che gli stessi appellanti, nel loro atto di citazione iniziale, non avevano contestato l’avvenuta erogazione del finanziamento, ma si erano limitati a contestare la quantificazione del debito. Questa ammissione iniziale ha cristallizzato il fatto dell’erogazione.

In un contratto di finanziamento, una volta che il creditore ha prodotto il contratto che funge da fonte dell’obbligazione, l’onere della prova si sposta sul debitore. Spetta a quest’ultimo dimostrare di aver adempiuto alla propria obbligazione di rimborso, cosa che gli appellanti non hanno fatto.

le motivazioni

La Corte d’Appello ha respinto l’appello basandosi su una solida interpretazione della giurisprudenza di legittimità. In primo luogo, ha stabilito che la questione del credito revolving era irrilevante, poiché il contratto prevedeva solo una mera possibilità di concessione, mai concretizzatasi. Il credito azionato derivava unicamente dal prestito finalizzato. In secondo luogo, e in modo decisivo, ha confermato la validità del contratto monofirma, spiegando che il consenso della banca era stato manifestato attraverso l’esecuzione del contratto. Infine, ha chiarito che l’onere di provare il pagamento gravava sui debitori, i quali non solo non hanno fornito tale prova, ma avevano inizialmente ammesso di aver ricevuto il finanziamento.

le conclusioni

La sentenza conferma un principio di fondamentale importanza pratica: nei rapporti bancari, la mancanza della firma della banca su un contratto non ne determina automaticamente la nullità. Se il cliente ha firmato e ricevuto una copia, e la banca ha dato seguito al contratto, l’accordo è valido ed efficace. Questa decisione rafforza la tutela del cliente attraverso la trasparenza informativa, senza però cadere in formalismi eccessivi che potrebbero essere strumentalizzati per sottrarsi ai propri obblighi. Per i consumatori, ciò significa che la prova di aver pagato è essenziale per difendersi in giudizio una volta che l’esistenza del contratto è accertata.

Un contratto bancario è valido se è firmato solo dal cliente?
Sì, secondo la giurisprudenza consolidata, un contratto bancario (detto contratto monofirma) è valido anche se firmato solo dal cliente, a condizione che sia redatto per iscritto, che una copia sia consegnata al cliente e che il consenso della banca sia dimostrabile attraverso comportamenti concludenti, come l’erogazione del finanziamento.

A chi spetta l’onere della prova in una causa per il recupero di un credito da finanziamento?
Il creditore (la banca) deve provare la fonte del suo diritto, producendo il contratto di finanziamento. Una volta fatto ciò, l’onere della prova si sposta sul debitore, il quale deve dimostrare di aver estinto il proprio debito, ad esempio provando di aver pagato le rate.

Cosa significa che il requisito della forma scritta ha una finalità ‘funzionale’ e non ‘strutturale’?
Significa che lo scopo della norma che impone la forma scritta per i contratti bancari è proteggere il cliente (la parte più debole), assicurandosi che riceva e comprenda tutte le condizioni contrattuali. Non è un requisito rigido che richiede la presenza di entrambe le firme sullo stesso documento per la validità del contratto stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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