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Contratto individuale: quando prevale sull’accordo?

Un lavoratore ha fatto ricorso per il mancato pagamento di bonus previsti da un accordo aziendale successivamente revocato, sostenendo che tali diritti fossero ormai parte del suo contratto individuale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, specificando che per la prevalenza del contratto individuale è necessaria una pattuizione autonoma e specifica che modifichi il trattamento economico, non un mero richiamo a benefici di fonte collettiva.

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Contratto Individuale vs. Accordo Aziendale: La Cassazione Chiarisce

La distinzione tra diritti derivanti da accordi collettivi e quelli sanciti nel contratto individuale è un tema cruciale nel diritto del lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il caso di un lavoratore che, dopo la cancellazione di un accordo aziendale, richiedeva il pagamento di alcuni bonus, sostenendo che fossero ormai parte integrante del suo rapporto di lavoro personale. Vediamo come la Suprema Corte ha risolto la questione.

I Fatti del Caso: Il Lavoratore e i Bonus Cancellati

Un dipendente si era visto interrompere l’erogazione di due emolumenti, un “premio di produzione” e la “quattordicesima mensilità”, a partire dall’agosto 2019. Tale interruzione era la conseguenza diretta della disdetta, da parte dell’azienda, dell’accordo aziendale che originariamente prevedeva tali benefici.

Ritenendo che tali somme fossero ormai un suo diritto acquisito, il lavoratore ha citato in giudizio l’azienda. Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello hanno però respinto le sue richieste, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Il contratto individuale può salvare i benefici?

Il fulcro del ricorso del lavoratore si basava sull’idea che, sebbene i bonus avessero origine collettiva, la loro menzione nel suo contratto individuale di assunzione li avesse trasformati in un diritto soggettivo, intangibile e non più legato alle sorti dell’accordo aziendale.

La Corte d’Appello aveva respinto questa tesi per due ragioni principali:
1. Tardività della Prova: Il lavoratore aveva presentato il suo contratto individuale solo nel giudizio di appello, una produzione documentale ritenuta tardiva.
2. Irrilevanza della Prova: Anche ammettendo il documento, i giudici di merito hanno sostenuto che non fosse sufficiente. La semplice menzione di benefici previsti da una fonte collettiva non dimostra l’esistenza di una pattuizione individuale autonoma che li renda immuni dalla revoca della fonte originaria.

L’Analisi della Cassazione e il rigetto del ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione precedente e fornendo importanti chiarimenti.

La Pluralità di Rationes Decidendi

La Corte ha evidenziato come la sentenza d’appello si basasse su una motivazione con una doppia e autonoma ratio decidendi (ragione della decisione). Il ricorso del lavoratore non era riuscito a censurare efficacemente entrambe le ragioni. Anche se la Corte avesse ritenuto ammissibile la produzione del documento, la seconda argomentazione della Corte d’Appello (sull’irrilevanza del contenuto) sarebbe rimasta valida e sufficiente a sorreggere la decisione.

L’Applicazione dell’Art. 2077 c.c. e il contratto individuale

Il lavoratore invocava l’articolo 2077 del Codice Civile, secondo cui il contratto individuale prevale su quello collettivo se contiene condizioni più favorevoli. Tuttavia, la Cassazione ha ribadito che per attivare questa prevalenza, non basta un semplice richiamo. È necessario che il contratto individuale contenga una pattuizione specifica e autonoma, che regoli il trattamento economico del lavoratore in modo diverso e migliorativo rispetto alla contrattazione collettiva.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione centrale della decisione risiede nella distinzione tra l’origine del diritto e la sua formalizzazione. La Corte chiarisce che il fatto che un emolumento, nato in sede di contrattazione aziendale, sia menzionato nel contratto di assunzione non ne cambia la natura. Esso rimane un diritto di origine collettiva e ne segue le sorti.

Perché un beneficio diventi un diritto individuale intangibile, è indispensabile che emerga dal contratto individuale una chiara volontà delle parti di stipulare un patto specifico su quel trattamento economico, rendendolo così slegato dalla fonte collettiva. Nel caso esaminato, questa specifica volontà non è stata dimostrata; il contratto si limitava a recepire quanto previsto dall’accordo aziendale all’epoca vigente.

Conclusioni

L’ordinanza offre un’importante lezione pratica per lavoratori e datori di lavoro. Per i lavoratori, è un monito a non dare per scontato che i benefici derivanti da accordi collettivi siano garantiti per sempre solo perché menzionati nel proprio contratto. Per le aziende, sottolinea che la revoca di un accordo aziendale è legittima e ha effetto anche sui contratti individuali che vi fanno semplice riferimento. Affinché un diritto sia considerato puramente individuale e quindi non modificabile se non con il consenso del lavoratore, deve essere frutto di una negoziazione e di una clausola contrattuale specifica e autonoma.

I benefici di un accordo aziendale, poi revocato, restano validi se menzionati nel contratto individuale?
No, non automaticamente. Secondo la Corte, la semplice menzione non è sufficiente a trasformare un diritto di origine collettiva in un diritto individuale intangibile, che resta quindi legato alle sorti della fonte collettiva originaria.

Cosa è necessario per dimostrare che un bonus è un diritto individuale e non più collettivo?
È richiesta la prova di una specifica pattuizione individuale nel contratto. Tale clausola deve regolare il trattamento economico del lavoratore in modo autonomo, dimostrando la volontà delle parti di creare un obbligo slegato da quanto previsto dal contratto collettivo o aziendale.

È sempre possibile presentare nuovi documenti nel processo di appello?
No, la produzione di nuovi documenti in appello è soggetta a limiti procedurali molto stringenti. Nel caso specifico, la produzione del contratto è stata giudicata tardiva e, in ogni caso, il suo contenuto non è stato ritenuto decisivo per modificare l’esito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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