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Contratto forma scritta: aggiudicazione è vincolante?

Una casa di cura si è vista negare il pagamento per prestazioni sanitarie fornite dopo un’aggiudicazione pubblica, poiché la Corte d’Appello ha ritenuto necessaria la stipula di un contratto in forma scritta. La Cassazione, riconoscendo la rilevanza della questione sul valore dell’aggiudicazione, ha rinviato il caso alla pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto forma scritta: l’aggiudicazione pubblica è sufficiente a vincolare la P.A.?

L’ordinanza interlocutoria in esame solleva una questione fondamentale nei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione: un atto di aggiudicazione, conseguente a una procedura pubblica, è di per sé sufficiente a costituire un contratto vincolante o è sempre necessaria la successiva stipula di un contratto in forma scritta? La Corte di Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza del quesito, ha deciso di non pronunciarsi in camera di consiglio, rinviando la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti di Causa

Una struttura sanitaria privata otteneva un’ingiunzione di pagamento per oltre 2,2 milioni di euro nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL). Il credito derivava da prestazioni sanitarie erogate nell’anno 2013, a seguito dell’assorbimento di 40 posti letto e del relativo personale da un’altra struttura dismessa. Tale riallocazione era avvenuta tramite una procedura pubblica indetta dalla stessa ASL, conclusasi con una delibera di aggiudicazione in favore della struttura ricorrente.

L’ASL si opponeva al pagamento, eccependo principalmente tre punti: la nullità del rapporto per mancanza di un contratto redatto in forma scritta, il difetto di giurisdizione e il superamento del tetto di spesa annuale.

Mentre il Tribunale di primo grado dava ragione alla casa di cura, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, accogliendo la tesi dell’ASL. Secondo i giudici di secondo grado, la delibera di aggiudicazione era un mero atto interno, privo di efficacia vincolante tra le parti in assenza della successiva stipulazione di un formale contratto scritto.

I motivi del ricorso in Cassazione

La struttura sanitaria ha impugnato la sentenza d’appello, basando il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Errata interpretazione delle norme sulla forma dei contratti pubblici: La ricorrente sostiene che né il bando né la delibera di aggiudicazione prevedevano la necessità di un successivo contratto, e che la natura stessa dell’operazione (una mera riallocazione di servizi e personale già esistenti) rendeva l’aggiudicazione di per sé sufficiente a perfezionare l’obbligazione.
2. Violazione delle norme sull’autonomia contrattuale: Viene contestata la decisione della Corte d’Appello di negare all’aggiudicazione la natura e l’efficacia di un contratto, fonte di nuove obbligazioni.
3. Inversione dell’onere della prova: La casa di cura lamenta che la Corte d’Appello abbia erroneamente ritenuto non contestato il pagamento del tetto di spesa, quando invece era onere dell’ASL dimostrare che il credito richiesto eccedeva i limiti di spesa pattuiti, prova che non è mai stata fornita.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non entra nel merito della controversia. Non stabilisce, quindi, chi abbia ragione o torto. Piuttosto, svolge una funzione di filtro e di organizzazione del proprio lavoro. Gli Ermellini osservano che le questioni di diritto sollevate dalla ricorrente, in particolare quella relativa alla necessità o meno di un contratto forma scritta per dare efficacia vincolante a un’aggiudicazione pubblica, sono di ‘particolare rilevanza’ ai sensi dell’art. 375 c.p.c.

Questa qualificazione implica che il caso merita una trattazione più solenne e approfondita rispetto a quella, più snella, della camera di consiglio. Pertanto, la Corte dispone il rinvio della causa a nuovo ruolo, affinché venga fissata una pubblica udienza. In tale sede, la discussione avverrà alla presenza dei difensori delle parti e con la partecipazione necessaria del Procuratore Generale, garantendo così un contraddittorio pieno su questioni giuridiche complesse e di potenziale impatto su numerosi altri casi simili.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione di rinviare la causa a pubblica udienza lascia la questione centrale irrisolta, ma ne sottolinea l’importanza cruciale. La futura sentenza della Corte di Cassazione avrà un impatto significativo sui rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione. Se la Corte dovesse accogliere la tesi della struttura sanitaria, si affermerebbe un principio di maggiore flessibilità, riconoscendo che, in determinate circostanze, l’aggiudicazione può essere sufficiente a perfezionare il vincolo contrattuale. Se, al contrario, dovesse essere confermata la tesi della Corte d’Appello, verrebbe ribadito il rigido formalismo che impone sempre la forma scritta ad substantiam per i contratti della P.A., a tutela dell’interesse pubblico e della trasparenza. Le imprese che operano con il settore pubblico dovranno attendere la decisione finale per avere un chiaro indirizzo su come e quando un impegno della P.A. possa considerarsi definitivo e legalmente vincolante.

Un’aggiudicazione pubblica è sufficiente a creare un obbligo di pagamento per la Pubblica Amministrazione?
La Corte d’Appello ha stabilito di no, ritenendo indispensabile un successivo contratto in forma scritta. La struttura sanitaria ricorrente sostiene il contrario. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione di tale importanza da dover essere decisa in una pubblica udienza, quindi la risposta definitiva è ancora in sospeso.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che le questioni giuridiche sollevate, specialmente quella sulla necessità del contratto scritto dopo l’aggiudicazione, fossero di ‘particolare rilevanza’. Per questo motivo, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per consentire una discussione più approfondita e la partecipazione del Procuratore Generale, invece di una decisione più rapida in camera di consiglio.

Su chi ricade l’onere di provare il superamento del tetto di spesa?
Secondo la prospettazione della struttura sanitaria ricorrente, l’onere di provare che le prestazioni richieste superavano il tetto di spesa massimo concordato grava sull’Azienda Sanitaria Locale. Questo perché il superamento del tetto rappresenta un fatto che impedisce l’esigibilità del credito, e chi eccepisce un fatto impeditivo deve provarlo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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