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Contratto di solidarietà: quando è valido nel P.I.?

Un gruppo di dipendenti pubblici ha impugnato la riduzione dell’orario di lavoro disposta da un Comune. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione complessa e meritevole di approfondimento. Il caso verte sulla legittimità dell’uso del contratto di solidarietà nel pubblico impiego e se un’eccedenza di personale possa essere intesa come mera eccedenza di ore lavorative. La Corte ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione definitiva.

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Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto di Solidarietà nel Pubblico Impiego: la Cassazione Fa il Punto

L’applicazione del contratto di solidarietà nel settore pubblico è una questione complessa, con implicazioni significative per la gestione del personale e la stabilità finanziaria degli enti. Con l’ordinanza interlocutoria n. 191/2024, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio su un caso emblematico, riconoscendo la necessità di un’analisi più approfondita in pubblica udienza. Vediamo insieme i dettagli di questa vicenda e le importanti questioni di diritto sollevate.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dalla decisione di un’amministrazione comunale di ridurre l’orario di lavoro di alcuni suoi dipendenti per far fronte a difficoltà finanziarie. I lavoratori si sono opposti, sostenendo l’illegittimità della riduzione unilaterale.

Inizialmente, il Tribunale ha dato ragione ai dipendenti, ritenendo che l’ente non avesse seguito la corretta procedura prevista per la gestione delle eccedenze di personale e che l’accordo sindacale successivo fosse nullo. Successivamente, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, giudicando legittima la procedura seguita dal Comune, basata sull’applicazione del contratto di solidarietà come alternativa ai licenziamenti.

I lavoratori hanno quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la sentenza d’appello su più fronti e mettendo in discussione la stessa applicabilità del contratto di solidarietà al pubblico impiego.

La Decisione della Corte di Cassazione: un Rinvio per Approfondire

La Corte Suprema non ha emesso una sentenza definitiva. Ha invece pubblicato un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha riconosciuto che il caso solleva questioni di diritto nuove e complesse, mai affrontate in precedenza. Per questo motivo, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza, dove un collegio allargato potrà esaminare a fondo tutti gli aspetti della vicenda.

Le Questioni di Diritto Sollevate

La Cassazione ha identificato alcuni nodi giuridici cruciali che richiedono una risposta chiara:

1. Definizione di “Eccedenza di Personale”: Può un’eccedenza essere quantificata solo in termini di ore lavorative complessive, senza individuare specifici profili professionali o posti in esubero?
2. Applicabilità del Contratto di Solidarietà nel Pubblico: Il richiamo al contratto di solidarietà nella normativa sul pubblico impiego (art. 33 D.Lgs. 165/2001) è una norma direttamente applicabile o solo programmatica? Come può funzionare questo strumento, nato nel privato e legato alla cassa integrazione, in un contesto pubblico dove tale ammortizzatore sociale è assente?
3. Legittimità Retroattiva: Un accordo sindacale può sanare retroattivamente una riduzione dell’orario di lavoro che l’ente aveva già disposto unilateralmente?

Le Motivazioni

La motivazione principale dietro il rinvio a pubblica udienza risiede nella novità e nella rilevanza delle questioni legali. La Corte ha ritenuto che una decisione presa in camera di consiglio non sarebbe stata adeguata data la portata delle implicazioni. Interpretare il concetto di “eccedenza di personale” come semplice “eccedenza di ore” potrebbe cambiare radicalmente le modalità con cui gli enti pubblici gestiscono le crisi, ma solleva dubbi sulla tutela dei singoli lavoratori. Inoltre, chiarire la natura del rinvio al contratto di solidarietà è fondamentale per definire quali strumenti di gestione flessibile del lavoro siano realmente a disposizione delle pubbliche amministrazioni. La Corte ha quindi agito con prudenza, preferendo un dibattito più ampio e approfondito prima di creare un precedente giurisprudenziale su una materia così delicata.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza della Cassazione lascia aperte le questioni centrali, ma segnala un punto fermo: l’utilizzo di strumenti come il contratto di solidarietà nel pubblico impiego non è scontato e richiede un’interpretazione rigorosa. La futura sentenza a sezioni unite avrà un impatto decisivo, fornendo a enti pubblici e lavoratori un quadro normativo chiaro sulla gestione delle eccedenze di personale. Per ora, le amministrazioni devono muoversi con cautela, consapevoli che l’applicazione analogica di istituti privatistici al settore pubblico è un terreno denso di incertezze giuridiche.

Un ente pubblico può ridurre l’orario di lavoro parlando di “eccedenza di ore” anziché di “eccedenza di personale”?
La Corte di Cassazione ha identificato questa come una delle questioni centrali e complesse da risolvere. L’ordinanza non fornisce una risposta, ma evidenzia la necessità di chiarire se la normativa consenta di identificare un’eccedenza in termini di monte ore complessivo anziché di specifiche posizioni lavorative. La risposta definitiva sarà data nella futura udienza pubblica.

Il contratto di solidarietà, tipico del settore privato, si applica allo stesso modo nel pubblico impiego?
Questa è un’altra domanda chiave a cui la Corte dovrà rispondere. L’ordinanza interlocutoria mette in dubbio l’applicabilità diretta di questo strumento, strettamente legato nel privato alla cassa integrazione guadagni (un istituto non previsto per la generalità dei dipendenti pubblici). La Corte dovrà stabilire se il richiamo normativo sia direttamente operativo o abbia solo un valore programmatico.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte non ha deciso il caso nel merito. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui, data la novità e la complessità delle questioni legali, ha rinviato la causa a una pubblica udienza. La decisione finale, che stabilirà la legittimità o meno dell’operato del Comune, non è stata ancora presa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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