LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Contratto di locazione nullo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a un contratto di locazione nullo perché stipulato verbalmente, a cui è seguito un secondo contratto scritto e regolarmente registrato. La conduttrice, citata per morosità, sosteneva la nullità anche del secondo accordo. La Corte ha stabilito che la stipula del nuovo contratto scritto e registrato costituisce una “rinnovazione” che sana la situazione, sostituendo completamente il precedente accordo verbale nullo. Di conseguenza, il rapporto è regolato unicamente dal secondo contratto, rendendo legittima la richiesta di pagamento dei canoni e infondate le pretese della conduttrice.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Contratto di Locazione Verbale e Scritto: Quale Prevale? La Cassazione Fa Chiarezza

La gestione dei contratti di locazione può nascondere insidie, specialmente quando si passa da un accordo verbale a uno scritto. Un contratto di locazione nullo perché non redatto in forma scritta può generare confusione e contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su una questione cruciale: cosa succede quando un contratto verbale viene sostituito da uno scritto e regolarmente registrato? La risposta dei giudici è netta e fornisce un principio guida fondamentale per proprietari e inquilini.

I Fatti del Caso: Dal Contratto Verbale allo Sfratto

La vicenda ha origine da un rapporto di locazione abitativa iniziato con un accordo verbale nel marzo 2011. Successivamente, nel gennaio 2012, le parti hanno stipulato un nuovo contratto, questa volta in forma scritta e regolarmente registrato, che prevedeva un canone mensile leggermente superiore.

Per circa un anno e mezzo, il rapporto prosegue senza problemi. Tuttavia, a metà del 2013, la conduttrice smette di pagare i canoni, accumulando una significativa morosità. La locatrice avvia quindi una procedura di sfratto per morosità.

In tribunale, la conduttrice si oppone, sostenendo la nullità del contratto scritto. A suo dire, il primo accordo verbale era nullo per difetto di forma e imposto dalla locatrice. Di conseguenza, anche il secondo contratto, che aumentava il canone, doveva considerarsi illegittimo e frutto di un abuso. Chiedeva quindi che il canone venisse ricalcolato secondo i parametri degli accordi territoriali, come previsto dalla legge per i contratti non registrati, e la restituzione delle somme versate in eccesso.

La Decisione della Corte d’Appello

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla locatrice. I giudici di secondo grado hanno specificato che la nullità del primo contratto verbale non poteva travolgere la validità del secondo. Quest’ultimo, infatti, essendo stato redatto per iscritto e registrato, era pienamente valido. La Corte ha qualificato il secondo accordo come una rinnovazione del primo, ovvero la creazione di un nuovo negozio giuridico destinato a sostituire completamente quello precedente.

La Corte d’Appello ha inoltre respinto la richiesta di restituzione dei canoni versati durante il periodo del contratto verbale, ritenendo che avrebbe causato un indebito arricchimento per la conduttrice, che aveva comunque goduto dell’immobile.

L’Analisi della Cassazione sul contratto di locazione nullo

La conduttrice ha impugnato la decisione in Cassazione, insistendo sulla tesi della nullità derivata e dell’abuso del diritto. La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato il ricorso, confermando la validità del contratto scritto del 2012 e fornendo importanti chiarimenti giuridici.

La Successione dei Contratti: Il Nuovo Annulla il Vecchio

Il punto centrale della decisione è il principio secondo cui la stipulazione di un nuovo contratto, scritto e registrato, sana la situazione pregressa. La Corte ha ribadito che questo secondo accordo non è una semplice convalida del primo (impossibile per un contratto nullo per difetto di forma), ma una rinnovazione. Le parti, scegliendo di sottoscrivere un nuovo patto che rispetta tutti i requisiti di legge, manifestano la volontà di creare un nuovo e autonomo rapporto giuridico.

Questo nuovo rapporto si sostituisce integralmente a quello precedente, che di fatto cessa di esistere. Pertanto, ogni pretesa basata sulla nullità del primo accordo verbale perde di fondamento dal momento in cui entra in vigore il secondo, valido contratto.

L’Irrilevanza della Registrazione Tardiva

Un altro aspetto interessante riguarda la tardiva registrazione del contratto verbale, effettuata dalla conduttrice nel 2014, quando ormai il contratto scritto era in vigore da due anni e la procedura di sfratto già avviata. La Cassazione ha ritenuto tale registrazione irrilevante. L’adempimento fiscale tardivo non può avere l’effetto di “rianimare” un rapporto contrattuale ormai superato e sostituito da un nuovo accordo pienamente valido tra le stesse parti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su un principio di logica e stabilità giuridica. Quando le parti decidono di formalizzare il loro rapporto con un contratto che rispetta i requisiti di forma e pubblicità (registrazione) imposti dalla legge, la loro volontà è quella di regolare i propri interessi sulla base di questo nuovo accordo. Il contratto del 2012, essendo scritto e registrato, è l’unica fonte di diritti e obblighi tra locatrice e conduttrice.

La pretesa di applicare retroattivamente le sanzioni previste per i contratti verbali (come la riconduzione del canone a valori catastali) è infondata, perché il rapporto di fatto basato sull’accordo verbale era già stato superato e sostituito. Il canone dovuto era quello pattuito nel contratto scritto, e il suo mancato pagamento ha legittimamente portato alla risoluzione del contratto e allo sfratto.

La Corte ha inoltre ritenuto non provata la tesi della conduttrice secondo cui il secondo contratto le sarebbe stato imposto con abusi o minacce. L’onere della prova di tali circostanze gravava su di lei e non è stato assolto.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre una lezione chiara: la forma scritta e la registrazione di un contratto di locazione non sono meri adempimenti burocratici, ma elementi essenziali che garantiscono certezza e validità al rapporto. Se le parti passano da un accordo verbale nullo a uno scritto e registrato, è quest’ultimo a prevalere in via esclusiva. Questo principio protegge la stabilità dei rapporti giuridici e conferma che la volontà delle parti, quando espressa nelle forme previste dalla legge, è sovrana.

Se dopo un contratto di locazione verbale ne viene stipulato uno scritto e registrato, quale dei due è valido?
Secondo la Corte di Cassazione, il contratto valido è quello scritto e regolarmente registrato. Esso costituisce una “rinnovazione” che sostituisce completamente il precedente accordo verbale, il quale era nullo per difetto di forma.

È possibile chiedere la restituzione dei canoni pagati per un contratto di locazione nullo se ne è stato firmato uno nuovo e valido?
No. Una volta che il contratto nullo è stato sostituito da un nuovo contratto valido, le pretese basate sulla nullità del primo accordo perdono fondamento. Il rapporto è regolato esclusivamente dal nuovo contratto, e le uniche somme dovute sono quelle ivi pattuite.

La tardiva registrazione di un contratto verbale può sanarlo se nel frattempo le parti ne hanno firmato uno nuovo e valido?
No, la registrazione tardiva del contratto verbale è irrilevante se le parti hanno già stipulato e registrato un nuovo contratto scritto. Il nuovo accordo ha già sostituito quello precedente, rendendo inefficace qualsiasi tentativo successivo di “sanare” il vecchio rapporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati