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Contratto con effetti protettivi: Cassazione nega tutela

Una società proprietaria di un’imbarcazione, danneggiata da un incendio mentre era in custodia presso un cantiere navale per lavori commissionati dalla Pubblica Amministrazione, ha agito in giudizio per il risarcimento. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2232/2024, ha stabilito che la società proprietaria è un terzo rispetto al contratto d’appalto. Di conseguenza, la sua pretesa risarcitoria ha natura extracontrattuale, soggetta a prescrizione di cinque anni e non decennale. La Corte ha escluso l’applicazione della figura del contratto con effetti protettivi, ribadendone la natura eccezionale e non generale.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto con Effetti Protettivi: la Cassazione Limita la Tutela del Terzo Proprietario

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 2232/2024 offre un’importante chiarificazione sui confini della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, in particolare riguardo alla figura del contratto con effetti protettivi verso terzi. La Corte ha stabilito che il proprietario di un bene, danneggiato mentre si trova presso un appaltatore in virtù di un contratto stipulato da altri, non può invocare la tutela contrattuale, ma deve agire nell’ambito della responsabilità da fatto illecito, con tutte le conseguenze del caso, soprattutto in materia di prescrizione.

I Fatti di Causa: Un’Imbarcazione, un Contratto e un Incendio

Una società nautica vedeva la propria imbarcazione sequestrata dalla Pubblica Amministrazione. Quest’ultima, per utilizzare il natante per le proprie finalità istituzionali, stipulava un contratto di appalto con un cantiere navale per l’esecuzione di alcuni lavori di allestimento. Il contratto prevedeva anche l’obbligo di custodia del bene da parte del cantiere.

Durante la permanenza presso il cantiere, l’imbarcazione subiva ingenti danni a causa di un incendio di natura dolosa. A seguito del dissequestro, il natante veniva restituito alla società proprietaria ormai in condizioni di rottame.

La società proprietaria decideva quindi di citare in giudizio sia il cantiere navale che le Amministrazioni committenti per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

L’Iter Giudiziario e la Questione del Contratto con Effetti Protettivi

Il cuore della controversia legale ha riguardato la natura della responsabilità e, di conseguenza, il termine di prescrizione applicabile. La società attrice sosteneva che, pur non essendo parte formale del contratto d’appalto, dovesse beneficiare di una tutela contrattuale. Si appellava alla figura del contratto con effetti protettivi, sostenendo che l’obbligo di custodia del bene, inserito nel contratto d’appalto, fosse posto anche a protezione del suo interesse di proprietaria. Se questa tesi fosse stata accolta, si sarebbe applicata la prescrizione ordinaria decennale.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, hanno respinto questa ricostruzione. Hanno qualificato la responsabilità del cantiere navale come extracontrattuale (o da fatto illecito), applicando la prescrizione breve di cinque anni e dichiarando l’azione tardiva. La Corte d’Appello ha specificato che il proprietario non era stato designato come beneficiario della prestazione, escludendo così la configurabilità di un contratto a favore di terzo.

La Decisione della Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso della società proprietaria e fornendo motivazioni cruciali sulla portata del contratto con effetti protettivi.

La Distinzione tra Responsabilità Contrattuale ed Extracontrattuale

Il punto di partenza della Corte è il principio fondamentale sancito dall’art. 1372 del codice civile: il contratto ha forza di legge tra le parti e, di regola, non produce effetti rispetto ai terzi. L’inadempimento di un contratto genera una responsabilità contrattuale solo nei confronti della controparte. Per i terzi, le conseguenze negative di tale inadempimento possono rilevare solo come fatto illecito, dando origine a una responsabilità extracontrattuale.

L’Eccezionalità del Contratto con Effetti Protettivi

La Cassazione ha riconosciuto l’esistenza della figura del contratto con effetti protettivi, elaborata dalla dottrina, ma ne ha sottolineato il carattere eccezionale. Questo istituto non può essere invocato per creare una regola generale di tutela contrattuale per qualsiasi terzo che abbia un interesse legato alla prestazione. La giurisprudenza ha ammesso tale protezione solo in casi molto specifici e circoscritti, come quello della responsabilità sanitaria nei contratti relativi alla procreazione, dove vengono in gioco interessi costituzionalmente rilevanti (la salute del nascituro e l’interesse del padre).

Nel caso di specie, non sussistevano i presupposti per applicare in via analogica tale eccezione. Il contratto d’appalto tra l’Amministrazione e il cantiere navale, pur includendo l’obbligo di custodia, non poteva estendere la sua efficacia protettiva fino a ricomprendere il proprietario terzo. La sua posizione rimaneva esterna al vincolo negoziale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Proprietari di Beni

La sentenza consolida un orientamento restrittivo sull’applicazione del contratto con effetti protettivi. Per i proprietari di beni affidati a terzi sulla base di contratti stipulati da altri (si pensi a un bene in leasing affidato a un’officina dal locatore, o a un’auto a noleggio portata in riparazione dal noleggiatore), questa pronuncia ha implicazioni significative. In caso di danneggiamento, il proprietario dovrà agire contro il custode/appaltatore invocando la responsabilità extracontrattuale ex art. 2043 c.c. Ciò comporta due conseguenze principali:
1. Prescrizione Breve: Il diritto al risarcimento si prescrive in cinque anni, un termine notevolmente più breve rispetto ai dieci anni previsti per l’azione contrattuale.
2. Onere della Prova: L’onere di provare la colpa o il dolo del danneggiante grava interamente sul proprietario, a differenza della responsabilità contrattuale dove vige una presunzione di colpa del debitore inadempiente.

Il proprietario di un bene può beneficiare di un contratto stipulato da altri che riguarda il suo bene?
Di regola no. Secondo la Corte di Cassazione, il contratto vincola solo le parti che lo hanno stipulato. Il proprietario è considerato un terzo e la sua eventuale azione di risarcimento per danni al bene avrà natura extracontrattuale, non contrattuale.

Qual è la differenza tra prescrizione decennale e quinquennale in casi di danneggiamento di un bene in custodia?
La prescrizione decennale si applica se la richiesta di risarcimento si fonda su un inadempimento contrattuale. Quella quinquennale, invece, si applica quando la richiesta deriva da un fatto illecito (responsabilità extracontrattuale). La sentenza chiarisce che il proprietario terzo può agire solo per fatto illecito e deve quindi rispettare il termine di cinque anni.

Da quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per una richiesta di risarcimento danni?
Il termine di prescrizione decorre non necessariamente dal momento in cui si ha una percezione certa e completa di tutti gli elementi del danno e dell’identità del responsabile, ma dal momento in cui il danneggiato, usando l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto avere consapevolezza del pregiudizio e della sua possibile causa, così da poter esercitare il proprio diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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