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Contratto collegato: quando si risolve il finanziamento?

Un consumatore stipula un contratto per un sistema di risparmio energetico e un finanziamento collegato. A seguito dell’interruzione della fornitura di energia, chiede la risoluzione del finanziamento. Il Tribunale respinge la domanda, chiarendo che per un contratto collegato, se l’operazione include contratti di appalto o somministrazione, non si applica la tutela legale automatica. Inoltre, la risoluzione è opponibile al finanziatore solo se quest’ultimo era a conoscenza della complessiva operazione commerciale.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Contratto Collegato e Finanziamento: Cosa Succede se il Fornitore non Rispetta i Patti?

L’acquisto di beni o servizi complessi, come un impianto fotovoltaico o un pacchetto per l’efficienza energetica, avviene spesso tramite un finanziamento. Ma cosa accade se il fornitore non adempie ai suoi obblighi? Il consumatore può smettere di pagare le rate? Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre chiarimenti cruciali sul contratto collegato e sui limiti della tutela per il consumatore.

I Fatti del Caso: Un Impianto Energetico e un Finanziamento

Un consumatore stipulava due contratti con una società energetica. Il primo prevedeva la fornitura e l’installazione di un “impianto a risparmio energetico” per un costo di 13.500 euro. Il secondo, un contratto di “efficientamento Power Sharing”, garantiva la fornitura di un certo quantitativo di energia elettrica per 20 anni.

Per coprire il costo dell’impianto, il consumatore sottoscriveva contestualmente un contratto di finanziamento con una società finanziaria, la quale provvedeva a saldare direttamente la società energetica.

Successivamente, la fornitura di energia veniva interrotta a causa della risoluzione del contratto di dispacciamento tra il fornitore e il gestore della rete nazionale. Di fatto, il servizio di “Power Sharing” cessava. Il consumatore, ritenendo violato il cuore dell’accordo, agiva in giudizio contro la società finanziaria per ottenere la risoluzione del finanziamento e la restituzione delle rate pagate.

L’Analisi del Tribunale sul Contratto Collegato

Il Tribunale ha dovuto valutare se l’inadempimento del fornitore energetico potesse giustificare la risoluzione del contratto collegato di finanziamento. L’analisi si è concentrata su due livelli: il collegamento negoziale di fonte legale (previsto dal Testo Unico Bancario) e quello di fonte volontaria (previsto dalle parti).

La Tutela Legale e le sue Esclusioni

Il legislatore, con gli articoli 121 e seguenti del Testo Unico Bancario (TUB), offre una tutela specifica al consumatore nei contratti di credito collegati. In caso di grave inadempimento del fornitore, il consumatore può risolvere il contratto di credito. Tuttavia, il Tribunale ha evidenziato una limitazione fondamentale: l’articolo 122 del TUB esclude esplicitamente dall’applicazione di questa disciplina i contratti di appalto e di somministrazione.

Nel caso di specie, l’operazione economica era un mix tra un appalto (l’installazione dell’impianto) e una somministrazione (la fornitura continuativa di energia). Di conseguenza, la tutela legale automatica prevista dal TUB non era applicabile.

Il Collegamento Volontario e la Consapevolezza del Finanziatore

Esclusa la via legale, restava da verificare se la risoluzione fosse possibile in base alle clausole del contratto di finanziamento stesso. L’articolo 9 del contratto, infatti, riproduceva una tutela simile a quella del TUB.

Tuttavia, il giudice ha stabilito un principio chiave: affinché l’inadempimento del fornitore possa essere opposto alla società finanziaria, è necessario che quest’ultima fosse a conoscenza della complessa operazione economica nella sua interezza. Il collegamento tra i negozi deve essere esplicitato e accettato da tutti i contraenti.

Nel caso analizzato, non vi era prova che la finanziaria fosse a conoscenza del contratto di somministrazione di energia. Il finanziamento era stato concesso formalmente solo per l’acquisto dell'”impianto a risparmio energetico”. Mancando questa consapevolezza, il grave inadempimento relativo alla fornitura di energia non poteva ripercuotersi sul contratto di finanziamento.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha respinto la domanda del consumatore motivando che, sebbene esista un collegamento funzionale tra l’installazione dell’impianto e la fornitura di energia, questo legame non è opponibile a un terzo (la finanziaria) che non ne era a conoscenza. La risoluzione del contratto di somministrazione non può, quindi, causare automaticamente la risoluzione del contratto di finanziamento, che era legato unicamente all’acquisto del bene materiale. L’assenza di clausole specifiche che legassero esplicitamente i tre contratti (appalto, somministrazione e finanziamento) e la mancata prova della conoscenza dell’intera operazione da parte del finanziatore sono state decisive.

Le Conclusioni

Questa sentenza sottolinea un aspetto cruciale per i consumatori: la tutela offerta dal contratto collegato non è assoluta. In operazioni complesse che coinvolgono appalti e somministrazioni, la protezione legale del Testo Unico Bancario è esclusa. Per poter risolvere il finanziamento in caso di inadempimento del fornitore, è fondamentale che il collegamento tra tutti i contratti sia reso esplicito e che la società finanziaria ne sia formalmente a conoscenza. I consumatori dovrebbero quindi prestare massima attenzione affinché i documenti contrattuali riflettano chiaramente l’intera operazione economica, vincolando tutti i soggetti coinvolti al raggiungimento del risultato finale promesso.

Se il fornitore di un servizio è inadempiente, posso risolvere il finanziamento collegato?
Sì, ma a determinate condizioni. Secondo la sentenza, se l’operazione è qualificabile come appalto o somministrazione, non si applica la tutela automatica del Testo Unico Bancario. La risoluzione è possibile solo se il contratto di finanziamento lo prevede esplicitamente e se si dimostra che la società finanziaria era a conoscenza del collegamento con il contratto di servizio (e non solo con quello di acquisto del bene).

Qual è la differenza tra un contratto collegato per legge e uno per volontà delle parti?
Il collegamento legale (ex art. 121 TUB) offre una tutela automatica al consumatore, ma si applica solo a specifiche tipologie di contratto. Il collegamento volontario, invece, dipende da clausole inserite nei contratti che creano un legame esplicito tra di essi. Per essere efficace verso la finanziaria, quest’ultima deve aver accettato tale collegamento.

Perché il Tribunale ha deciso di compensare le spese legali?
Il Tribunale ha compensato le spese, facendo sì che ogni parte pagasse il proprio avvocato, a causa della complessità delle questioni giuridiche trattate. L’esistenza di un regolamento negoziale atipico e le diverse interpretazioni possibili hanno giustificato questa decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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