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Contratto autonomo di garanzia e prescrizione

Una società assicurativa aveva concesso polizze a garanzia di un’impresa. Dopo anni, l’ente creditore ha richiesto il pagamento, ma l’assicurazione ha eccepito la prescrizione. La Corte di Cassazione ha stabilito che nel contratto autonomo di garanzia, l’atto che interrompe la prescrizione nei confronti del debitore principale non ha effetto sul garante, poiché le obbligazioni sono distinte e non solidali, annullando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Contratto Autonomo di Garanzia: Prescrizione non Estesa al Garante

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale del contratto autonomo di garanzia, distinguendolo nettamente dalla fideiussione e chiarendo le sue implicazioni in materia di prescrizione. La decisione sottolinea che l’obbligazione del garante autonomo è distinta da quella del debitore principale, con la conseguenza che un atto interruttivo della prescrizione contro quest’ultimo non si estende automaticamente al primo. Analizziamo insieme la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine nel 1992, quando una compagnia assicurativa rilasciava sette polizze fideiussorie in favore dell’Amministrazione delle Dogane, a garanzia di obbligazioni assunte da una società per prefinanziamenti pubblici legati a esportazioni. Trascorsi oltre dieci anni, nel 2002, l’Amministrazione creditrice inviava alla società debitrice degli inviti di pagamento. Successivamente, nel 2011, notificava alla compagnia garante i provvedimenti di escussione di tutte le garanzie.

La compagnia garante si opponeva, eccependo l’avvenuta prescrizione decennale del diritto del creditore. Il Tribunale di primo grado accoglieva l’eccezione, ma la Corte d’Appello ribaltava la decisione.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, pur qualificando i contratti come autonomi di garanzia, aveva ritenuto che un processo verbale di constatazione di infrazioni, redatto nel 2000 nei confronti della società debitrice, avesse interrotto il termine di prescrizione anche nei confronti della società garante. Questa interpretazione equiparava, di fatto, la posizione del garante autonomo a quella di un condebitore solidale.

Il Contratto Autonomo di Garanzia e il Principio della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della compagnia assicurativa, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto fondamentale. I giudici hanno chiarito che non sussiste un vincolo di solidarietà tra l’obbligazione del debitore principale e quella derivante da un contratto autonomo di garanzia. La differenza è sostanziale: mentre le obbligazioni solidali (e la fideiussione in particolare) tutelano l’interesse all’esatto adempimento della prestazione principale, il contratto autonomo ha una causa diversa. Il suo scopo è trasferire da un soggetto a un altro il rischio economico legato alla mancata esecuzione di una prestazione contrattuale. Di conseguenza, l’obbligazione del garante autonomo è sempre distinta da quella del debitore principale.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla natura stessa del contratto autonomo di garanzia. L’obbligazione del garante non è accessoria a quella principale, ma autonoma. Essa è finalizzata a indennizzare il creditore insoddisfatto attraverso il versamento di una somma di denaro predeterminata, che sostituisce la prestazione mancata o inesatta. Tra le due obbligazioni (quella del debitore e quella del garante) esiste solo un collegamento negoziale, non un vincolo di solidarietà. Da ciò discende una conseguenza giuridica ineludibile: la disciplina sull’interruzione della prescrizione prevista dall’art. 1310, primo comma, del codice civile, non è applicabile. Tale norma, che estende gli effetti degli atti interruttivi a tutti i condebitori in solido, non può operare in un contesto dove la solidarietà è assente per definizione.

Le Conclusioni

La Corte ha quindi concluso che il giudice di merito dovrà procedere a un nuovo accertamento, applicando il principio secondo cui l’atto interruttivo della prescrizione posto in essere nei confronti del debitore principale non ha alcun effetto nei confronti del garante autonomo. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale importante, offrendo maggiore certezza giuridica nei rapporti commerciali. Per i creditori, significa dover agire tempestivamente e separatamente nei confronti sia del debitore che del garante autonomo per non rischiare di veder prescritto il proprio diritto. Per i garanti, rafforza la loro posizione, evitando che rimangano esposti a richieste di pagamento per periodi di tempo indefiniti a causa di atti compiuti esclusivamente verso il debitore principale.

Un atto che interrompe la prescrizione contro il debitore principale ha effetto anche sul garante in un contratto autonomo di garanzia?
No, secondo la Corte di Cassazione non ha effetto. L’obbligazione del garante autonomo è distinta e non solidale rispetto a quella del debitore principale, pertanto l’atto interruttivo compiuto contro uno non si estende all’altro.

Qual è la differenza fondamentale tra fideiussione e contratto autonomo di garanzia secondo questa ordinanza?
La differenza risiede nella causa del contratto. La fideiussione è accessoria all’obbligazione principale e mira a garantirne l’adempimento. Il contratto autonomo di garanzia, invece, ha lo scopo di trasferire il rischio economico dell’inadempimento, obbligando il garante a indennizzare il creditore con una somma di denaro, a prescindere dalle vicende del rapporto principale.

Perché l’articolo 1310 del codice civile, sull’interruzione della prescrizione nelle obbligazioni solidali, non si applica in questo caso?
L’articolo 1310 c.c. non si applica perché, come chiarito dalla Corte, tra l’obbligazione del debitore principale e quella del garante autonomo non esiste un vincolo di solidarietà. Esiste solo un collegamento negoziale tra due obbligazioni distinte, il che esclude l’applicazione delle norme previste per i condebitori in solido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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