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Contratto agenzia infortunistica: quando è valido?

Una recente ordinanza della Cassazione esamina la validità di un contratto agenzia infortunistica. La Corte ha chiarito che l’attività di consulenza stragiudiziale non è esclusiva degli avvocati. Sebbene abbia rigettato le censure sulla poca chiarezza delle clausole, ha cassato la sentenza per omissione di pronuncia su specifiche richieste di rimborso spese e restituzione, rinviando il caso alla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto Agenzia Infortunistica: la Cassazione fa chiarezza su validità e obblighi

Sempre più spesso chi subisce un danno, specialmente da sinistro stradale, si rivolge a società specializzate nella gestione della pratica risarcitoria. Ma cosa succede se il contratto con un’agenzia infortunistica presenta clausole ambigue? E quali sono i limiti dell’attività di queste agenzie? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione, toccando temi come la validità del contratto, la tutela del consumatore e i doveri del giudice.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un sinistro stradale. La vittima dell’incidente e i suoi genitori stipulano un contratto-mandato con un’agenzia di infortunistica per la gestione della pratica di risarcimento danni. Il contratto prevedeva un compenso per l’agenzia pari al 10% della somma che sarebbe stata liquidata, sia in via giudiziale che stragiudiziale. La liquidazione del danno avviene effettivamente per via giudiziale, tramite avvocati fiduciari della stessa agenzia.

Successivamente, una società, subentrata nei diritti di credito dell’agenzia, agisce in giudizio contro i clienti per ottenere il pagamento del compenso pattuito e il rimborso di alcune spese anticipate. Mentre il tribunale di primo grado rigetta la domanda per motivi procedurali, la Corte d’Appello la accoglie, condannando i clienti al pagamento.

I clienti, insoddisfatti, ricorrono in Cassazione, sollevando diverse questioni sulla validità e l’interpretazione del contratto.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva ritenuto il contratto pienamente valido. Aveva respinto le obiezioni dei clienti, sostenendo che l’oggetto e la causa del contratto non fossero né mancanti né incomprensibili. Inoltre, aveva affermato che non esisteva una norma che consentisse un controllo sulla congruità del compenso pattuito, trattandosi di un accordo riconducibile al “patto di quota lite”.

Le Motivazioni della Cassazione sul contratto agenzia infortunistica

La Corte di Cassazione ha esaminato i vari motivi di ricorso, giungendo a una decisione complessa che accoglie alcune ragioni e ne rigetta altre.

Sull’esercizio di attività riservate agli avvocati

Preliminarmente, la Corte ha respinto l’eccezione secondo cui il contratto sarebbe nullo perché l’agenzia svolgeva attività di consulenza legale riservata agli avvocati. I giudici hanno chiarito che la riserva professionale per gli iscritti all’albo forense riguarda esclusivamente la rappresentanza, l’assistenza e la difesa in giudizio e la collaborazione diretta con il giudice. L’attività di consulenza e assistenza legale stragiudiziale, al di fuori di tali limiti, non è riservata e chi la svolge ha diritto al compenso.

Sulla chiarezza e comprensibilità del contratto

La Corte ha rigettato anche i motivi relativi alla presunta poca chiarezza delle clausole contrattuali, che secondo i ricorrenti violavano il Codice del Consumo. I giudici hanno ricordato che il controllo del tribunale sull’equilibrio contrattuale riguarda gli aspetti normativi (diritti e obblighi), non quelli economici (adeguatezza del corrispettivo), a patto che l’oggetto e il prezzo siano individuati in modo chiaro e comprensibile. La Corte d’Appello aveva ritenuto le clausole sufficientemente chiare, e tale valutazione, essendo un accertamento di fatto ben motivato, non può essere riesaminata in sede di Cassazione. I ricorrenti, secondo la Suprema Corte, cercavano semplicemente di ottenere una diversa interpretazione del contratto, a loro più favorevole, compito che non spetta al giudice di legittimità.

Il punto cruciale: l’omissione di pronunzia

Il ricorso è stato invece accolto su un punto decisivo. I clienti avevano eccepito il mancato diritto dell’agenzia al rimborso di alcune spese anticipate (€ 5.082,00) perché l’agenzia stessa, per negligenza, non aveva prodotto i relativi giustificativi nella causa di risarcimento, impedendone la liquidazione a carico della parte soccombente. La Corte d’Appello aveva completamente ignorato questa specifica eccezione, condannando i clienti al pagamento dell’intera somma richiesta (€ 38.540,99) senza distinguere tra compenso e spese.

Questo, per la Cassazione, costituisce un vizio di “omissione di pronunzia”. Il giudice ha il dovere di esaminare e decidere su ogni domanda ed eccezione proposta dalle parti. Allo stesso modo, la Corte d’Appello aveva omesso di pronunciarsi sulla domanda di restituzione delle somme che la società creditrice aveva pagato in esecuzione della sentenza di primo grado, poi riformata in appello.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato i motivi principali sulla nullità e l’interpretazione del contratto agenzia infortunistica, ma ha accolto il motivo relativo all’omissione di pronunzia sulle spese e il ricorso incidentale sulla restituzione delle somme. La sentenza d’appello è stata quindi cassata con rinvio: un’altra sezione della Corte d’Appello dovrà decidere nuovamente, questa volta esaminando specificamente l’eccezione sul mancato rimborso delle spese e la domanda di restituzione. La decisione sottolinea un principio fondamentale: la chiarezza contrattuale è importante, ma è altrettanto cruciale che il processo garantisca una risposta a tutte le questioni sollevate dalle parti.

Un contratto con un’agenzia di infortunistica è nullo se questa offre consulenza legale?
No, non necessariamente. La prestazione di opere intellettuali nell’ambito dell’assistenza legale è riservata agli avvocati solo per quanto riguarda la rappresentanza in giudizio e la diretta collaborazione con il giudice. L’attività di consulenza e assistenza stragiudiziale può essere svolta anche da altri soggetti, che hanno diritto al relativo compenso.

Quando una clausola sul compenso in un contratto con un consumatore può essere considerata nulla?
Secondo il Codice del Consumo, una clausola è considerata vessatoria (e quindi nulla) se, nonostante la buona fede, determina un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi a carico del consumatore. Tuttavia, il controllo del giudice non riguarda l’adeguatezza del prezzo, ma la chiarezza e comprensibilità con cui l’oggetto del contratto e il corrispettivo sono definiti.

Cosa accade se un giudice d’appello omette di decidere su una specifica obiezione di una delle parti?
Si verifica un vizio procedurale chiamato ‘omissione di pronunzia’. La parte interessata può impugnare la sentenza davanti alla Corte di Cassazione, la quale, se riconosce il vizio, può annullare (cassare) la decisione e rinviare la causa allo stesso giudice (in diversa composizione) affinché si pronunci sul punto che era stato omesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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