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Contratto a termine fondazioni liriche: quando è nullo

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una serie di contratti a termine stipulati tra una fondazione lirica e una ballerina. L’ordinanza ha confermato la decisione della Corte d’Appello, che aveva dichiarato la nullità degli ultimi contratti e la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato. Il punto chiave è che la fondazione non è riuscita a dimostrare l’esistenza di esigenze tecniche, organizzative o produttive meramente temporanee e specifiche, che non potessero essere soddisfatte dal personale stabile. La reiterazione sistematica del contratto a termine per coprire esigenze durature è stata ritenuta abusiva, rendendo illecita l’apposizione del termine.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto a termine fondazioni liriche: la Cassazione fissa i paletti

L’utilizzo del contratto a termine nelle fondazioni liriche è una pratica comune, spesso giustificata dalla natura stagionale e progettuale delle produzioni artistiche. Tuttavia, quando la reiterazione di questi contratti maschera un fabbisogno di personale stabile e duraturo, si entra nel campo dell’abuso. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sui limiti di questa tipologia contrattuale, confermando che il semplice riferimento a uno specifico spettacolo non è sufficiente a legittimare l’assunzione a tempo determinato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una ballerina che per oltre un decennio aveva lavorato per una nota fondazione lirico-sinfonica attraverso una successione di plurimi contratti a tempo determinato. La lavoratrice, ritenendo che questa modalità celasse un rapporto di lavoro di fatto a tempo indeterminato, si era rivolta al Tribunale per chiedere l’accertamento della nullità dei termini apposti ai contratti e la conseguente conversione del rapporto, oltre al risarcimento del danno.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva rigettato la domanda per intervenuta decadenza, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la decisione. I giudici di secondo grado, infatti, avevano dichiarato la nullità degli ultimi due contratti (per i quali i termini di impugnazione non erano scaduti), disponendo la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato e condannando la Fondazione al pagamento di un’indennità risarcitoria. Entrambe le parti hanno quindi proposto ricorso per cassazione.

L’analisi della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato sia il ricorso principale della Fondazione sia quello incidentale della lavoratrice, confermando la sentenza d’appello. Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione della normativa speciale che regola il contratto a termine nelle fondazioni liriche.

Il contratto a termine nelle fondazioni liriche e la prova delle ragioni oggettive

I giudici hanno chiarito che, sebbene per le fondazioni liriche vi sia un regime parzialmente derogatorio rispetto alla disciplina generale, resta fermo l’obbligo per il datore di lavoro di dimostrare la sussistenza di ragioni oggettive, tecniche, produttive o organizzative che giustifichino il ricorso a un’assunzione a tempo determinato.

La normativa europea e quella nazionale impongono che tali ragioni siano specifiche e, soprattutto, temporanee. Non è sufficiente, quindi, che l’attività ordinaria di una fondazione si articoli in spettacoli di durata limitata. La temporaneità dell’esigenza deve essere valutata in un contesto più ampio, verificando se quella specifica mansione non possa essere coperta da personale assunto stabilmente.

L’onere della prova a carico del datore di lavoro

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’onere di provare l’effettiva sussistenza delle ragioni oggettive e temporanee spetta al datore di lavoro. Nel caso di specie, la Fondazione non è riuscita a dimostrare che l’assunzione della ballerina rispondesse a esigenze provvisorie che non potevano essere soddisfatte dall’organico esistente. Al contrario, la sistematica reiterazione dei contratti nel corso degli anni è stata interpretata come prova di un fabbisogno stabile e permanente, legato alla carenza strutturale di personale.

La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha correttamente valorizzato la mancata allegazione, da parte della Fondazione, di motivi concreti idonei a giustificare la temporaneità delle assunzioni. L’assenza di questa prova ha portato a concludere che il ricorso al contratto a termine fosse motivato da ragioni permanenti e durature, rendendo di fatto illegittima l’apposizione del termine.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema si fondano sull’esigenza di prevenire l’abuso del contratto a termine, in linea con la direttiva europea 1999/70/CE. La disciplina speciale per le fondazioni liriche non consente un’elusione delle tutele fondamentali del lavoratore. L’indagine del giudice non può fermarsi alla causale indicata nel contratto, ma deve estendersi alla verifica concreta della natura delle esigenze aziendali. Quando una successione di contratti a termine viene utilizzata per coprire un posto di lavoro che è di fatto permanente, si verifica un abuso. La Corte ha inoltre specificato che, anche se l’impugnazione riguarda solo gli ultimi contratti, la sequenza contrattuale precedente può essere valutata come dato fattuale per dimostrare la natura abusiva della reiterazione.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza riafferma che il contratto a termine nelle fondazioni liriche è legittimo solo se ancorato a reali e dimostrabili esigenze temporanee, che non possono essere soddisfatte con il personale in pianta stabile. Il datore di lavoro ha l’onere di provare in modo specifico queste esigenze. In mancanza di tale prova, la reiterazione dei contratti a termine viene considerata abusiva e comporta la conversione del rapporto di lavoro in uno a tempo indeterminato, con le conseguenti tutele per il lavoratore.

Per una fondazione lirica è sufficiente indicare lo specifico spettacolo per giustificare un contratto a termine?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che il semplice richiamo allo spettacolo o alla stagione non basta. Il datore di lavoro deve dimostrare l’esistenza di ragioni oggettive e temporanee specifiche (tecniche, produttive, organizzative) che rendano necessaria l’assunzione a termine.

Cosa deve dimostrare una fondazione lirica per assumere legittimamente un lavoratore a tempo determinato?
Deve provare che l’esigenza di quella specifica figura professionale è soltanto provvisoria e che il suo apporto è necessario per il buon funzionamento dello spettacolo in un modo che non può essere garantito dal personale già assunto a tempo indeterminato. In sostanza, deve dimostrare che il fabbisogno non è stabile e duraturo.

Se un lavoratore impugna solo gli ultimi contratti di una lunga serie, i contratti precedenti non impugnati hanno qualche valore nel giudizio?
Sì. Anche se non possono più essere annullati a causa della decadenza, i contratti precedenti possono essere considerati come ‘dato fattuale’. La loro successione sistematica nel tempo può essere utilizzata come prova per dimostrare il carattere abusivo della reiterazione dei contratti e la natura stabile del fabbisogno lavorativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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