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Contratto a progetto: recesso e sospensione illegittima

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo l’illegittimità della sospensione di un contratto a progetto disposta da un ente pubblico prima della formale revoca dei finanziamenti. L’ente è stato condannato al risarcimento del danno, pari ai corrispettivi non pagati durante il periodo di sospensione, poiché la revoca successiva dei fondi non può giustificare retroattivamente un’interruzione del rapporto non prevista contrattualmente.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto a progetto: sospensione illegittima senza revoca formale dei fondi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della risoluzione anticipata di un contratto a progetto, chiarendo un punto fondamentale: la sospensione unilaterale del rapporto di lavoro da parte del committente è illegittima se non è contrattualmente prevista e se la causa giustificativa, come la cessazione dei finanziamenti, non si è ancora formalmente verificata. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un collaboratore che aveva stipulato un contratto a progetto con un’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica. A un certo punto, l’ente committente sospendeva il rapporto di lavoro, interrompendo il pagamento dei corrispettivi. La motivazione addotta era la futura, ma non ancora formalizzata, revoca dei finanziamenti regionali che sostenevano il progetto.

Il collaboratore, ritenendo la sospensione ingiustificata, si rivolgeva al Tribunale. La Corte d’Appello, in riforma della decisione di primo grado, accoglieva parzialmente le sue richieste, condannando l’ente a pagargli i corrispettivi per tutto il periodo di sospensione, dall’agosto 2015 fino alla data dell’effettiva delibera regionale di revoca dei fondi, avvenuta quasi un anno dopo, nell’agosto 2016. Secondo la Corte d’Appello, la sospensione era stata illegittima perché non prevista dal contratto e perché la causa risolutiva (la revoca dei fondi) si era concretizzata solo molto tempo dopo l’interruzione del rapporto.

L’ente pubblico ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata interpretazione delle clausole contrattuali e sostenendo che la sospensione fosse legittima in attesa della formalizzazione della mancanza di fondi.

La Decisione sul contratto a progetto

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dell’ente, confermando la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito che la sospensione del rapporto di lavoro e della prestazione non era giustificata, poiché la causa che avrebbe potuto legittimare la fine del rapporto (la cessazione dei finanziamenti) è stata formalizzata solo con una delibera successiva.

In altre parole, l’ente non poteva sospendere il contratto a progetto sulla base di una futura e potenziale revoca di fondi. La decisione di sospendere è stata considerata un recesso anticipato illegittimo, poiché privo di una giusta causa esistente e provata al momento della sua adozione.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni principi cardine dell’interpretazione contrattuale e del diritto del lavoro. Innanzitutto, i giudici hanno sottolineato che l’interpretazione del contratto fornita dalla Corte d’Appello era logica e plausibile. In sede di legittimità, la Cassazione non può sostituire la propria interpretazione a quella del giudice di merito se quest’ultima è congruamente motivata e non viola i canoni legali di interpretazione.

Il punto centrale della motivazione è la distinzione temporale tra la sospensione di fatto del rapporto e la formalizzazione della causa risolutiva. Il contratto prevedeva la possibilità di recesso anticipato solo per una giusta causa, come la cessazione del finanziamento. Tuttavia, al momento della sospensione, questa causa non esisteva ancora ufficialmente. La delibera regionale di revoca è intervenuta solo un anno dopo e, secondo la Corte, non poteva avere effetto retroattivo per sanare l’illegittimità della precedente sospensione.

La Corte ha ribadito che un recesso o una sospensione devono basarsi su presupposti esistenti e concreti al momento in cui vengono comunicati. Non è possibile giustificare a posteriori un’azione con un evento che si verifica in futuro. Di conseguenza, il lavoratore aveva diritto al risarcimento del danno, quantificato nei corrispettivi che avrebbe dovuto percepire durante il periodo di illegittima interruzione del rapporto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per i datori di lavoro, specialmente nel settore pubblico dove i rapporti sono spesso legati a finanziamenti esterni. Non è sufficiente prevedere una potenziale mancanza di fondi per sospendere unilateralmente un contratto. È necessario che la causa di risoluzione sia attuale, certa e formalizzata secondo le procedure previste. Una sospensione ‘cautelativa’ o basata su previsioni si traduce in un inadempimento contrattuale, con il conseguente obbligo di risarcire il lavoratore per il danno subito. La decisione riafferma il principio di certezza del diritto nei rapporti contrattuali, proteggendo la parte più debole da decisioni arbitrarie non supportate da presupposti giuridici solidi e attuali.

È legittimo sospendere un contratto a progetto in previsione di una futura revoca dei finanziamenti?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sospensione unilaterale del contratto è illegittima se la causa giustificativa, come la revoca formale dei finanziamenti, non si è ancora verificata al momento della sospensione. La mera previsione di un evento futuro non costituisce una giusta causa per interrompere il rapporto.

La revoca successiva dei finanziamenti può sanare una sospensione illegittima del rapporto di lavoro?
No, la revoca dei finanziamenti formalizzata successivamente non può avere effetto retroattivo per giustificare una sospensione avvenuta in precedenza. La legittimità della sospensione deve essere valutata sulla base delle circostanze esistenti al momento in cui è stata disposta.

Cosa spetta al lavoratore in caso di sospensione illegittima di un contratto a progetto?
In caso di sospensione illegittima, al lavoratore spetta il risarcimento del danno. Come stabilito nel caso di specie, tale risarcimento può essere quantificato nei corrispettivi che il lavoratore avrebbe dovuto percepire durante tutto il periodo dell’illegittima interruzione del rapporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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