LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Contratto a progetto nullo: conversione e inquadramento

La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha convertito un contratto a progetto nullo in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. L’ordinanza chiarisce che la mancanza di uno ‘specifico progetto’, ma solo una generica indicazione di attività, comporta la trasformazione del rapporto. Viene inoltre confermato l’inquadramento dei lavoratori al 7° livello del CCNL di settore, sulla base delle mansioni complesse effettivamente svolte, respingendo integralmente il ricorso dell’azienda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto a progetto nullo: quando scatta la conversione in lavoro subordinato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25847/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto del lavoro: la conversione di un contratto a progetto nullo in un rapporto di lavoro subordinato. La decisione conferma un orientamento consolidato, ribadendo che la genericità dell’oggetto del contratto è un vizio insanabile che porta alla trasformazione del rapporto lavorativo, con tutte le tutele che ne conseguono. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Dalla Collaborazione alla Causa Legale

Due lavoratori avevano prestato la loro attività per una società in virtù di una serie di contratti di lavoro a progetto, protrattisi per un lungo periodo, dal 2009 al 2015. Ritenendo che la loro collaborazione mascherasse in realtà un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato, hanno adito il Tribunale per chiedere l’accertamento di tale natura, la conversione del contratto a tempo indeterminato e il corretto inquadramento professionale con le relative differenze retributive.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai lavoratori. In particolare, la Corte territoriale ha evidenziato come il primo contratto a progetto fosse viziato da nullità. L’oggetto del contratto, descritto come una generica ‘attività di supporto all’amministrazione’, non soddisfaceva il requisito di specificità richiesto dalla legge (D.Lgs. 276/2003). Secondo i giudici, un progetto deve essere un’attività produttiva chiaramente descritta e funzionalmente collegata a un risultato finale determinato, elementi del tutto assenti nel caso di specie. Di conseguenza, il rapporto è stato convertito in un unico rapporto di lavoro subordinato sin dalla sua origine.

L’Analisi della Cassazione su un contratto a progetto nullo

L’azienda ha proposto ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte lo ha rigettato, confermando in toto la decisione d’appello. I giudici di legittimità hanno esaminato i due principali motivi di ricorso dell’azienda, giudicandoli in parte inammissibili e in parte infondati.

Il Primo Motivo: La Genericità del Progetto

L’azienda lamentava un’errata valutazione della validità del contratto a progetto. La Cassazione ha dichiarato inammissibile questa censura, ricordando che non può riesaminare nel merito i fatti già accertati dai giudici dei gradi precedenti. La valutazione sulla specificità o genericità di un progetto è una questione di fatto, riservata al giudice di merito. Poiché sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano concluso per la nullità del contratto (c.d. ‘doppia conforme’), la questione non poteva essere nuovamente discussa in sede di legittimità.

Il Secondo Motivo: L’Inquadramento Professionale

Il secondo motivo di ricorso contestava l’inquadramento dei lavoratori nel 7° livello del CCNL gas-acqua. Anche su questo punto, la Corte ha dato torto all’azienda. Citando un precedente su un caso identico, ha affermato che l’interpretazione data dalla Corte d’Appello era pienamente coerente con il testo del contratto collettivo. I lavoratori, entrambi laureati, svolgevano mansioni complesse come la gestione, l’interpretazione e l’elaborazione di informazioni per il raggiungimento di obiettivi aziendali. Tali compiti, che richiedono autonomia, responsabilità e conoscenze teoriche approfondite, rientrano a pieno titolo nella declaratoria del 7° livello.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su principi giuridici consolidati. In primo luogo, la validità di un contratto a progetto è subordinata all’esistenza di uno ‘specifico’ progetto, non essendo sufficiente un riferimento a mansioni generiche che si confondono con la normale attività d’impresa. La mancanza di questo requisito fondamentale comporta, per legge, la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dall’inizio. In secondo luogo, l’inquadramento del lavoratore deve basarsi sulle mansioni effettivamente e concretamente svolte, a prescindere dal nomen iuris utilizzato nel contratto. La Corte ha ritenuto che le prove prodotte (come le relazioni mensili sulle attività svolte) dimostrassero in modo inequivocabile la corrispondenza tra i compiti dei lavoratori e le previsioni del 7° livello contrattuale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma per la tutela dei lavoratori e un monito per le aziende. L’utilizzo di contratti di collaborazione atipici deve essere rigorosamente conforme ai requisiti di legge, in particolare per quanto riguarda la specificità e la determinatezza dell’oggetto. Un contratto a progetto nullo per genericità non offre alcuna protezione all’azienda, che si espone al rischio di vedersi riconoscere un rapporto di lavoro subordinato con tutti gli oneri economici e normativi connessi. Per i lavoratori, invece, questa decisione ribadisce la possibilità di ottenere il riconoscimento dei propri diritti quando la forma contrattuale non corrisponde alla sostanza del rapporto di lavoro.

Cosa rende un contratto a progetto nullo e ne causa la conversione?
Un contratto a progetto è considerato nullo quando manca l’indicazione di uno ‘specifico progetto’, ovvero un’attività produttiva chiaramente descritta, identificata e collegata a un risultato finale determinato. Secondo la sentenza, una dicitura generica come ‘attività di supporto all’amministrazione’ non è sufficiente. La nullità comporta la conversione automatica del rapporto in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla sua data di inizio.

Come viene determinato il livello di inquadramento dopo la conversione del contratto?
Il livello di inquadramento viene stabilito analizzando le mansioni effettivamente svolte dal lavoratore, indipendentemente da quanto previsto nel contratto originario. Nel caso esaminato, la Corte ha confermato il 7° livello del CCNL gas-acqua sulla base di compiti quali la gestione di informazioni complesse, l’elaborazione di dati in funzione degli obiettivi e il possesso di conoscenze teoriche approfondite corrispondenti alla laurea, ritenendoli coerenti con la declaratoria di quel livello.

È possibile per la Corte di Cassazione riesaminare le prove e i fatti del caso?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura, ma non può riesaminare le prove o rivalutare i fatti già accertati dal Tribunale e dalla Corte d’Appello. Per questo motivo, le censure dell’azienda che chiedevano una nuova valutazione del contenuto del contratto sono state dichiarate inammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati