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Contratti pubblica amministrazione: forma e validità

Una struttura sanitaria ha richiesto il pagamento per prestazioni fornite a un’ASL senza un accordo formale. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso a pubblica udienza per decidere sulla necessità della forma scritta nei contratti pubblica amministrazione e sui criteri per quantificare l’indennizzo per ingiustificato arricchimento, data la rilevanza delle questioni.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratti Pubblica Amministrazione: la Forma Scritta è Sempre Necessaria?

L’ordinanza interlocutoria n. 2242/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale nei rapporti tra enti privati e settore pubblico: la validità dei contratti pubblica amministrazione in assenza di un documento scritto. Il caso, che vede contrapposte una struttura sanitaria privata e un’Azienda Sanitaria Locale, solleva interrogativi fondamentali sulla natura giuridica delle ASL e sulle tutele disponibili quando manca un contratto formale, come l’azione di indebito arricchimento.

I Fatti di Causa

Una struttura sanitaria otteneva un decreto ingiuntivo per circa 3.8 milioni di euro nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per prestazioni erogate nel corso del 2008. L’ASL si opponeva, e il Tribunale di primo grado accoglieva l’opposizione, revocando il decreto ingiuntivo.

La vicenda approdava in Corte d’Appello, che non solo confermava la decisione di primo grado rigettando l’appello principale della struttura sanitaria, ma accoglieva parzialmente l’appello incidentale dell’ASL. La Corte condannava la struttura sanitaria a restituire oltre 5.2 milioni di euro, somma che l’ASL aveva versato in esecuzione del decreto ingiuntivo originario, dichiarato provvisoriamente esecutivo. La ragione della decisione risiedeva nella mancanza di un contratto scritto per l’anno 2008, considerato requisito essenziale per la validità dell’obbligazione.

I Motivi del Ricorso e la questione sui contratti pubblica amministrazione

La struttura sanitaria ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Violazione delle norme sulla forma contrattuale

Il ricorrente ha sostenuto che la forma scritta ad substantiam non dovrebbe applicarsi ai contratti pubblica amministrazione stipulati con le Aziende Sanitarie. Secondo questa tesi, le ASL non sono Pubbliche Amministrazioni in senso stretto, ma centri di imputazione di autonomia imprenditoriale che possono agire secondo le norme del diritto privato, anche stipulando contratti tramite comportamenti concludenti (per facta concludentia).

2. Erroneo rigetto dell’azione di indebito arricchimento

In subordine, la struttura lamentava il rigetto della domanda di indebito arricchimento (art. 2041 c.c.). La Corte d’Appello aveva respinto tale richiesta perché la struttura non aveva provato adeguatamente la diminuzione patrimoniale subita, ritenendo insufficiente la sola produzione di fatture.

3. Errore procedurale sull’ammissibilità di nuovi documenti

Infine, veniva contestata la decisione di considerare inammissibile la produzione in appello di documenti (impegnative mediche e schede ospedaliere) ritenuti indispensabili per dimostrare il diritto all’indennizzo.

Le motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, non fornisce una risposta definitiva, ma riconosce la “particolare rilevanza” delle questioni giuridiche sollevate. Per questo motivo, invece di decidere in camera di consiglio, rinvia la causa a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita.

Le motivazioni della Corte si concentrano su due nodi problematici:

1. La natura giuridica delle ASL e la forma dei contratti: La Corte ritiene fondamentale chiarire se le ASL debbano essere considerate enti pubblici in senso stretto, soggette ai rigidi vincoli formali previsti per i contratti pubblica amministrazione (forma scritta obbligatoria), oppure se la loro natura di enti pubblici economici consenta loro di operare con la flessibilità del diritto privato. La soluzione di questo quesito è decisiva per stabilire la validità o meno di rapporti contrattuali basati su comportamenti concludenti.
2. La quantificazione dell’indennizzo per indebito arricchimento: Il secondo punto di grande rilevanza riguarda i criteri per calcolare l’indennità ex art. 2041 c.c. a fronte di prestazioni sanitarie erogate in regime di accreditamento e soggette a tetti di spesa. La Corte si interroga se l’indennizzo debba limitarsi a coprire solo le spese vive sostenute dalla struttura (escludendo il profitto) o se debba estendersi all’intero valore della prestazione, tenendo conto del risparmio di spesa ottenuto dall’Amministrazione che ha comunque beneficiato del servizio.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza interlocutoria n. 2242/2024 è un segnale importante. La Corte di Cassazione si prepara a intervenire su temi che hanno un impatto diretto e significativo sui rapporti economici tra il sistema sanitario pubblico e gli operatori privati accreditati. La decisione finale potrà definire con maggiore chiarezza le regole del gioco, stabilendo se la rigidità formale debba sempre prevalere sull’effettività delle prestazioni rese. Inoltre, fornirà un criterio guida per la quantificazione dell’indennizzo per ingiustificato arricchimento, un tema ricorrente nei contenziosi con la Pubblica Amministrazione. L’esito della pubblica udienza è atteso con grande interesse da tutti gli operatori del settore.

Un contratto con un’Azienda Sanitaria Locale è valido anche se non è scritto?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma identifica la questione come di primaria importanza. La validità dipende dalla qualificazione giuridica delle ASL: se sono considerate enti pubblici in senso stretto, la forma scritta è necessaria per la validità del contratto; se invece sono qualificate come enti pubblici economici, potrebbero essere ammessi accordi basati su comportamenti concludenti. La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per approfondire questo punto.

Se un contratto con la Pubblica Amministrazione è nullo, si ha diritto a un indennizzo per le prestazioni fornite?
Sì, è possibile avanzare una richiesta di indennizzo per indebito arricchimento (ai sensi dell’art. 2041 c.c.). Tuttavia, l’ordinanza evidenzia che un punto cruciale da risolvere è come quantificare tale indennizzo. La Corte dovrà decidere se esso debba coprire solo i costi effettivamente sostenuti dal prestatore del servizio o se debba comprendere l’intero valore della prestazione, considerando il risparmio di spesa per l’ente pubblico.

Cosa significa che la Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria?
Significa che la Corte non ha ancora deciso il caso nel merito. A causa della particolare rilevanza e complessità delle questioni legali sollevate, ha ritenuto necessario un esame più approfondito e ha quindi rinviato la causa a una pubblica udienza, dove le parti potranno discutere ampiamente le loro tesi prima che venga emessa la sentenza finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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