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Contratti PA: no a proroghe senza impegno di spesa

Una casa di cura ha fornito servizi a un Comune dopo la scadenza della convenzione, chiedendone il pagamento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che nei contratti PA la prestazione di un servizio non è sufficiente per creare un obbligo di pagamento. È indispensabile un contratto scritto e un formale impegno di spesa preventivo, principi inderogabili a tutela delle finanze pubbliche. La cosiddetta “proroga di fatto” o la tolleranza dell’ente non possono superare queste rigide regole.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratti PA: Nessun Pagamento Senza Rinnovo Scritto e Impegno di Spesa

Lavorare con la Pubblica Amministrazione richiede un’attenzione scrupolosa alle procedure formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la semplice erogazione di un servizio non è sufficiente per pretendere un pagamento se i contratti PA non sono stati formalmente rinnovati. Questo caso evidenzia i rischi che un’azienda corre nel proseguire un rapporto contrattuale scaduto, anche se in apparente accordo con l’ente pubblico.

I Fatti del Caso

Una casa di cura ha continuato a fornire prestazioni di assistenza e ricovero per anziani a un Comune anche dopo la scadenza della convenzione originaria, avvenuta nel 2005. Per le prestazioni rese nel 2009, la struttura ha richiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo. Il Comune si è opposto, sostenendo che, in assenza di un contratto valido e di un formale impegno di spesa, nessun pagamento fosse dovuto. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al Comune, revocando il decreto ingiuntivo. La casa di cura ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’esistenza di una proroga provvisoria del contratto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della casa di cura, confermando le sentenze precedenti. Ha stabilito che, per i contratti PA, l’obbligo di pagamento sorge solo in presenza di due requisiti inderogabili: l’esistenza di un contratto in forma scritta e la preventiva adozione di una specifica delibera di impegno della spesa, con attestazione della copertura finanziaria. La mancanza di questi elementi rende la richiesta di pagamento infondata, indipendentemente dal fatto che le prestazioni siano state effettivamente eseguite.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Corte si basa su principi consolidati in materia di contabilità pubblica, volti a garantire la trasparenza e il controllo della spesa.

Il Rigido Formalismo dei Contratti PA

La Corte ha ribadito che l’attività della Pubblica Amministrazione che comporta una spesa è sempre soggetta a un duplice vincolo. In primo luogo, deve esistere un atto scritto che formalizzi l’accordo. In secondo luogo, l’ente deve aver approvato un formale impegno di spesa, registrandolo nel proprio bilancio. Queste regole non ammettono deroghe e servono a prevenire spese non autorizzate e a garantire che ogni esborso abbia una copertura finanziaria certa. La tolleranza dell’ente o il pagamento di precedenti fatture non possono sanare la mancanza di questi requisiti formali.

L’Inefficacia della Proroga di Fatto nei Contratti PA

La casa di cura sosteneva che una clausola della convenzione originaria, che prevedeva la continuità del servizio fino al rinnovo, e le norme regionali giustificassero una proroga. La Cassazione ha respinto questa tesi. Ha chiarito che le proroghe dei contratti PA sono generalmente vietate. L’unica eccezione è la cosiddetta “proroga tecnica”, un istituto con presupposti rigorosi (come l’imminente conclusione di una nuova gara) che non erano presenti in questo caso, dato che il contratto era scaduto da anni. Una clausola contrattuale non può prevalere sulle norme imperative di finanza pubblica.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito cruciale per tutte le imprese che operano con il settore pubblico. La fiducia basata su accordi verbali o su prassi consolidate non ha alcun valore legale. Per avere diritto al corrispettivo, è essenziale assicurarsi che il contratto sia stato formalmente rinnovato per iscritto e che l’ente pubblico abbia adottato un regolare impegno di spesa. Proseguire un servizio dopo la scadenza contrattuale, senza queste garanzie formali, espone l’impresa al gravissimo rischio di non essere pagata, anche se le prestazioni sono state eseguite a regola d’arte.

È possibile ottenere il pagamento per servizi resi a una Pubblica Amministrazione dopo la scadenza del contratto?
No, la sentenza chiarisce che il pagamento non è dovuto se manca un contratto valido in forma scritta e un formale e preventivo impegno di spesa da parte dell’ente, anche se il servizio è stato effettivamente reso.

Una clausola contrattuale che prevede la continuità del servizio è sufficiente a garantire una proroga valida del contratto?
No, una tale clausola non può superare le norme imperative di finanza pubblica che vietano il rinnovo tacito o la proroga di fatto dei contratti. Le proroghe sono ammesse solo in casi eccezionali e rigorosamente disciplinati, come la “proroga tecnica”.

Cosa si intende per “impegno di spesa” e perché è fondamentale nei contratti PA?
L’impegno di spesa è l’atto contabile formale con cui la Pubblica Amministrazione destina una somma specifica del proprio bilancio a una determinata obbligazione. È fondamentale perché rappresenta la garanzia della copertura finanziaria e rende l’obbligazione giuridicamente vincolante per l’ente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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