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Contratti PA: illegittimità non dà diritto a CCNL

Un veterinario, assunto da un’azienda sanitaria pubblica con una serie di contratti PA a progetto, ha chiesto di ottenere il trattamento economico previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (A.C.N.) per i medici convenzionati. La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche se l’uso di tali contratti fosse illegittimo perché volti a coprire esigenze strutturali anziché temporanee, ciò non conferisce automaticamente il diritto ai benefici economici di un diverso quadro contrattuale. Il principio di formalità che regola i rapporti con la Pubblica Amministrazione impedisce l’applicazione diretta di un accordo collettivo a un rapporto non formalmente costituito come tale. La richiesta del lavoratore è stata quindi respinta.

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Contratti PA: No al CCNL se il Rapporto è Illegittimo

La gestione dei rapporti di lavoro e collaborazione con la Pubblica Amministrazione è un terreno complesso, governato da regole stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento cruciale sull’uso dei contratti PA a progetto, stabilendo che la loro illegittimità non conferisce automaticamente al lavoratore il diritto di vedersi applicato un Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) previsto per un’altra tipologia di rapporto. Analizziamo questa importante decisione.

Il Caso: Un Veterinario e i Contratti a Progetto con la Sanità Pubblica

Un medico veterinario aveva lavorato per diversi anni per un’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) sulla base di contratti di diritto privato a tempo determinato, finalizzati all’attuazione di specifici progetti di sanità animale. Nonostante i contratti fossero formalmente di natura autonoma e legati a progetti, il professionista sosteneva che, di fatto, il suo rapporto avesse le caratteristiche di un lavoro continuativo e coordinato, volto a sopperire a carenze strutturali di personale dell’ente.

Dalla Collaborazione alla Richiesta di Equiparazione

Con il passare degli anni, il rapporto è stato infine stabilizzato con un contratto a tempo indeterminato in regime convenzionale. Tuttavia, per il periodo precedente, il veterinario ha agito in giudizio per ottenere il riconoscimento del trattamento economico previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (A.C.N.) dei medici convenzionati. La Corte d’Appello gli aveva dato ragione, riqualificando il rapporto come parasubordinato e ritenendo applicabile la normativa collettiva per via interpretativa.

La Decisione della Cassazione sui Contratti PA

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione d’appello, accogliendo il ricorso dell’Azienda Sanitaria. Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su due pilastri fondamentali: l’irrilevanza della riqualificazione del rapporto ai fini dell’applicazione di un CCNL diverso e il principio di formalità nei rapporti con la PA.

L’Illegittimità del Contratto non Comporta l’Applicazione di un Altro CCNL

Il punto centrale della sentenza è che l’illegittimità di un contratto non ne causa la “conversione” automatica in un altro. La Cassazione ha confermato che l’ASP aveva utilizzato i contratti PA a progetto in modo improprio, per fronteggiare esigenze non temporanee ma stabili. Tuttavia, questo abuso non può avere come conseguenza l’applicazione delle norme economiche di un A.C.N. che disciplina un rapporto completamente diverso, quello “convenzionale”, che presuppone un’instaurazione formale.

Il Principio di Formalità nei Rapporti con la Pubblica Amministrazione

La Corte ha ribadito che i rapporti di lavoro con la Pubblica Amministrazione sono dominati da un principio di formalità. La stipula di una “convenzione” ai sensi della normativa sanitaria richiede un procedimento specifico e una forma scritta ad substantiam. Non è possibile, quindi, che un giudice estenda le tutele di quel rapporto a un soggetto che non ha mai stipulato formalmente una convenzione. La riqualificazione del rapporto come parasubordinato non è sufficiente a superare questo scoglio formale.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sul rigido principio di formalità che governa i rapporti di impiego e collaborazione con la Pubblica Amministrazione. Pur riconoscendo che l’azienda sanitaria aveva utilizzato illegittimamente contratti a progetto per coprire esigenze di personale permanenti e strutturali, la Corte ha chiarito che tale illegittimità non trasforma automaticamente il rapporto in un’altra tipologia formalmente regolamentata, come il “rapporto convenzionale”. L’Accordo Collettivo Nazionale (A.C.N.) per i veterinari, e in particolare le sue norme transitorie, si applica esclusivamente ai rapporti già formalmente costituiti come “convenzioni”. Applicarlo a un tipo di contratto diverso, anche se successivamente riqualificato da un giudice come parasubordinato, violerebbe il requisito di una procedura scritta specifica per la costituzione di tali accordi. La Corte ha sottolineato che un giudice non può sostituire un quadro contrattuale diverso da quello scelto dalle parti, anche se viziato.

le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio cruciale riguardo ai contratti PA illegittimi: il rimedio per il lavoratore non è l’applicazione di un contratto collettivo più favorevole previsto per un’altra tipologia contrattuale. Invece, i rimedi disponibili si limitano a una richiesta di risarcimento danni o a un’azione per ingiustificato arricchimento, qualora ne sussistano le condizioni. Questa pronuncia rafforza la distinzione tra la forma del contratto pubblico e la sostanza della prestazione lavorativa, evidenziando che nel pubblico impiego la forma è di primaria importanza. I lavoratori coinvolti in collaborazioni impropriamente strutturate con enti pubblici non possono aspettarsi di essere automaticamente inquadrati in uno schema formale diverso e più protettivo, ma devono cercare tutela attraverso altre specifiche vie legali.

Se una Pubblica Amministrazione utilizza un contratto a progetto in modo illegittimo per coprire esigenze stabili, il lavoratore ha diritto al trattamento economico di un altro contratto collettivo (es. A.C.N.)?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’illegittimità nell’uso di una forma contrattuale non conferisce automaticamente al lavoratore il diritto di vedersi applicato il trattamento economico e normativo previsto da un contratto collettivo per una diversa tipologia di rapporto.

Perché non si può applicare l’Accordo Collettivo Nazionale (A.C.N.) a un rapporto di fatto simile a quello “convenzionato”?
Perché i rapporti con la Pubblica Amministrazione sono governati da un rigido principio di formalità. L’instaurazione di un “rapporto convenzionale” richiede un apposito procedimento e una forma scritta specifica. Un giudice non può estendere le tutele di quel rapporto a un contratto di natura diversa, anche se quest’ultimo è stato usato in modo abusivo.

Quali tutele ha un lavoratore il cui contratto con la Pubblica Amministrazione è ritenuto illegittimo?
Il lavoratore non può ottenere la conversione del rapporto o l’applicazione di un diverso CCNL. Può, tuttavia, chiedere il risarcimento del danno subito a causa dell’illegittimità del contratto o, se ne ricorrono i presupposti, agire per ingiustificato arricchimento (art. 2041 c.c.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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