LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Contratti a termine PA: illegittimi senza causale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente pubblico, confermando l’illegittimità della reiterazione di contratti a termine stipulati con alcuni lavoratori. La sentenza chiarisce che il finanziamento tramite progetti regionali non è sufficiente a giustificare i contratti a termine PA se le mansioni svolte, come trasporto scolastico e manutenzione del verde, rispondono a esigenze stabili e non temporanee dell’ente. Ai lavoratori è stato riconosciuto il risarcimento del danno, ma non la conversione del rapporto di lavoro, come previsto per il settore pubblico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Contratti a termine PA: illegittimi senza una vera causale temporanea

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha consolidato un principio fondamentale in materia di contratti a termine PA: la semplice esistenza di un finanziamento regionale per progetti occupazionali non è sufficiente a giustificare una catena di contratti a tempo determinato. È sempre necessaria una causale concreta e genuinamente temporanea, la cui assenza configura un abuso che deve essere risarcito. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Contratti Reiterati per Esigenze Permanenti

Un gruppo di lavoratori aveva prestato servizio per un Ente Municipale per diversi anni, svolgendo mansioni quali autista di scuolabus e giardiniere, attraverso una successione di contratti di lavoro a tempo determinato. L’Ente giustificava questa prassi sostenendo che i contratti rientravano in specifici “progetti comunali di sviluppo finalizzati all’occupazione”, finanziati da una legge regionale.

I lavoratori, ritenendo che le loro mansioni rispondessero in realtà a esigenze ordinarie e permanenti dell’amministrazione, hanno agito in giudizio per far dichiarare l’illegittimità dei termini apposti ai loro contratti, chiedendo la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato e il risarcimento del danno.

La Corte d’Appello, in sede di rinvio, aveva dato parzialmente ragione ai lavoratori: pur negando la conversione del rapporto (vietata nel pubblico impiego dall’art. 36 del D.Lgs. 165/2001), aveva dichiarato la nullità dei termini e condannato l’Ente a un risarcimento del danno per l’abusiva reiterazione dei contratti.

L’Ente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, insistendo sulla legittimità del proprio operato in virtù della normativa regionale.

Le Motivazioni: La Centralità della Causale Effettiva nei Contratti a termine PA

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso dell’Ente, fornendo chiarimenti cruciali sulla disciplina dei contratti a termine PA. I giudici hanno stabilito che la normativa nazionale ed europea impone una verifica rigorosa e concreta delle ragioni che giustificano l’apposizione di un termine a un contratto di lavoro.

Il Principio di Causalità e Temporaneità

Il fulcro della decisione risiede nel principio secondo cui una legge regionale, pur finalizzata a promuovere l’occupazione, non può creare una deroga alle norme fondamentali che regolano il contratto di lavoro. L’adozione di “specifici progetti” deve essere coordinata con il rispetto della regola di causalità e temporaneità delle esigenze.

La Corte ha specificato che non basta un’astratta riconducibilità del contratto a un progetto finanziato. Il datore di lavoro pubblico deve dimostrare che le mansioni richieste rispondono a esigenze effettivamente temporanee e non a bisogni stabili e durevoli dell’amministrazione. Nel caso di specie, servizi come il trasporto scolastico e la manutenzione del verde pubblico sono stati qualificati come istituzionali e privi del necessario carattere di temporaneità.

L’Irrilevanza della Finalità Occupazionale come Ragione Oggettiva

Un altro punto cardine è che l’incentivo all’occupazione, sebbene sia una finalità di politica sociale lodevole, non costituisce di per sé una “ragione oggettiva” ai sensi della Direttiva 1999/70/CE, tale da giustificare la successione di contratti a termine. Anzi, la Corte ha osservato che tale finalità sarebbe meglio perseguita, e in modo più incisivo, attraverso l’instaurazione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

Le Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

La decisione della Cassazione rafforza la tutela dei lavoratori precari nel settore pubblico, ribadendo che la Pubblica Amministrazione non può utilizzare strumentalmente la forma del contratto a termine per coprire fabbisogni di personale stabili e permanenti. La sentenza ha importanti implicazioni pratiche:

1. Onere della Prova: Spetta sempre al datore di lavoro pubblico dimostrare in concreto la sussistenza di una causale temporanea, specifica e reale. Il mero richiamo a un progetto o a una legge regionale non è sufficiente.
2. Tutela Risarcitoria: In assenza di una causale legittima, il lavoratore ha diritto a un risarcimento del danno per l’abuso subito. Questo rappresenta la sanzione per la violazione delle norme imperative, pur in assenza della conversione del rapporto.
3. Coerenza con il Diritto UE: La Corte si allinea pienamente con la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, che interpreta la Direttiva 1999/70/CE nel senso di prevenire e sanzionare efficacemente l’abuso derivante dall’utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato.

È sufficiente che un contratto a termine nella PA sia finanziato da un progetto regionale per essere considerato legittimo?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mera riconducibilità formale a un progetto finanziato non è sufficiente. È sempre necessaria una verifica concreta per accertare che le esigenze lavorative siano effettivamente temporanee e non rispondano a bisogni stabili e permanenti dell’ente.

L’obiettivo di promuovere l’occupazione può giustificare la reiterazione di contratti a termine nel pubblico impiego?
No. Secondo la Corte, le finalità di politica sociale, come l’incentivo all’occupazione, non costituiscono una “ragione oggettiva” che possa giustificare una deroga alle tutele previste dalla normativa europea e nazionale contro l’abuso dei contratti a termine.

In caso di reiterazione illegittima di contratti a termine, il lavoratore pubblico ha diritto alla conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato?
No. L’ordinamento vieta la conversione automatica dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato nel settore pubblico. Al lavoratore spetta, tuttavia, il risarcimento del danno per l’abuso subito a causa della successione illegittima dei contratti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati