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Contratti a termine fondazioni liriche: No conversione

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una ballerina impiegata per vent’anni da una fondazione lirica tramite una serie di contratti a termine. La lavoratrice chiedeva la conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato a causa dell’abuso nella reiterazione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che per i contratti a termine nelle fondazioni liriche, la normativa speciale prevale, escludendo la conversione e prevedendo unicamente il risarcimento del danno come sanzione per l’illegittimità, in linea con i principi delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratti a Termine Fondazioni Liriche: la Cassazione Nega la Conversione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di contratti a termine nelle fondazioni liriche. Nonostante la natura privatistica di tali enti, la normativa speciale che li governa esclude la possibilità di convertire un rapporto di lavoro a termine, seppur illegittimo, in uno a tempo indeterminato. L’unica tutela per il lavoratore rimane il risarcimento del danno. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una ballerina che ha lavorato per circa vent’anni presso una nota fondazione lirico-sinfonica in virtù di numerosi contratti a tempo determinato. La lavoratrice ha adito il Tribunale sostenendo l’invalidità di tali contratti per superamento della durata massima e per l’assenza di una clausola giustificativa valida. La sua richiesta principale era l’accertamento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, con la conseguente riammissione in servizio.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto il ricorso, dichiarando illegittimi i contratti stipulati a partire dal 2019 e condannando la fondazione a un risarcimento pari a sei mensilità. In seguito all’appello di entrambe le parti, la Corte d’Appello ha escluso la possibilità di conversione del rapporto, ma ha riconosciuto la natura abusiva della reiterazione dei contratti, aumentando l’indennità risarcitoria a dodici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto.

La Questione dei Contratti a Termine nelle Fondazioni Liriche

La lavoratrice ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basando le sue doglianze sulla presunta violazione delle norme che regolano il lavoro privato e del diritto dell’Unione Europea. Sostanzialmente, la ricorrente riteneva che, essendo le fondazioni liriche enti di diritto privato, dovesse applicarsi la sanzione tipica del settore privato: la conversione del contratto a termine illegittimo in un contratto a tempo indeterminato.

La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato il ricorso, aderendo pienamente all’orientamento consolidato delle sue Sezioni Unite (in particolare, la sentenza n. 5542/2023). La decisione si fonda su una distinzione fondamentale tra la disciplina generale del lavoro privato e quella, speciale e derogatoria, prevista per le fondazioni lirico-sinfoniche.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha chiarito che, sebbene le fondazioni liriche abbiano natura giuridica privata, sono soggette a vincoli di stampo pubblicistico volti a tutelare interessi generali, come la diffusione dell’arte e la sostenibilità dei bilanci. Questi vincoli includono divieti di assunzione e l’obbligo di procedure concorsuali per l’instaurazione di rapporti di lavoro stabili. Tali norme, definite ‘imperative’, rendono nullo qualsiasi contratto che le violi.

Di conseguenza, la ‘conversione’ del rapporto, sia quella civilistica generale sia quella specifica del diritto del lavoro, non può operare. La conversione presuppone infatti che l’atto nullo possa produrre gli effetti di un altro contratto valido. In questo caso, un contratto a tempo indeterminato stipulato senza le necessarie procedure concorsuali sarebbe a sua volta nullo. Pertanto, l’ordinamento vieta la conversione per impedire l’elusione delle norme imperative sulle assunzioni.

La Cassazione ha inoltre respinto la tesi della discriminazione rispetto ai lavoratori del settore privato puro. Le due situazioni non sono comparabili, proprio a causa dei precisi vincoli (divieti di assunzione, obblighi concorsuali) imposti al datore di lavoro nel settore lirico-sinfonico, vincoli del tutto assenti nel privato.

Infine, la Corte ha ribadito che il risarcimento del danno, commisurato fino a un massimo di 12 mensilità, costituisce una sanzione effettiva, proporzionata e dissuasiva, in linea con quanto richiesto dalla Direttiva europea 1999/70/CE sull’abuso dei contratti a termine. L’Unione Europea, infatti, non impone la conversione come unica sanzione possibile, lasciando agli Stati membri la scelta della misura più appropriata.

Conclusioni

La decisione in commento consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza per i contratti a termine nelle fondazioni liriche. Viene confermato che la tutela del lavoratore in caso di abuso non passa attraverso la stabilizzazione del rapporto, ma si concretizza nel diritto a un’indennità risarcitoria. Questa peculiarità deriva dalla natura ibrida di tali enti, soggetti privati ma perseguitati da finalità pubblicistiche che impongono un regime derogatorio rispetto al diritto comune del lavoro, specialmente per quanto riguarda le procedure di assunzione. I lavoratori del settore devono quindi essere consapevoli che, in caso di reiterazione abusiva di contratti a termine, la strada percorribile è quella della richiesta di risarcimento del danno, e non quella della conversione del rapporto di lavoro.

Perché un contratto a termine illegittimo con una fondazione lirica non viene convertito in un contratto a tempo indeterminato?
La conversione è esclusa perché le fondazioni liriche sono soggette a norme imperative di carattere pubblicistico che impongono procedure concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato. Un contratto a tempo indeterminato che nascesse dalla conversione di uno a termine, senza aver seguito tali procedure, sarebbe a sua volta nullo. Pertanto, per non eludere queste norme, la legge non consente la conversione.

Quale tutela ha un lavoratore in caso di abuso nella successione di contratti a termine con una fondazione lirica?
La tutela prevista dall’ordinamento è esclusivamente di tipo risarcitorio. Il lavoratore ha diritto a un’indennità onnicomprensiva commisurata tra un minimo e un massimo di mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, come stabilito dalla legge e confermato dalla giurisprudenza. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva liquidato 12 mensilità.

Il diverso trattamento tra lavoratori delle fondazioni liriche e lavoratori del settore privato costituisce una discriminazione?
No, secondo la Corte di Cassazione non si tratta di discriminazione. Le due situazioni non sono comparabili a causa della specialità della disciplina applicabile alle fondazioni liriche. Queste ultime hanno precisi vincoli legali (divieti di assunzioni, obbligo di procedure formali, etc.) che non esistono per i datori di lavoro del settore privato puro, giustificando così un trattamento differenziato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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