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Contraddittorio processo cartolare: la Cassazione decide

Una lavoratrice si è vista rigettare l’appello dopo che la controparte si è costituita in giudizio il giorno stesso dell’udienza virtuale, senza che le fosse data la possibilità di replica. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione per violazione del principio del contraddittorio nel processo cartolare, stabilendo che il giudice deve sempre garantire il diritto di difesa, anche concedendo nuovi termini per le repliche.

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Contraddittorio nel processo cartolare: la difesa tardiva non può compromettere il diritto di replica

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento: il diritto al contraddittorio nel processo cartolare deve essere sempre garantito, anche di fronte a una costituzione tardiva della controparte. La decisione di un giudice non può basarsi su difese a cui l’altra parte non ha avuto la possibilità di replicare, pena la nullità della sentenza. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I fatti di causa: la costituzione in giudizio il giorno dell’udienza

Una lettrice universitaria, in causa con il proprio ateneo per questioni retributive, proponeva appello avverso la sentenza di primo grado. La Corte d’Appello fissava un’udienza da svolgersi con la modalità della trattazione scritta, o ‘rito cartolare’, una procedura che sostituisce l’udienza fisica con lo scambio telematico di note conclusive.

Fino al giorno fissato per l’udienza, l’Università appellata non si era ancora costituita in giudizio. A sorpresa, proprio in quella data, l’ateneo depositava la propria memoria difensiva. La Corte d’Appello, senza concedere alla lavoratrice un termine per poter replicare alle argomentazioni avversarie, rigettava de plano l’appello e la condannava al pagamento delle spese legali. La lavoratrice, sentendosi privata del suo diritto di difesa, ricorreva in Cassazione, lamentando la violazione del principio del contraddittorio.

La tutela del contraddittorio nel processo cartolare

Il cuore della questione ruota attorno alla compatibilità tra la costituzione tardiva e le regole del processo cartolare. Se da un lato la costituzione avvenuta prima che la causa sia trattenuta in decisione è formalmente ammissibile (pur comportando delle preclusioni), dall’altro lato il suo verificarsi il giorno stesso dell’udienza ‘virtuale’ crea uno sbilanciamento.

La ricorrente sosteneva che la decisione immediata della Corte d’Appello le aveva impedito di controdedurre e difendersi rispetto alle argomentazioni avversarie, violando così il suo diritto a un giusto processo, sancito dall’art. 111 della Costituzione. Il contraddittorio nel processo cartolare non può essere sacrificato in nome della celerità.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della lavoratrice, ritenendo fondata la censura sulla violazione del contraddittorio. I giudici hanno chiarito che, sebbene la costituzione dell’Università non fosse irrituale, il giudice d’appello aveva il dovere di salvaguardare il corretto svolgimento del processo.

Quando una parte introduce nuove difese, specialmente in una fase così avanzata e in un contesto ‘cartolare’ dove non c’è un’interlocuzione diretta, il giudice deve intervenire per ripristinare l’equilibrio processuale. La Corte ha affermato che il giudice avrebbe dovuto adottare provvedimenti idonei, come la concessione di un termine a difesa alla parte appellante per presentare le proprie repliche. L’aver deciso la causa immediatamente ha alterato la fase decisionale, consentendo l’ingresso di difese rimaste unilateralmente prive di risposta.

La Cassazione ha sottolineato che il mancato governo del processo da parte del giudice, che non assicura il contraddittorio, determina un vizio di nullità della sentenza. Questo perché viene meno lo scopo stesso del processo: garantire un confronto paritario tra le parti prima della decisione.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché decida nuovamente la controversia sanando il vizio processuale. Il principio di diritto che emerge è chiaro e di fondamentale importanza: nel processo civile, anche quando si svolge con modalità telematiche e cartolari, il principio del contraddittorio è inviolabile. Il giudice ha il potere e il dovere di assicurare che ogni parte possa effettivamente dialogare con le argomentazioni avversarie, anche a costo di concedere rinvii o nuovi termini. La celerità del giudizio non può mai prevalere sul diritto fondamentale alla difesa.

È valida la costituzione in giudizio di una parte il giorno stesso dell’udienza ‘cartolare’?
Sì, la Corte afferma che la costituzione, anche se tardiva, non è di per sé irrituale se avviene prima che la causa sia trattenuta in decisione. Tuttavia, essa fa scattare preclusioni a carico della parte tardiva e impone al giudice di tutelare il diritto di replica della controparte.

Cosa deve fare il giudice se una parte si costituisce tardivamente nel processo cartolare presentando nuove difese?
Il giudice ha il dovere di salvaguardare il contraddittorio. Deve quindi adottare provvedimenti opportuni, come concedere un termine alla controparte per depositare note di replica, al fine di assicurare un corretto e paritario svolgimento del processo.

Qual è la conseguenza della violazione del contraddittorio in questo caso?
La conseguenza è la nullità della sentenza. Decidere la causa senza permettere a una parte di replicare alle difese introdotte tardivamente dall’altra altera la fase decisionale e viola il diritto di difesa, portando alla cassazione del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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