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Contestazione saldo conto corrente: onere della prova

La Corte di Cassazione analizza un caso di opposizione a decreto ingiuntivo per un debito su conto corrente. Il punto centrale riguarda la contestazione del saldo iniziale, derivante da conti precedenti. La Corte stabilisce che tale contestazione, per essere valida, deve essere sollevata tempestivamente, al massimo entro la prima memoria istruttoria. Una contestazione tardiva non fa sorgere l’onere probatorio a carico della banca di dimostrare l’origine del saldo. Di conseguenza, la Corte accoglie il ricorso della società creditrice, annullando la decisione di merito che aveva ritenuto tardiva la produzione documentale della banca a fronte di una contestazione tardiva dei debitori.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contestazione saldo conto corrente: quando la contestazione è tardiva?

La contestazione del saldo di un conto corrente è un diritto fondamentale del cliente, ma il suo esercizio è soggetto a precisi limiti temporali processuali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito in modo definitivo i termini entro cui sollevare obiezioni, specialmente quando il saldo iniziale di un conto deriva da rapporti bancari precedenti. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I fatti di causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito nei confronti di una società e dei suoi fideiussori per un debito derivante da uno scoperto di conto corrente e un conto anticipi. I fideiussori si opponevano al decreto, contestando inizialmente l’illegittima capitalizzazione trimestrale degli interessi e l’addebito di commissioni non dovute.

L’ampliamento della contestazione e le decisioni di merito

Nel corso del giudizio di primo grado, e precisamente con la seconda memoria prevista dall’art. 183 c.p.c., i fideiussori ampliavano le loro difese. Essi introducevano una nuova questione: la contestazione del saldo conto corrente iniziale, sostenendo che derivasse dal trasferimento dei saldi passivi di quattro conti correnti precedenti, dei quali la banca non aveva fornito la documentazione completa.

Il Tribunale accoglieva solo parzialmente l’opposizione. La Corte d’Appello, invece, riformava la decisione, accogliendo pienamente le ragioni dei fideiussori. Secondo i giudici di secondo grado, l’onere probatorio di dimostrare la correttezza del saldo iniziale, formatosi con l’apporto di conti precedenti, gravava sulla banca. In assenza di tale prova, il calcolo doveva partire da un saldo zero, con il risultato di un credito a favore del correntista.

La contestazione del saldo conto corrente secondo la Cassazione

La società cessionaria del credito ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme processuali. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, fornendo un’interpretazione cruciale sui tempi della contestazione del saldo conto corrente.

Il principio affermato è che, sebbene il correntista abbia il diritto di contestare ogni posta del conto, inclusa quella iniziale derivante da un precedente rapporto, tale contestazione deve avvenire nel rispetto delle preclusioni processuali. L’oggetto del giudizio (thema decidendum) si definisce con gli atti introduttivi e, al più tardi, con la prima memoria ex art. 183 c.p.c., dedicata alla precisazione e modificazione delle domande ed eccezioni.

Introdurre la contestazione sul saldo dei conti precedenti solo con la seconda memoria, destinata alle richieste di prova, è stato ritenuto tardivo. Tale memoria non può essere utilizzata per ampliare l’oggetto della controversia.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che l’onere della banca di produrre la documentazione completa dei conti precedenti sorge solo a fronte di una contestazione specifica e, soprattutto, tempestiva da parte del correntista. Se la contestazione è tardiva, come nel caso di specie, la questione non entra a far parte del thema decidendum e il giudice non può esaminarla.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha errato nel ritenere che la banca dovesse provare la legittimità del saldo iniziale. La contestazione, essendo stata sollevata oltre i termini perentori, era inammissibile. La mancata produzione degli estratti conto dei rapporti precedenti da parte della banca non poteva quindi avere alcuna conseguenza negativa per quest’ultima, poiché la relativa prova non era stata richiesta tempestivamente.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale di rigore processuale. I correntisti e i loro legali devono essere estremamente attenti a sollevare tutte le eccezioni e le contestazioni fin dall’atto introduttivo del giudizio o, al più tardi, con la prima memoria istruttoria. Attendere un momento successivo per introdurre nuove questioni, come la contestazione del saldo iniziale derivante da altri conti, comporta l’inammissibilità della contestazione stessa, con la conseguenza che il saldo riportato dalla banca verrà considerato come non contestato. La decisione sottolinea come il rispetto dei termini processuali sia essenziale per la tutela efficace dei propri diritti.

È possibile contestare un saldo negativo iniziale di un conto corrente che deriva da un rapporto precedente?
Sì, è possibile. L’estratto conto che inizia con un saldo negativo di un rapporto precedente non è di per sé incompleto, ma la sua veridicità può essere oggetto di contestazione da parte del correntista.

Qual è il termine ultimo per contestare il saldo iniziale di un conto corrente in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo?
La contestazione deve essere sollevata in modo tempestivo, ovvero nell’atto di opposizione o, al più tardi, con la prima memoria ex art. 183, comma 6, n. 1 c.p.c., che serve a precisare e modificare domande ed eccezioni. Sollevarla con la seconda memoria, dedicata alle prove, è considerato tardivo.

Su chi ricade l’onere della prova se il correntista contesta tempestivamente il saldo negativo iniziale?
Se la contestazione è specifica e tempestiva, scatta l’obbligo per la banca di fornire la prova della correttezza di quella posta. Tale prova consiste, di regola, nella produzione degli estratti conto del rapporto precedente da cui risulta il saldo negativo trasferito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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