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Consulenza tecnica collegiale: obbligo post Gelli-Bianco

La Corte di Cassazione stabilisce che l’obbligo di una consulenza tecnica collegiale, introdotto dalla legge Gelli-Bianco, si applica a tutti i giudizi di merito sulla responsabilità sanitaria iniziati dopo la sua entrata in vigore. Questo vale anche se una consulenza tecnica preventiva (ATP) con un singolo perito era stata completata prima. La mancata nomina di un collegio di esperti costituisce una violazione di una norma processuale inderogabile, che causa la nullità della sentenza basata su tale consulenza.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Consulenza Tecnica Collegiale: Un Obbligo Ineludibile nei Giudizi di Responsabilità Sanitaria

L’introduzione della Legge Gelli-Bianco (L. n. 24/2017) ha segnato una svolta epocale nella gestione del contenzioso per responsabilità sanitaria in Italia. Uno dei pilastri di questa riforma è l’articolo 15, che ha reso obbligatoria la nomina di una consulenza tecnica collegiale nei procedimenti giudiziari. Con la sentenza n. 15594/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sulla sua applicazione, stabilendo principi inderogabili anche per i casi a cavallo dell’entrata in vigore della legge.

I Fatti: Un Caso di Presunta Malasanità e il Dilemma Procedurale

Il caso trae origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dai familiari di una paziente deceduta a seguito di complicazioni mediche. I parenti sostenevano che il decesso fosse imputabile a un negligente operato dei sanitari di una struttura ospedaliera. Prima di avviare la causa di merito, era stato esperito un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) ai fini conciliativi, come previsto dall’art. 696-bis c.p.c. Tale procedimento si era concluso con una perizia, redatta da un unico medico legale, che escludeva profili di responsabilità.

Il punto cruciale è la scansione temporale: l’ATP era stato avviato e concluso prima del 1° aprile 2017, data di entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco. La causa di merito, invece, veniva introdotta successivamente. I familiari, ritenendo la perizia dell’ATP errata e incompleta, chiedevano nel nuovo giudizio la rinnovazione della consulenza, questa volta nel rispetto della nuova legge, ovvero con la nomina di un collegio peritale composto da un medico legale e da uno specialista della materia. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano tale richiesta, ritenendo sufficiente la perizia già acquisita.

La Decisione della Cassazione e l’Applicazione della Consulenza Tecnica Collegiale

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso dei familiari. Il cuore della decisione risiede nell’applicazione del principio tempus regit actum (l’atto è regolato dalla legge del tempo in cui è compiuto). La Corte ha chiarito che, sebbene l’ATP e il successivo giudizio di merito siano funzionalmente collegati, costituiscono due procedimenti strutturalmente distinti.

Di conseguenza, il momento determinante per stabilire la legge processuale applicabile alla consulenza tecnica nel giudizio di merito è l’inizio di quest’ultimo. Poiché la causa di merito era iniziata dopo l’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco, il giudice aveva l’obbligo di applicare l’art. 15, che impone la nomina di una consulenza tecnica collegiale.

La Distinzione tra ATP e Giudizio di Merito

La Cassazione sottolinea che l’ATP, pur avendo una funzione istruttoria anticipata, persegue anche uno scopo conciliativo e deflattivo del contenzioso. Il giudizio di merito, al contrario, è finalizzato a una decisione sulla controversia. La natura distinta dei due procedimenti implica che le regole processuali applicabili sono quelle vigenti al momento del loro rispettivo avvio. Pertanto, la validità della consulenza svolta nell’ATP secondo le vecchie regole non esime il giudice del merito dall’osservare le nuove disposizioni, ormai inderogabili.

Le Motivazioni: Perché la Consulenza Tecnica Collegiale è Inderogabile

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando la ratio dell’art. 15 della Legge Gelli-Bianco. La norma non è una mera formalità, ma una disposizione processuale inderogabile, posta a garanzia della correttezza e completezza dell’accertamento tecnico in una materia così delicata e complessa come la responsabilità sanitaria. Il legislatore ha predeterminato che, per una valutazione adeguata, sia indispensabile l’apporto congiunto di un medico legale e di almeno uno specialista del settore specifico (nel caso di specie, un pneumologo o un chirurgo toracico).

L’inosservanza di tale requisito non è una scelta discrezionale del giudice, ma costituisce una violazione di legge che inficia la validità della consulenza e, di conseguenza, della sentenza che su di essa si fonda. La mancata osservanza del requisito di collegialità è, quindi, causa di nullità della sentenza. I giudici di merito, rigettando la richiesta di rinnovazione della CTU, hanno erroneamente disatteso una norma processuale fondamentale, rendendo le loro sentenze nulle.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Pazienti

La sentenza n. 15594/2025 stabilisce due principi di diritto di fondamentale importanza:
1. Obbligo di Applicazione: L’art. 15 della Legge Gelli-Bianco si applica a tutti i giudizi di merito iniziati dopo la sua entrata in vigore, indipendentemente dal fatto che sia stata precedentemente espletata una ATP con le vecchie regole. In questi casi, il giudice del merito ha l’obbligo di rinnovare la consulenza affidandola a un collegio di esperti.
2. Nullità della Sentenza: L’inosservanza del requisito di necessaria collegialità della consulenza tecnica è causa di nullità della sentenza che si basa su di essa, per violazione di una norma processuale inderogabile.

Questa pronuncia rafforza le tutele per i pazienti, garantendo che le valutazioni tecniche in cause di responsabilità medica siano condotte con il massimo rigore scientifico e multidisciplinare. Per gli operatori del diritto, essa impone una vigilanza costante sul rispetto delle nuove regole procedurali, poiché la loro violazione può comportare l’annullamento dell’intero giudizio.

La legge Gelli-Bianco si applica a un giudizio iniziato dopo la sua entrata in vigore, se l’accertamento tecnico preventivo (ATP) era stato fatto prima?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il procedimento di merito e l’ATP sono distinti. Le regole procedurali da applicare nel giudizio di merito sono quelle in vigore al momento del suo inizio, pertanto l’art. 15 della Legge Gelli-Bianco, che impone la consulenza collegiale, deve essere rispettato.

Cosa succede se il giudice non nomina un collegio di consulenti come previsto dalla legge Gelli-Bianco?
L’inosservanza del requisito di necessaria collegialità della consulenza tecnica costituisce una violazione di una norma processuale inderogabile. Tale violazione determina la nullità della sentenza che sia stata resa sulla base di quella consulenza irregolare.

Il giudice può ritenere sufficiente la perizia di un solo medico legale in un caso di responsabilità sanitaria dopo la legge Gelli-Bianco?
No. La legge ha introdotto un requisito cogente e non derogabile. Il giudice non può ritenere sufficiente l’apporto del solo medico legale ma deve necessariamente nominare un collegio che includa anche uno o più specialisti della disciplina medica oggetto della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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