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Consorzi obbligatori: la responsabilità del Comune

La Cassazione ha stabilito che nei consorzi obbligatori di enti locali, il singolo Comune risponde in solido con il Consorzio per le obbligazioni assunte da quest’ultimo nell’interesse dei consorziati. Il caso riguardava il mancato pagamento di una società per il servizio di gestione rifiuti. La Corte ha applicato per analogia la disciplina dei consorzi privati (art. 2615 c.c.), confermando la condanna solidale del Comune e del Consorzio.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Consorzi obbligatori: Comune e Consorzio rispondono in solido dei debiti

Quando un servizio pubblico, come la gestione dei rifiuti, viene affidato a consorzi obbligatori tra Comuni, chi paga i fornitori? Il singolo Comune può sottrarsi al pagamento sostenendo che l’obbligazione sia solo del consorzio? Con l’ordinanza n. 12857/2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara, stabilendo un principio di responsabilità solidale che tutela i creditori e chiarisce i rapporti tra enti pubblici.

I Fatti di Causa

Una società che gestiva un impianto di selezione e biostabilizzazione di rifiuti urbani aveva ottenuto un decreto ingiuntivo contro un Comune per il pagamento di circa 64.000 euro, a fronte dei servizi resi negli anni 2009 e 2010. Il Comune si opponeva, sostenendo che il soggetto tenuto al pagamento non fosse l’ente comunale, bensì il Consorzio intercomunale (ATO), di cui il Comune faceva parte, creato appositamente per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti.

Il Tribunale di primo grado accoglieva l’opposizione del Comune, revocava il decreto ingiuntivo e condannava il Consorzio (chiamato in causa su ordine del giudice) al pagamento. La Corte di Appello, tuttavia, ribaltava parzialmente la decisione: riformava la sentenza di primo grado e condannava in solido sia il Comune che il Consorzio al pagamento della somma dovuta alla società creditrice. Contro questa decisione, il Comune proponeva ricorso in Cassazione.

La Responsabilità nei Consorzi Obbligatori secondo la Cassazione

Il Comune ricorrente basava la sua difesa su due motivi principali. In primo luogo, lamentava l’errata applicazione dell’art. 2615, comma 2, del codice civile, norma dettata per i consorzi privati, ritenendola inapplicabile ai consorzi obbligatori tra enti pubblici. In secondo luogo, contestava la carenza di motivazione della sentenza d’appello sul punto decisivo, ovvero se le obbligazioni fossero state assunte dal Consorzio per conto del singolo Comune o nell’interesse generale di tutti i consorziati.

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, confermando la decisione della Corte di Appello e il principio della responsabilità solidale.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha sviluppato un’articolata motivazione per giustificare la sua decisione. Il punto centrale è la natura e la funzione dei consorzi tra enti locali.

1. Natura Duale del Consorzio: I giudici hanno chiarito che un consorzio, anche se pubblico e obbligatorio, opera su due piani distinti. Da un lato, agisce come un’entità autonoma per le sue necessità operative (es. stipulare un contratto di locazione per la propria sede), e in questo caso risponde esclusivamente con il proprio fondo consortile. Dall’altro lato, svolge l’attività funzionale per cui è stato creato, ovvero l’esercizio di compiti propri dei singoli Comuni consorziati (in questo caso, la gestione dei rifiuti). In questa seconda veste, il consorzio agisce nell’interesse dei Comuni che lo compongono.

2. Applicabilità dell’Art. 2615 c.c.: Proprio quando il consorzio agisce nell’interesse dei consorziati, si crea un rapporto assimilabile a un mandato. Sebbene la regola generale del mandato senza rappresentanza (art. 1705 c.c.) escluda un rapporto diretto tra mandante e terzi, la disciplina dei consorzi prevede una deroga specifica. L’art. 2615, comma 2, c.c. stabilisce che per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio per conto dei singoli consorziati, rispondono solidalmente sia il consorziato interessato sia il fondo consortile. La Cassazione, in linea con precedenti pronunce, ha affermato che questa norma è applicabile anche ai consorzi obbligatori tra enti pubblici, in assenza di una normativa speciale che disponga diversamente.

3. Irrilevanza della Distinzione “per conto” vs “nell’interesse”: La Corte ha ritenuto infondato anche il secondo motivo di ricorso del Comune. Ha specificato che, nel contesto della gestione del servizio rifiuti, il Consorzio agisce innegabilmente nell’interesse di tutti i Comuni del bacino di utenza. Questa azione genera una duplicità di legittimazione passiva: quella del consorzio per l’intero debito e quella del singolo consorziato (nei limiti della sua quota) che si somma alla prima, creando di fatto un vincolo solidale. Pertanto, il creditore può agire per l’intero importo indifferentemente nei confronti del Consorzio o del singolo Comune.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela dei creditori che operano con la Pubblica Amministrazione. Stabilisce che un Comune non può nascondersi dietro lo schermo del consorzio per sottrarsi alle proprie responsabilità di pagamento per servizi che, in ultima analisi, sono di sua competenza e vanno a beneficio della sua comunità. La costituzione di consorzi obbligatori è uno strumento per una gestione più efficiente dei servizi, ma non cancella la responsabilità originaria degli enti che li compongono. Per le imprese fornitrici, ciò significa avere una garanzia in più, potendo contare sulla solidità patrimoniale sia del consorzio che dei singoli Comuni partecipanti.

Un Comune membro di un consorzio obbligatorio è responsabile per i debiti contratti dal consorzio stesso?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Comune risponde in solido con il consorzio per le obbligazioni che quest’ultimo ha assunto nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, ovvero per l’erogazione di servizi che sono di competenza dei Comuni stessi.

Perché una norma prevista per i consorzi privati (art. 2615 c.c.) si applica anche a quelli pubblici e obbligatori?
Perché, in assenza di una legge specifica che regoli diversamente la responsabilità verso i terzi per i consorzi pubblici, si applica la disciplina generale prevista dal codice civile. Lo statuto stesso del consorzio in esame rinviava alla normativa generale in materia di consorzi per tutto quanto non espressamente previsto.

Cosa significa che il consorzio agisce “nell’interesse” dei consorziati?
Significa che il consorzio svolge attività che sono compiti propri dei singoli Comuni (come la gestione dei rifiuti). Anche se il consorzio stipula i contratti in nome proprio, lo fa per adempiere a una funzione trasferitagli dai Comuni e a beneficio delle loro comunità. Questo legame funzionale fonda la responsabilità solidale del Comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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