LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Conservazione miglior trattamento: ferie e CCNL

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di alcuni lavoratori a mantenere il numero di giorni di ferie previsto dal precedente CCNL, in quanto più favorevole rispetto a quello successivo. L’ordinanza sottolinea l’importanza delle clausole di salvaguardia e del principio di conservazione del miglior trattamento nel passaggio tra contratti collettivi, rigettando il ricorso dell’azienda che sosteneva l’applicazione del nuovo regime meno vantaggioso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ferie e Cambio CCNL: la Cassazione Protegge la Conservazione del Miglior Trattamento

Con l’ordinanza n. 8657/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nel diritto del lavoro: la successione di contratti collettivi e il diritto dei lavoratori alla conservazione del miglior trattamento. La vicenda riguarda i dipendenti di un’importante società di servizi idrici, precedentemente ente pubblico, che si sono visti applicare un nuovo CCNL con un calcolo delle ferie meno vantaggioso. La Suprema Corte ha dato loro ragione, stabilendo che le condizioni più favorevoli del vecchio contratto dovevano essere mantenute.

I Fatti di Causa

I lavoratori, dipendenti di una società derivante dalla privatizzazione di un ente pubblico, avevano citato in giudizio il proprio datore di lavoro. L’oggetto del contendere era l’indennità per ferie non godute nel periodo 2013-2018. Secondo i dipendenti, la società aveva erroneamente applicato il nuovo CCNL del 2002, che prevedeva un numero di giorni di ferie inferiore rispetto al precedente CCNL del 1995. Quest’ultimo, infatti, garantiva a tutti i lavoratori 28 giorni di ferie annuali (26 giorni ordinari più 2 per festività soppresse). Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto le loro domande, condannando la società al pagamento delle differenze retributive.

L’Applicazione del Principio di Conservazione Miglior Trattamento

Insoddisfatta, la società ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali. In primo luogo, ha eccepito l’inammissibilità della domanda, sostenendo che i lavoratori avessero cambiato il fondamento giuridico della loro pretesa in appello. In secondo luogo, ha contestato l’errata applicazione dell’art. 28 del CCNL GasAcqua 2002, che prevede la “conservazione ad personam delle quantità di ferie spettanti in forza dei CCNL precedentemente applicati, ove superiori”. Infine, ha criticato la Corte territoriale per non aver considerato il nuovo CCNL come migliorativo nel suo complesso e per aver ignorato le modifiche legislative sulle festività soppresse.

La Comparazione tra Contratti Collettivi

Il cuore della controversia risiede nel confronto tra i due regimi contrattuali.
– Il CCNL FederGasAcqua 1995 (art. 29) prevedeva per tutti i dipendenti 26 giorni lavorativi di ferie, più due giornate supplementari per le ex festività del 2 giugno e 4 novembre, per un totale di 28 giorni, indipendentemente dall’articolazione dell’orario su 5 o 6 giorni settimanali.
– Il CCNL GasAcqua 2002 (art. 28) introduceva una distinzione: 22 giorni lavorativi e 3 compensativi per chi lavora 5 giorni a settimana; 26 giorni lavorativi e 4 compensativi per chi lavora 6 giorni a settimana. Inoltre, specificava che per l’orario su 5 giorni, il sesto giorno (sabato) era da considerarsi festivo e non computabile nel periodo feriale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, ritenendolo in parte inammissibile e in parte infondato. I giudici hanno prima di tutto chiarito che l’interpretazione dei contratti collettivi spetta direttamente alla Corte di Cassazione, che deve applicare i canoni ermeneutici del codice civile (art. 1362 e ss.), analizzando sia il dato letterale che quello sistematico delle clausole.

La Corte ha evidenziato come la clausola di salvaguardia contenuta nell’art. 28 del CCNL 2002 fosse chiara nel voler garantire la conservazione del miglior trattamento esistente. Dalla comparazione diretta, è emerso in modo evidente che il regime del CCNL 1995 era più favorevole per tutti i lavoratori, garantendo un numero di giorni di ferie superiore a prescindere dalla turnazione.

Inoltre, la Corte ha respinto l’argomento del factum principis, relativo al ripristino della festività del 2 giugno con legge successiva. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: il contratto collettivo ha efficacia normativa tra le parti e i diritti da esso derivanti non possono essere ridotti da una legge successiva, a meno che il contratto stesso non lo preveda. La reintroduzione di una festività non può quindi cancellare un giorno di permesso aggiuntivo che era stato concesso come compensazione tramite la contrattazione collettiva.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale a tutela dei lavoratori: in caso di successione di contratti collettivi, le clausole di salvaguardia sono essenziali per proteggere i diritti acquisiti. La conservazione del miglior trattamento non è un automatismo, ma opera quando esplicitamente prevista, come nel caso di specie. La valutazione di quale trattamento sia “migliore” deve essere effettuata attraverso un confronto analitico e specifico tra le diverse discipline. Questa decisione consolida la stabilità dei diritti maturati dai lavoratori, anche di fronte a riorganizzazioni aziendali e a nuove normative contrattuali.

Quando cambia il CCNL, un lavoratore perde i diritti più favorevoli del contratto precedente?
Non necessariamente. Se il nuovo contratto collettivo contiene una specifica “clausola di salvaguardia” che prevede la conservazione del miglior trattamento (o delle condizioni “ove superiori”), i diritti più vantaggiosi maturati con il precedente contratto vengono mantenuti a livello individuale (ad personam).

Come si stabilisce quale CCNL è “più favorevole” per le ferie?
La valutazione viene fatta tramite una comparazione critica e specifica delle previsioni dei due contratti. In questo caso, la Corte ha confrontato il numero totale di giorni di ferie e di permessi compensativi, e ha analizzato come venivano considerati i giorni non lavorati (come il sabato per chi lavora 5 giorni a settimana) ai fini del calcolo delle ferie. Il CCNL che, nel complesso, garantisce un maggior numero di giorni di riposo retribuito è considerato più favorevole.

Una nuova legge che reintroduce una festività può ridurre i giorni di permesso previsti da un CCNL?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il contratto collettivo ha un’efficacia normativa vincolante per le parti. I diritti acquisiti tramite la contrattazione, come un giorno di permesso compensativo per una festività soppressa, non possono essere ridotti unilateralmente da una legge successiva, a meno che non sia il contratto stesso a prevederlo. Il diritto del lavoratore, una volta entrato a far parte del suo patrimonio, rimane stabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati