LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Consecuzione procedure concorsuali: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11226/2025, ha stabilito che l’intervallo temporale tra due domande di concordato preventivo non impedisce di applicare il principio di consecuzione procedure concorsuali. Ai fini della retrodatazione del periodo sospetto per l’azione revocatoria, è decisiva la continuità della crisi aziendale e non la mera successione cronologica. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva negato la consecuzione solo a causa di un lasso di tempo di alcuni mesi tra le procedure, ritenendo tale approccio riduttivo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Consecuzione Procedure Concorsuali: La Continuità della Crisi Supera l’Intervallo Temporale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’importante chiarificazione sul principio di consecuzione procedure concorsuali, un tema cruciale nel diritto fallimentare. La decisione stabilisce che, per determinare se più procedure concorsuali possano essere considerate un’unica sequenza, l’elemento determinante è la continuità della crisi economica sottostante, piuttosto che il semplice intervallo temporale tra di esse. Questa pronuncia ha implicazioni dirette sul calcolo del ‘periodo sospetto’ per le azioni revocatorie.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un’azione revocatoria fallimentare avviata dalla curatela di una società a responsabilità limitata. L’obiettivo era ottenere la dichiarazione di inefficacia di due pagamenti, per un totale di circa 18.600 euro, effettuati a favore di un imprenditore individuale. Questi pagamenti erano avvenuti in un periodo antecedente alla dichiarazione di fallimento.

La complessità della vicenda risiedeva nel fatto che la dichiarazione di fallimento era stata preceduta da due distinte domande di concordato preventivo, entrambe dichiarate inammissibili. La prima domanda era stata pubblicata nel registro delle imprese a novembre 2013, mentre la seconda a settembre 2014, quasi un anno dopo. Il fallimento è stato poi dichiarato nel gennaio 2016.

La curatela sosteneva che le due procedure di concordato e il successivo fallimento dovessero essere considerati in ‘consecuzione’, così da retrodatare l’inizio del periodo sospetto alla data della prima domanda di concordato, rendendo revocabili i pagamenti in questione.

La decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, pur riformando la decisione di primo grado su un altro punto, aveva respinto la domanda della curatela. Secondo i giudici di merito, la ‘cesura temporale di quasi un anno’ tra la prima e la seconda domanda di concordato impediva di ravvisare una consecuzione tra le procedure. Tale intervallo, a loro avviso, interrompeva la continuità necessaria per applicare il principio, escludendo la possibilità di retrodatare il ‘dies a quo’ del periodo sospetto.

L’analisi della Cassazione sulla consecuzione procedure concorsuali

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa prospettiva, accogliendo il ricorso della curatela. I giudici supremi hanno ritenuto la motivazione della Corte d’Appello ‘errata in diritto’ e ‘riduttiva’.

Il principio della continuità della crisi

Il fondamento del principio di consecuzione procedure concorsuali, come ribadito dalla Cassazione, non risiede nella mera successione cronologica, ma nel fatto che diverse procedure nascono da un ‘medesimo stato di crisi o insolvenza’. La ‘consecutio’ si realizza quando, sul piano funzionale, le procedure sono strettamente collegate da un analogo fenomeno economico. In sostanza, ciò che conta è che l’impresa non abbia mai superato lo stato di crisi tra una procedura e l’altra.

Irrilevanza dell’intervallo temporale come unico fattore

La Corte ha chiarito, richiamando anche precedenti pronunce delle Sezioni Unite, che l’intervallo temporale tra la chiusura di una procedura e l’inizio della successiva non è di per sé decisivo. Un lasso di tempo, anche di diversi mesi, non esclude la consecuzione se non è ‘irragionevole’ e non costituisce prova di una ‘intervenuta variazione dei presupposti delle due procedure’.

Le motivazioni

La motivazione della Corte d’Appello è stata censurata perché si è fermata a un dato puramente formale e cronologico: la distanza temporale tra le due domande di concordato. In questo modo, ha omesso di valutare gli elementi di fatto, allegati e documentati dalla curatela, che dimostravano la persistenza della medesima crisi economica. Tra questi elementi vi era la sostanziale identità della massa passiva tra la prima domanda di concordato e quella accertata in sede fallimentare.

La Cassazione ha sottolineato che la Corte territoriale avrebbe dovuto analizzare nel merito se la crisi aziendale fosse rimasta la stessa, invece di escludere a priori la consecuzione basandosi solo sul calendario. La valutazione deve essere sostanziale e non formale, incentrata sul sostrato economico della vicenda.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà rivalutare la vicenda applicando il principio corretto: la consecuzione va accertata verificando se le diverse procedure sono espressione della stessa, ininterrotta crisi aziendale, a prescindere da un intervallo temporale non decisivo. Questa ordinanza rafforza la tutela dei creditori, privilegiando la sostanza economica sulla forma e garantendo una più efficace applicazione degli strumenti di protezione della massa fallimentare come l’azione revocatoria.

Un intervallo di tempo tra due procedure concorsuali impedisce di considerarle in consecuzione?
No, secondo la Corte di Cassazione l’intervallo temporale non è di per sé decisivo per escludere la consecuzione, a condizione che non sia irragionevole e non dimostri un superamento o una variazione sostanziale della crisi aziendale originaria.

Qual è il criterio principale per stabilire la consecuzione procedure concorsuali?
Il criterio fondamentale è la sussistenza di un medesimo stato di crisi o insolvenza che ha originato le diverse procedure. La valutazione deve basarsi sulla continuità del sostrato economico della crisi, come ad esempio la sostanziale identità della massa passiva.

Cosa comporta il riconoscimento della consecuzione per l’azione revocatoria fallimentare?
Il riconoscimento della consecuzione comporta la retrodatazione del termine iniziale (dies a quo) del ‘periodo sospetto’ alla data di inizio della prima procedura concorsuale. Questo permette al curatore di aggredire con l’azione revocatoria atti compiuti in un arco temporale più ampio, aumentando le possibilità di recupero di risorse per la massa dei creditori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati