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Conguaglio tariffa idrica: quando è legittimo?

Un utente ha contestato la richiesta di un conguaglio della tariffa idrica per consumi pregressi. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della società di gestione, ha stabilito un principio fondamentale: il conguaglio tariffa idrica è legittimo solo per recuperare costi imprevisti e imprevedibili al momento della fornitura. Ha inoltre precisato che spetta all’ente gestore l’onere di provare tale imprevedibilità, cassando la precedente sentenza e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Conguaglio Tariffa Idrica: La Cassazione Fissa i Limiti e l’Onere della Prova

Ricevere una bolletta con una richiesta di pagamento per consumi di molti anni prima è un’esperienza comune e spesso frustrante. Il cosiddetto conguaglio tariffa idrica è al centro di numerose controversie tra utenti e società di gestione del servizio. Con la recente ordinanza n. 6745/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza, stabilendo paletti precisi sulla legittimità di tali richieste e, soprattutto, su chi debba provare la loro fondatezza.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Retroattiva

Un consumatore si è opposto in giudizio alla pretesa di un ente gestore del servizio idrico integrato che richiedeva il pagamento di somme a titolo di conguaglio per il periodo 2005-2011. L’utente chiedeva di accertare l’inesigibilità della richiesta, eccependo anche la prescrizione e chiedendo l’annullamento della fattura. Sia il Giudice di Pace che, in appello, il Tribunale avevano dato ragione al consumatore, confermando la giurisdizione del giudice ordinario e disapplicando le delibere amministrative che avevano introdotto il conguaglio con effetto retroattivo per recuperare un deficit di bilancio pregresso.

La società di gestione, ritenendo la propria azione legittima in quanto mera applicatrice di una tariffa determinata dall’autorità di regolazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte sul Conguaglio Tariffa Idrica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ma non nel senso di validare indiscriminatamente qualsiasi conguaglio. Al contrario, ha colto l’occasione per ribadire e consolidare un orientamento giurisprudenziale cruciale a tutela dell’utenza. La Corte ha cassato la sentenza del Tribunale e ha rinviato la causa allo stesso giudice, in diversa composizione, affinché la riesamini applicando i principi di diritto da essa enunciati.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra costi prevedibili e imprevedibili. La Cassazione ha stabilito che un gestore può richiedere all’utente, a titolo di conguaglio, il recupero dei costi sostenuti “ora per allora”, ma solo ed esclusivamente in relazione a costi imprevisti e imprevedibili al momento dell’erogazione del servizio e della relativa fatturazione.

È quindi illegittima la pretesa di recuperare retroattivamente costi che non sono correlati al servizio effettivamente offerto o che derivano da errori di gestione o di previsione. Scaricare sull’utenza la generale rischiosità d’impresa o inefficienze gestionali renderebbe il piano tariffario incoerente con i principi cardine del settore, quali l’aderenza delle tariffe ai costi effettivi (principio di corrispettività) e l’efficienza economica.

Fondamentalmente, la Corte ha specificato che nella controversia per ottenere il conguaglio tariffa idrica per partite pregresse, grava sull’ente gestore l’onere di provare due elementi chiave:

1. L’imprevedibilità del costo di cui si chiede il recupero retroattivo.
2. La pertinenza e corrispettività di tale costo rispetto al servizio offerto all’utente.

Questi sono i fatti costitutivi della pretesa e, in assenza di tale prova, la richiesta non può essere considerata legittima.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutti gli utenti del servizio idrico. Le conclusioni pratiche sono chiare: un conguaglio per consumi passati non è automaticamente legittimo. Non è sufficiente che l’ente gestore invochi una delibera dell’autorità di settore per giustificare la richiesta. La società ha il dovere di dimostrare in modo rigoroso che quei costi aggiuntivi erano imprevedibili e non frutto di una cattiva gestione. Questa decisione rafforza la posizione del consumatore, fornendogli strumenti più solidi per contestare fatture di conguaglio che appaiono ingiustificate, e obbliga i gestori a una maggiore trasparenza e a una gestione più efficiente, impedendo loro di socializzare le perdite derivanti da propri errori o da normali rischi imprenditoriali.

Un gestore del servizio idrico può richiedere un conguaglio per anni passati?
Sì, ma solo per recuperare costi che erano imprevisti e imprevedibili al momento della fatturazione originale. La richiesta è illegittima se mira a coprire errori di gestione o normali rischi d’impresa.

Su chi grava l’onere di provare la legittimità del conguaglio della tariffa idrica?
L’onere della prova grava interamente sull’ente gestore. Secondo la Corte, è l’azienda a dover dimostrare in giudizio che i costi richiesti retroattivamente erano sia imprevedibili sia strettamente pertinenti e corrispettivi al servizio offerto.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo specifico caso?
La Corte ha accolto il ricorso dell’ente gestore, ha cassato la sentenza di merito e ha rinviato il caso al Tribunale. Quest’ultimo dovrà riesaminare la questione applicando il principio secondo cui spetta al gestore provare l’imprevedibilità e la pertinenza dei costi richiesti nel conguaglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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