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Conguagli regolatori: la Cassazione attende le S.U.

Un utente ha contestato una fattura per conguagli regolatori del servizio idrico relativi a consumi di anni precedenti (2005-2011), ottenendo ragione in primo e secondo grado, dove i giudici hanno dichiarato il credito prescritto. L’utente ha anche ottenuto una riduzione del 50% su altre fatture per la fornitura di acqua non potabile. La società di gestione ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, rilevando che la questione dei conguagli regolatori è di massima importanza e già rimessa alle Sezioni Unite in un altro procedimento, ha sospeso il giudizio in attesa di tale pronuncia, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Conguagli Regolatori: Legittimi o No? La Cassazione Sospende il Giudizio

La questione dei conguagli regolatori nelle bollette del servizio idrico è da tempo al centro di un acceso dibattito legale. Si tratta di quelle voci di costo che i gestori addebitano agli utenti per recuperare spese relative ad anni passati. Ma sono legittime? E da quando decorre la prescrizione? Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di non decidere, per ora. Il caso è stato rinviato in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite, chiamata a fare chiarezza su un tema che tocca milioni di consumatori.

I Fatti del Caso

Un consumatore si opponeva a una fattura emessa da una società di gestione del servizio idrico. La bolletta includeva conguagli regolatori per il periodo 2005-2011. L’utente contestava anche altre due fatture, chiedendo una riduzione del 50% del corrispettivo a causa della provata non potabilità dell’acqua fornita in determinati periodi.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello hanno dato ragione al consumatore. In particolare, hanno annullato la fattura per i conguagli, ritenendo il relativo credito prescritto. I giudici hanno stabilito che il termine di prescrizione quinquennale dovesse decorrere dai singoli periodi di consumo e non, come sostenuto dal gestore, dalla data della delibera che aveva autorizzato il recupero di tali costi. Per quanto riguarda l’acqua non potabile, i giudici hanno confermato la riduzione del 50% della tariffa.

I Motivi del Ricorso e la questione dei conguagli regolatori

La società di gestione ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandosi su quattro motivi principali:

1. Violazione di legge sulla legittimità dei conguagli: Il gestore ha sostenuto che i conguagli regolatori (o “partite pregresse”) sono pienamente legittimi, in quanto rappresentano il recupero di costi di gestione e investimento previsti dal nuovo sistema tariffario nazionale, basato sul principio europeo del “full cost recovery”. Non si tratterebbe di un addebito per consumi passati, ma di una componente tariffaria autorizzata dalle competenti Autorità.
2. Errata individuazione del termine di prescrizione: Secondo la ricorrente, il termine per richiedere i conguagli non decorre dal momento del consumo, ma dal giorno in cui il credito è diventato liquido ed esigibile, ovvero dalla data della delibera dell’Autorità d’Ambito che ha quantificato e autorizzato la riscossione (26 giugno 2014).
3. Errata applicazione delle norme sulla riduzione del prezzo: La società ha contestato la riduzione del 50% per l’acqua non potabile, sostenendo che la normativa di settore non prevede un meccanismo di riduzione automatica del prezzo legato alla qualità dell’acqua, e che l’applicazione analogica delle norme sulla compravendita o di vecchi provvedimenti non più in vigore fosse errata.
4. Motivazione apparente: Infine, la sentenza d’appello è stata criticata per una motivazione insufficiente e generica, specialmente riguardo alla conferma della riduzione del prezzo.

La Decisione della Cassazione: Rinvio alle Sezioni Unite

Il punto cruciale del ricorso riguarda la legittimità e la prescrizione dei conguagli regolatori. La Corte di Cassazione ha riconosciuto che questa problematica ha un’importanza fondamentale e presenta contrasti interpretativi. Ha inoltre preso atto che, con un’altra ordinanza (n. 18009/2024), una questione identica era già stata rimessa al vaglio della Prima Presidente per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite della Corte.

Le Sezioni Unite hanno il compito di risolvere le questioni di massima importanza e di assicurare l’uniforme interpretazione della legge. Data la rilevanza del tema, che impatta un numero enorme di contenziosi in tutta Italia, la Terza Sezione Civile ha ritenuto opportuno sospendere il proprio giudizio.

Le motivazioni dell’ordinanza interlocutoria

La Corte ha motivato la sua decisione con la necessità di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite. Decidere il caso in autonomia avrebbe potuto creare un potenziale conflitto giurisprudenziale. Il rinvio a nuovo ruolo della causa è quindi un atto di prudenza processuale, volto a garantire certezza del diritto e coerenza nelle decisioni giudiziarie su una materia così delicata e diffusa. La decisione finale su questo specifico caso, quindi, dipenderà dall’orientamento che le Sezioni Unite esprimeranno sul principio generale della legittimità e della prescrizione dei conguagli tariffari nel servizio idrico.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non risolve la disputa, ma la congela in attesa di un intervento chiarificatore ai massimi livelli della giurisdizione. Per utenti e gestori, ciò significa che l’incertezza sulla legittimità dei conguagli regolatori permane. La futura sentenza delle Sezioni Unite rappresenterà un punto di riferimento essenziale, destinato a definire una volta per tutte i diritti e gli obblighi delle parti nel complesso settore del servizio idrico integrato. Fino ad allora, i contenziosi simili rimarranno probabilmente sospesi, in attesa che la Suprema Corte tracci la linea guida definitiva.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione principale, relativa alla legittimità e alla prescrizione dei conguagli regolatori, è considerata di massima importanza e presenta orientamenti giuridici contrastanti. Poiché lo stesso quesito è già stato rimesso alle Sezioni Unite, la Corte ha preferito attendere la loro decisione per garantire una interpretazione uniforme della legge.

Cosa sono esattamente i ‘conguagli regolatori’ o ‘partite pregresse’?
Secondo la prospettazione del gestore, si tratta di componenti tariffarie autorizzate dalle Autorità di settore per permettere alle società di recuperare costi di gestione e investimento sostenuti in anni precedenti che non erano stati coperti dalle tariffe allora in vigore. Non sarebbero legati ai consumi effettivi dell’utente, ma al principio di copertura integrale dei costi del servizio (‘full cost recovery’).

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla richiesta di riduzione del prezzo per l’acqua non potabile?
In questa ordinanza, la Corte non ha preso alcuna decisione nel merito sulla questione dell’acqua non potabile. Avendo sospeso l’intero procedimento in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite sul tema principale dei conguagli, anche la decisione sugli altri motivi del ricorso è stata rinviata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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